Benvenuto in Famiglia Cattolica
Famiglia Cattolica da MSN a FFZ
Gruppo dedicato ai Cattolici e a tutti quelli che vogliono conoscere la dottrina della Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica Amiamo Gesu e lo vogliamo seguire con tutto il cuore........Siamo fedeli al Magistero della Chiesa e alla Tradizione Apostolica che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Ti aspettiamo!!!

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA 96a GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2009 21:39
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
27/11/2009 15:16



MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA 96a GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO (17 GENNAIO 2010), 27.11.2009

I migranti e i rifugiati minorenni: questo il tema scelto dal Santo Padre Benedetto XVI per la 96a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che sarà celebrata domenica 17 gennaio 2010.
Di seguito pubblichiamo il testo del Messaggio del Santo Padre per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato:


TESTO IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

la celebrazione della Giornata del Migrante e del Rifugiato mi offre nuovamente l'occasione di manifestare la costante sollecitudine che la Chiesa nutre verso coloro che vivono, in vari modi, l'esperienza dell'emigrazione. Si tratta di un fenomeno che, come ho scritto nell'Enciclica
Caritas in veritate, impressiona per il numero di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale. Il migrante è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti (cfr n. 62).
Il tema di quest'anno - "I migranti e i rifugiati minorenni" tocca un aspetto che i cristiani valutano con grande attenzione, memori del monito di Cristo, il quale nel giudizio finale considererà riferito a Lui stesso tutto ciò che è stato fatto o negato "a uno solo di questi più piccoli" (cfr Mt 25, 40.45). E come non considerare tra "i più piccoli" anche i minori migranti e rifugiati? Gesù stesso da bambino ha vissuto l'esperienza del migrante perché, come narra il Vangelo, per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria (cfr Mt 2,14).

Se la Convenzione dei Diritti del Bambino afferma con chiarezza che va sempre salvaguardato l'interesse del minore (cfr art. 3), al quale vanno riconosciuti i diritti fondamentali della persona al pari dell'adulto, purtroppo nella realtà questo non sempre avviene. Infatti, mentre cresce nell'opinione pubblica la consapevolezza della necessità di un'azione puntuale e incisiva a protezione dei minori, di fatto tanti sono lasciati in abbandono e, in vari modi, si ritrovano a rischio di sfruttamento. Della drammatica condizione in cui essi versano, si è fatto interprete il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II nel messaggio inviato il 22 settembre del 1990 al Segretario Generale delle Nazioni Unite, in occasione del Vertice Mondiale per i Bambini. "Sono testimone egli scrisse - della straziante condizione di milioni di bambini di ogni continente. Essi sono più vulnerabili perché meno capaci di far sentire la loro voce" (Insegnamenti XIII, 2, 1990, p. 672). Auspico di cuore che si riservi la giusta attenzione ai migranti minorenni, bisognosi di un ambiente sociale che consenta e favorisca il loro sviluppo fisico, culturale, spirituale e morale. Vivere in un paese straniero senza effettivi punti di riferimento crea ad essi, specialmente a quelli privi dell'appoggio della famiglia, innumerevoli e talora gravi disagi e difficoltà.

Un aspetto tipico della migrazione minorile è costituito dalla situazione dei ragazzi nati nei paesi ospitanti oppure da quella dei figli che non vivono con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono successivamente. Questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi e le problematiche connesse alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia può offrire l'opportunità di sperimentare la ricchezza dell'incontro tra differenti tradizioni culturali. È importante che ad essi sia data la possibilità della frequenza scolastica e del successivo inserimento nel mondo del lavoro e che ne vada facilitata l'integrazione sociale grazie a opportune strutture formative e sociali.
Non si dimentichi mai che l'adolescenza rappresenta una tappa fondamentale per la formazione dell'essere umano.

Una particolare categoria di minori è quella dei rifugiati che chiedono asilo, fuggendo per varie ragioni dal proprio paese, dove non ricevono adeguata protezione. Le statistiche rivelano che il loro numero è in aumento. Si tratta dunque di un fenomeno da valutare con attenzione e da affrontare con azioni coordinate, con misure di prevenzione, di protezione e di accoglienza adatte, secondo quanto prevede anche la stessa Convenzione dei Diritti del Bambino (cfr art. 22).

Mi rivolgo ora particolarmente alle parrocchie e alle molte associazioni cattoliche che, animate da spirito di fede e di carità, compiono grandi sforzi per venire incontro alle necessità di questi nostri fratelli e sorelle.

Mentre esprimo gratitudine per quanto si sta facendo con grande generosità, vorrei invitare tutti i cristiani a prendere consapevolezza della sfida sociale e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati.

