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ATTO DI VENERAZIONE ALL’IMMACOLATA A PIAZZA DI SPAGNA, 08.12.2009

Ultimo Aggiornamento: 09/12/2009 18:12
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ATTO DI VENERAZIONE ALL’IMMACOLATA A PIAZZA DI SPAGNA, 08.12.2009

OMELIA DEL SANTO PADRE


Cari fratelli e sorelle!

Nel cuore delle città cristiane, Maria costituisce una presenza dolce e rassicurante. Con il suo stile discreto dona a tutti pace e speranza nei momenti lieti e tristi dell’esistenza. Nelle chiese, nelle cappelle, sulle pareti dei palazzi: un dipinto, un mosaico, una statua ricorda la presenza della Madre che veglia costantemente sui suoi figli.
Anche qui, in Piazza di Spagna, Maria è posta in alto, quasi a vegliare su Roma.

Cosa dice Maria alla città? Cosa ricorda a tutti con la sua presenza? Ricorda che “dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20) – come scrive l’apostolo Paolo. Ella è la Madre Immacolata che ripete anche agli uomini del nostro tempo: non abbiate paura, Gesù ha vinto il male; l’ha vinto alla radice, liberandoci dal suo dominio.

Quanto abbiamo bisogno di questa bella notizia!

Ogni giorno, infatti, attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono. Per questo la città ha bisogno di Maria, che con la sua presenza ci parla di Dio, ci ricorda la vittoria della Grazia sul peccato, e ci induce a sperare anche nelle situazioni umanamente più difficili.

Nella città vivono – o sopravvivono – persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. E’ un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà. C’è invece in ogni uomo il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto.

La città, cari fratelli e sorelle, siamo tutti noi! Ciascuno contribuisce alla sua vita e al suo clima morale, in bene o in male. Nel cuore di ognuno di noi passa il confine tra il bene e il male e nessuno di noi deve sentirsi in diritto di giudicare gli altri, ma piuttosto ciascuno deve sentire il dovere di migliorare se stesso!

I mass media tendono a farci sentire sempre “spettatori”, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti “attori” e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri.

Spesso ci lamentiamo dell’inquinamento dell’aria, che in certi luoghi della città è irrespirabile. E’ vero: ci vuole l’impegno di tutti per rendere più pulita la città. E tuttavia c’è un altro inquinamento, meno percepibile ai sensi, ma altrettanto pericoloso. E’ l’inquinamento dello spirito; è quello che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia…

La città è fatta di volti, ma purtroppo le dinamiche collettive possono farci smarrire la percezione della loro profondità. Vediamo tutto in superficie. Le persone diventano dei corpi, e questi corpi perdono l’anima, diventano cose, oggetti senza volto, scambiabili e consumabili.

Maria Immacolata ci aiuta a riscoprire e difendere la profondità delle persone, perché in lei vi è perfetta trasparenza dell’anima nel corpo. E’ la purezza in persona, nel senso che spirito, anima e corpo sono in lei pienamente coerenti tra di loro e con la volontà di Dio.

La Madonna ci insegna ad aprirci all’azione di Dio, per guardare gli altri come li guarda Lui: a partire dal cuore. E a guardarli con misericordia, con amore, con tenerezza infinita, specialmente quelli più soli, disprezzati, sfruttati. “Dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia”.

Voglio rendere omaggio pubblicamente a tutti coloro che in silenzio, non a parole ma con i fatti, si sforzano di praticare questa legge evangelica dell’amore, che manda avanti il mondo. Sono tanti, anche qui a Roma, e raramente fanno notizia. Uomini e donne di ogni età, che hanno capito che non serve condannare, lamentarsi, recriminare, ma vale di più rispondere al male con il bene. Questo cambia le cose; o meglio, cambia le persone e, di conseguenza, migliora la società.

Cari amici Romani, e voi tutti che vivete in questa città! Mentre siamo affaccendati nelle attività quotidiane, prestiamo orecchio alla voce di Maria. Ascoltiamo il suo appello silenzioso ma pressante. Ella dice ad ognuno di noi: dove ha abbondato il peccato, possa sovrabbondare la grazia, a partire proprio dal tuo cuore e dalla tua vita! E la città sarà più bella, più cristiana, più umana.

Grazie, Madre Santa, di questo tuo messaggio di speranza. Grazie della tua silenziosa ma eloquente presenza nel cuore della nostra città. Vergine Immacolata, Salus Populi Romani, prega per noi!

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Il Papa in piazza di Spagna: la Madonna ci insegna ad aprirci all’azione di Dio

“Maria è la madre che ripete anche agli uomini del nostro tempo: non abbiate paura, Gesù ha vinto il male, l’ha vinto alla radice liberandoci dal suo dominio”. Così il Papa questo pomeriggio durante il tradizionale
atto di venerazione alla statua della Immacolata in piazza di Spagna
, a Roma. Presenti tra gli altri, il cardinale vicario Agostino Vallini e il sindaco della città Gianni Alemanno. Il Servizio di Cecilia Seppia

L’abbraccio dei fedeli ha accolto il santo padre anche quest’anno nel cuore di Roma: in centinaia hanno sfidato la pioggia e il freddo, e si sono stretti ieri attorno alla statua dell’immacolata, nel giorno di festa a lei dedicato. A loro il Papa ha ricordato come la presenza di Maria dolce e rassicurante che veglia sulle nostre vite, come sulla città intera, ci incoraggia ogni giorno a non avere paura a non lasciarci sopraffare dal male, perché Cristo, Suo figlio, ha vinto il male.

