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Preti e nuovi media, servire la Parola nel mondo digitale

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2009 15:35
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02/10/2009 15:35

Preti e nuovi media, servire la Parola nel mondo digitale

DI MATTEO LIUT

Un autentico spazio «ministeriale» per i nuovi media nell’attività e nella vita dei sacerdoti.
È l’orizzonte delineato dal tema scelto da Benedetto XVI per la 44ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma per il 16 maggio 2010.
«Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola», infatti, sarà il titolo del messaggio che il Papa invierà in vista del tradizionale appuntamento della domenica dell’Ascensione.
Il tema è stato pubblicato ieri, nella festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, ed è stato accompagnato da un comunicato del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, che colloca il tema
nel contesto dell’Anno Sacerdotale e indica il percorso verso un «salto di qualità» nell’uso delle nuove tecnologie nella pastorale. Se, infatti, l’accesso ai nuovi media è un dato acquisito nella pastorale, come dimostrano le ricerche sul campo, manca in realtà una vera e propria «educazione all’uso» che trasformi gli strumenti digitali in aiuti efficaci all’evangelizzazione e alla costruzione della comunione.
«Il compito principale del sacerdote è annunciare la Parola di Dio fatta carne, uomo, storia, diventando in tal modo segno di quella comunione che Dio realizza con l’uomo – si legge nel comunicato –. L’efficacia di questo ministero richiede quindi che il sacerdote viva un rapporto intimo con Dio, radicato in un amore profondo e in una conoscenza viva delle Scritture Sacre ».
La riflessione della Giornata 2010, aggiunge il dicastero vaticano, «vuole invitare i sacerdoti a considerare i nuovi media come una possibile grande risorsa per il loro ministero al servizio della Parola e vuole dire una parola di incoraggiamento affinché affrontino le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale». Un itinerario particolarmente attuale, non solo nel panorama culturale mondiale odierno, ma anche nel cammino della Chiesa, che sta vivendo l’Anno Sacerdotale e ha ricevuto un forte invito a riscoprire l’importanza della Parola di Dio dalla XII Assemblea generale del Sinodo dei vescovi del 2008.
«I nuovi media – prosegue il comunicato – se cono- sciuti e valorizzati adeguatamente, possono offrire ai sacerdoti e a tutti gli operatori pastorali una ricchezza di dati e di contenuti che prima erano di difficile accesso, e facilitano forme di collaborazione e di crescita di comunione impensabili nel passato. Grazie ai nuovi media, chi predica e fa conoscere il Verbo della vita può raggiungere con parole suoni e immagini – vera e specifica grammatica espressiva della cultura digitale – persone singole e intere comunità in ogni continente, per creare nuovi spazi di conoscenza e di dialogo giungendo a proporre e a realizzare itinerari di comunione». Un chiaro invito, quindi, a guidare lo sviluppo e l’uso degli strumenti digitali, superando l’errata ideologia secondo cui «digitale è comunque buono»: i nuovi media, infatti, anche se nati dall’esigenza di una comunicazione più immediata e democratica, portano in sé vantaggi ma anche rischi e pericoli spesso ignorati. «Se usati saggiamente, con l’aiuto di esperti in tecnologia e cultura delle comunicazioni – sottolinea ancora il comunicato –, i nuovi media possono diventare per i sacerdoti e per tutti gli operatori pastorali un valido ed efficace strumento di vera e profonda evangelizzazione e comunione. Saranno una nuova forma di evangelizzazione perché Cristo avanzi lungo le vie delle nostre città e davanti alle soglie delle nostre case dica nuovamente: 'Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me' ( Ap 3, 20)».
A mostrare l’importanza di una riflessione approfondita sui nuovi media sono anche i dati di una recente ricerca commissionata da WeCa, Associazione webmaster cattolici italiani, al Dipartimento istituzioni e società dell’Università di Perugia. In Italia, infatti, l’85,7% delle parrocchie ha uno o più computer e il 70% ha una connessione a internet. Inoltre il 76% dei parroci con più di 60 anni ha un computer e il 57,1% può accedere alla grande rete. E se la quasi totalità dei sacerdoti usa internet soprattutto per ricercare materiale pastorale, molti di loro (67,6%) usano la rete per svolgere attività pastorali e di catechesi: il web, insomma, apre una porta sul mondo, allargando i confini del concetto di comunità locale. Sfide che anche il Papa ora invita a mettere in primo piano.

© Copyright Avvenire, 30 settembre 2009
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