Risuonano nel nostro cuore le parole di Gesù: "Ero forestiero e mi avete ospitato" (Mt 25,35), come pure il comandamento centrale che Egli ci ha lasciato: amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, ma unito all'amore al prossimo (cfr Mt 22,37-39). Questo ci porta a considerare che ogni nostro concreto intervento deve nutrirsi prima di tutto di fede nell'azione della grazia e della Provvidenza divina. In tal modo anche l'accoglienza e la solidarietà verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini, diviene annuncio del Vangelo della solidarietà. La Chiesa Io proclama quando apre le sue braccia e opera perché siano rispettati i diritti dei migranti e dei rifugiati, stimolando i responsabili delle Nazioni, degli Organismi e delle istituzioni internazionali perché promuovano opportune iniziative a loro sostegno. Vegli su tutti materna la Beata Vergine Maria e ci aiuti a comprendere le difficoltà di quanti sono lontani dalla propria patria. A quanti sono coinvolti ne vasto mondo dei migranti e rifugiati assicuro la mia preghiera e imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 16 ottobre 2009

BENEDICTUS PP. XVI

© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
27/11/2009 15:18

Messaggio del Papa per la Giornata dei migranti dedicata ai minori: i loro diritti devono essere rispettati da tutti e sempre

I diritti dei migranti devono essere rispettati da tutti e sempre: è quanto afferma Benedetto XVI nel suo
Messaggio
per la 96.ma Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 17 gennaio sul tema: “I migranti ed i rifugiati minorenni”: il testo è stato presentato questa mattina nella Sala Stampa vaticana. Il servizio di Sergio Centofanti.

Il Papa lo ribadisce in modo forte e chiaro: “il migrante è una persona umana con diritti fondamentali inalienabili da rispettare sempre e da tutti”. Invita tutti a “comprendere le difficoltà di quanti sono lontani dalla propria patria” e pone la sua attenzione sulla “straziante condizione di milioni di bambini di ogni continente. Essi sono più vulnerabili perché meno capaci di far sentire la loro voce”. Ricorda quindi il monito di Cristo, che “nel giudizio finale considererà riferito a Lui stesso tutto ciò che è stato fatto o negato "a uno solo di questi più piccoli" (cfr Mt 25, 40.45)”. “Gesù stesso da bambino – aggiunge - ha vissuto l'esperienza del migrante perché … per sfuggire alle minacce di Erode dovette rifugiarsi in Egitto insieme a Giuseppe e Maria (cfr Mt 2,14)”.

Il Messaggio rileva la drammatica condizione di tanti minori “lasciati in abbandono” e “a rischio di sfruttamento” nonostante i proclami della Convenzione dei Diritti del Bambino. Analizza la situazione dei ragazzi nati nei Paesi ospitanti e quella dei figli che non vivono con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono successivamente: “questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi e le problematiche connesse alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia può offrire l'opportunità di sperimentare la ricchezza dell'incontro tra differenti tradizioni culturali”. Benedetto XVI auspica una loro integrazione nei Paesi ospitanti in particolare con la frequenza scolastica e il successivo inserimento nel mondo del lavoro. Nel testo ci si riferisce poi ad una particolare categoria di minori: “quella dei rifugiati che chiedono asilo, fuggendo per varie ragioni dal proprio Paese, dove non ricevono adeguata protezione. Le statistiche rivelano che il loro numero è in aumento. Si tratta dunque - afferma il Pontefice - di un fenomeno da valutare con attenzione e da affrontare con azioni coordinate, con misure di prevenzione, di protezione e di accoglienza adatte, secondo quanto prevede anche la stessa Convenzione dei Diritti del Bambino”.

Il Papa esprime la propria gratitudine alle parrocchie e alle molte associazioni cattoliche che
“animate da spirito di fede e di carità, compiono grandi sforzi per venire incontro alle necessità
di questi nostri fratelli e sorelle” e invita “tutti i cristiani a prendere consapevolezza” della sfida sociale e pastorale posta dalla condizione dei minori migranti e rifugiati.

L'accoglienza “verso lo straniero, specialmente se si tratta di bambini – conclude il Papa - diviene annuncio del Vangelo della solidarietà. La Chiesa lo proclama quando apre le sue braccia e opera perché siano rispettati i diritti dei migranti e dei rifugiati, stimolando i responsabili delle Nazioni, degli Organismi e delle istituzioni internazionali perché promuovano opportune iniziative a loro sostegno”. A tutti, infine, il Papa ricorda le parole di Gesù: “Ero forestiero e mi avete ospitato”.

© Copyright Radio Vaticana
OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
27/11/2009 21:39

 


La presentazione del messaggio pontificio


È in significativo aumento in ogni parte del mondo il numero dei bambini migranti, soprattutto di quelli che vivono separati dai genitori:  il dato è emerso durante la presentazione del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata del migrante e del rifugiato 2010, svoltasi venerdì mattina 27 novembre, nella Sala Stampa della Santa Sede.