Quanto abbiamo bisogno di questa bella notizia! Ogni giorno, infatti, attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono. Per questo la città ha bisogno di Maria, che con la sua presenza ci parla di Dio, ci ricorda la vittoria della Grazia sul peccato, e ci induce a sperare anche nelle situazioni umanamente più difficili.

Quindi il Pontefice ha esortato tutti ad essere sempre attori e protagonisti ‘ a volgere al bene i propri comportamenti, a non dimenticare quelle persone spesso invisibili che popolano la città, sfruttate dai media solo per fare notizia, a resistere a quell’inquinamento dello spirito che pur essendo meno visibile di quello dell’aria è altrettanto pericoloso e devastante, ci rende cupi, tristi, indifferenti, soli.

La città, cari fratelli e sorelle, siamo tutti noi! Ciascuno contribuisce alla sua vita e al suo clima morale, in bene o in male. La Madonna ci insegna ad aprirci all’azione di Dio, per guardare gli altri come li guarda Lui: a partire dal cuore. E a guardarli con misericordia, con amore, con tenerezza infinita, specialmente quelli più soli, disprezzati, sfruttati.

Poi il Papa ha voluto rendere omaggio pubblicamente a tutti coloro che in silenzio, non a parole ma con i fatti, si sforzano di praticare la legge evangelica dell’amore, che manda avanti il mondo e che purtroppo raramente fanno notizia. Infine Benedetto XVI ha voluto richiamare i romani a prestare l’orecchio alla voce dolcissima di Maria. Il Suo appello all’amore, silenzioso e pressante –ha detto- non può non essere ascoltato, solo così la città sarà più bella, più cristiana, più umana.

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Maria e la città


Ha colpito i media il discorso che Benedetto XVI ha pronunciato davanti alla statua dell'Immacolata in piazza di Spagna. Non è facile il rapporto tra il Papa e l'informazione. Non lo è mai stato e non lo è in questi tempi, al punto che un autorevole giornalista e storico francese ha appena dedicato alla questione un libro importante (Bernard Lecomte, Pourquoi le pape a mauvaise presse. Entretiens avec Marc Leboucher, Desclée de Brouwer). Così anche il discorso su Maria e la città è stato ripreso soprattutto - pur con non pochi consensi - per la denuncia che i media raccontano il male senza porsi troppi scrupoli. Un problema certo non nuovo:  nella tradizione cristiana, se l'erano posto i Padri della Chiesa per il teatro, che poi in occidente si svilupperà grazie alle rappresentazioni sacre.
La riflessione di Benedetto XVI non è stata principalmente rivolta a questo nodo, anche se è di tutto rilievo. Ancora una volta infatti il Papa è andato alla radice, con semplicità, prendendo spunto dalle immagini mariane. Che sono nelle città per ricordare la presenza di Dio tra gli uomini. Per ricordare che il male è stato vinto proprio in un essere umano - una donna - che dalla colpa originaria è stata preservata. Per ricordare a ogni creatura umana che è possibile la speranza. Una presenza dunque, quella di Dio, che può cambiare le cose, "o meglio, cambia le persone e, di conseguenza, migliora la società", ha precisato Benedetto XVI.
E che il male è stato vinto è quello che davvero importa. Questa è la "bella notizia" da tenere presente di fronte a questo male che rischia di rendere l'essere umano a poco a poco insensibile. Da qui l'indurimento del cuore, l'incupirsi dei pensieri e dei volti, il ridurre le persone umane a corpi senz'anima. Realtà che sono non di rado l'effetto di scelte determinate da chi controlla i media e vuole ridurli alla dimensione di spettacolo. Con la conseguenza di deresponsabilizzare quanti vengono considerati soltanto spettatori. Oltre a questa analisi, largamente condivisa, il Papa ha ricordato con realismo che ogni essere umano, se ne renda conto o no, è comunque attore, nel bene e nel male, perché le scelte quotidiane, anche piccole, hanno conseguenze, sempre.
Così, anche nella rappresentazione del male, nell'abuso spietato dei media verso le persone - che sono corpo e anima, realtà entrambe assunte e dunque salvate da Cristo - e soprattutto verso quelle di norma ignorate ("invisibili") e dunque indifese, bisogna ricordare che "ogni storia umana è una storia sacra". Lo ha detto con forza Benedetto XVI, spiegando in questo modo il motivo della disumanizzazione delle società contemporanee:  se Dio viene allontanato dall'orizzonte, dalla scena pubblica come dai cuori, la desacralizzazione investe anche l'essere umano, che di Dio è immagine.

g. m. v.



(©L'Osservatore Romano - 9-10 dicembre 2009)
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