Non è un caso, infatti, che il Papa abbia voluto dedicare il messaggio del prossimo anno proprio al tema "I migranti e i rifugiati minorenni". Che la percentuale di minori immigrati sul totale dei bambini residenti nel territorio di una nazione sia in ascesa lo dimostrano le statistiche rese note, nell'agosto di quest'anno, dal Centro ricerca Innocenti dell'Unicef dopo un'indagine effettuata in otto Paesi cosiddetti ricchi. In Svizzera i bambini nati da almeno un genitore immigrato ormai costituiscono il 39 per cento del totale dei minori, in Australia il 33, in Germania il 26, negli Stati Uniti d'America e nei Paesi Bassi il 22, in Francia il 17, in Italia il 10. Tuttavia l'indagine si riferisce ai minori al seguito di una famiglia di emigrati o di rifugiati.

Diversi sarebbero i dati se si potessero aggiungere i numeri riguardanti i minori che fuggono dalle loro case, sempre più spesso con il consenso e con l'aiuto dei genitori, e da soli approdano, dopo indicibili peripezie, in Paesi il più delle volte poco accoglienti. E dunque devono affrontare una serie di situazioni negative delle quali si è parlato durante la conferenza stampa di questa mattina.

"Ci sono - ha infatti spiegato l'arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti - vari tipi di migranti minorenni:  coloro che emigrano con gli adulti, generalmente i genitori, o che comunque li raggiungono; coloro che nascono da genitori immigrati e quelli che emigrano non accompagnati". Inutile cercare differenze con gli adulti quanto alle motivazioni che li spingono a emigrare. Semmai c'è da aggiungere la speranza riposta in loro dai genitori, che li aiutano come possono pur di farli approdare, anche irregolarmente, in un Paese. Questo perché, secondo una legge internazionalmente riconosciuta anche se non sempre rispettata, un minore non accompagnato non può essere rimpatriato. Il bambino dunque diventa fonte di speranza per i genitori. Ma viene così caricato di un peso psicologico non indifferente:  non vuole deludere la famiglia e dunque "è pronto a subire ingiustizie, violenze e maltrattamenti - ha detto il presule - pur di ottenere il permesso di soggiorno, una formazione e soprattutto un lavoro per poter aiutare la famiglia di origine. La loro è una situazione diversa da quella dei minori che hanno al fianco i loro genitori".

L'impegno della Chiesa in questo campo è stato ricordato dall'arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del dicastero. In particolare, il presule ha richiamato l'attenzione proprio sui minorenni non accompagnati e separati dai nuclei familiari. Essi conducono una vita isolata, spesso rinchiusi nei campi e centri specializzati d'accoglienza, senza di che mantenersi. Troppo spesso vivono in ambienti a rischio di abusi e di sfruttamento, come per la tratta di esseri umani o il reclutamento per fini criminali. "Trattenere i ragazzi in centri di detenzione - ha aggiunto monsignor Marchetto - contraddice le conclusioni e linee guida dell'Acnur e anche la convenzione dei diritti del bambino, della quale la Santa Sede è firmataria".

Monsignor Novatus Rugambwa, sotto-segretario del Pontificio Consiglio, si è  soffermato  sugli  ostacoli  che  vengono frapposti alla loro integrazione. "L'orientamento professionale - ha detto - l'istruzione e l'apprendimento della lingua devono essere visti come elementi atti a facilitare il processo per ottenere un lavoro adeguato". "Tali elementi - ha aggiunto - hanno anche un ruolo da svolgere nell'auto-realizzazione dei giovani rifugiati e migranti. La formazione educativa e lo sviluppo di nuove capacità, specialmente quella di parlare la nuova lingua per comunicare adeguatamente nel Paese di ricezione, permettono di svolgere un ruolo attivo nell'integrazione e di assumere il posto che spetta loro nella società di accoglienza".

D'altra parte aiutare questi giovani a integrarsi "favorisce non solo loro stessi, ma anche la famiglia, la comunità e il Paese d'accoglienza". Invece in tante parti del mondo si continua a esercitare nei loro confronti "restrizioni istituzionali - è la denuncia del sottosegretario - che ne impediscono l'accesso" alle forme più elementari di istruzione, dunque di formazione professionale e di inserimento graduale nel processo culturale e produttivo del paese ospitante. "Si avverte la necessità - ha concluso il sotto-segretario - di impegnarsi contro le tendenze alla segregazione scolastica, contro l'assenza di politiche di opportunità uguali e complete, contro il fatto che le scuole spesso non si sono ancora adattate alle esigenze dei figli dei migranti o non possono arrivare alle loro famiglie, contro la mancanza delle necessarie abilità interculturali da parte degli insegnanti".


(©L'Osservatore Romano - 28 novembre 2009 )
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 21:12. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com