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La visita di Benedetto XVI al centro Caritas della stazione Termini

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2010 18:36
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14/02/2010 10:26

La visita di Benedetto XVI oggi dai poveri al centro Caritas della stazione Termini

CITTÀ DEL VATICANO

Rappresenta una nuova tappa nel percorso di particolare vicinanza e attenzione di Benedetto XVI nei confronti degli emarginati e degli esclusi la visita che il Papa farà questa mattina alle strutture della Caritas diocesana di Roma alla Stazione Termini.
Poveri, immigrati, medici e volontari saranno tra i protagonisti della visita del vescovo di Roma a uno dei luoghi simbolo della solidarietà nella capitale, in occasione dell'Anno di lotta alla povertà e all'esclusione sociale che l'Unione europea ha proclamato per il 2010.
Ad accompagnare il Papa ci saranno, tra gli altri, il cardinale vicario Agostino Vallini, il sindaco Gianni Alemanno, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, l'amministratore delegato della Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e il direttore della Caritas italiana monsignor Vittorio Nozza.
I gesti di «vicinanza e di paternità pastorale» che Ratzinger riserva ai più poveri trovano riscontro anche nelle parole del cardinale Vallini: «Ho trovato nel cuore del Papa, come sempre – ha detto ieri alla Radio Vaticana il vicario di Roma –, un'attenzione molto ricca di amore paterno verso questo mondo. D'altra parte, tutto il magistero di Papa Benedetto XVI intorno alle esigenze di una giustizia sociale per uno sviluppo integrale della persona umana è in perfetta coerenza».
L'obiettivo della visita è anche di additare alla comunità romana una concreta situazione di sofferenza vissuta da persone di diversa età, passato e provenienza geografica, in uno dei centri più attivi in cui si concretizza l'impegno della Chiesa di Roma verso i bisognosi. Nel corso della sua visita, a partire dalle 10 circa, Benedetto XVI si soffermerà nelle tre strutture Caritas del poliambulatorio di via Marsala (ventimila prestazioni mediche nel 2008 per cinquemila esclusi dall'assistenza pubblica), dell'ostello «Don Luigi Di Liegro» (può dare alloggio a 190 senzatetto, fino a un massimo di 240 nei mesi più freddi) e della mensa serale (oltre 500 pasti giornalieri distribuiti a italiani e stranieri).
Alcune delle strutture con cui, a Roma, la Chiesa risponde alle attese dei poveri sono state già meta di visite sia di Giovanni Paolo II sia di Benedetto XVI. La mensa di Colle Oppio ha accolto Papa Wojtyla il 20 dicembre 1992, mentre il suo successore vi si è recato il 4 gennaio 2006. A ricevere la visita dei due Papi è stata anche la Casa «Dono di Maria», la struttura caritativa situata all'interno della Città del Vaticano e affidata alla Missionarie della Carità, che li ha accolti rispettivamente il 21 maggio 1988 e il 4 gennaio 2008.
Papa Benedetto XVI si è infine fermato a pranzo il 27 dicembre scorso con i poveri della Comunità di Sant'Egidio, presso la mensa di Via Dandolo.

© Copyright Eco di Bergamo, 14 febbraio 2010
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Saluto delle Signora Giovanna Contaldo ospite dell’Ostello “Don Luigi Di Liegro”

Roma, 14 febbraio 2010

Santità,

le parole di questo saluto non sono mie ma nostre.
Nel benvenuto filiale che Le rivolgo, Santo Padre, la mia voce dà voce a tutti quei visi e soprattutto a quelle anime che qui in Ostello sono state per un momento o per molto tempo.
Ho memoria ormai lunga di questo posto; spesso mi trovo a pensare a tutti quelli che in questi anni sono stati qui; molti di loro non sono più con noi ma non ci hanno lasciato per sempre. Abbiamo bisogno di crederlo con tutte le nostre forze.
C’era quello che stava sempre appartato e solo, quello che dipingeva quadri e ci faceva emozionare, quello che non aveva talenti se non quello di saperci entrare nel cuore e non uscirne più. Io stessa quando conobbi l’Ostello ero diversa; la mia storia mi aveva cambiato e qui sono cambiata ancora. Tanto cambiata da poter ricevere la fiducia e la Grazia di potermi rivolgere a Lei.

Vorremmo dare un senso a questo nostro saluto: noi, Santità, Le chiediamo di resistere alle fatiche del mondo, di ricordare che se Le chiediamo di pregare per noi è perché Le garantisco che noi pregheremo per Lei. Perché Dio Le dia la forza di essere sereno e forte e pieno di speranza come lo siamo noi. Qui Lei trova dolore, certamente, ma se dovesse, nel viaggio di ritorno, poter portare con Lei una cosa soltanto, porti, La prego, la speranza.

Santità, abbiamo pensato di donarLe il Cristo proveniente dalla Chiesa di S.Pietro di Onna, il paese più piccolo e più martoriato nel terremoto d’Abruzzo. Egli ha visto quel luogo cadere sotto la furia del terremoto e ha rinnovato l’offerta di se stesso come progetto di riscatto, come certezza di rinascita. Su quella Croce, spezzata dal terremoto, c’è il dolore di noi che abitiamo l’Ostello, della gente d’Abruzzo, dei piccoli di Haiti, lo straziante martirio dei padri e delle madri che nella morte dei loro figli rinnovano ogni volta il dolore di Maria. Un dolore inspiegabile, lancinante, ma non disperato. La Croce che Le doniamo restaurata, non è, quindi, l’immagine della sofferenza ma l’attesa dell’alba e del riscatto.

E’ difficile, Santo Padre, pronunciare parole degne di fronte alla Sua sterminata sapienza; accetti allora l’umiltà di un cuore semplice e dell’amore che da esso può venire. Porti con sé l’esortazione a condurre questo gregge a volte così smarrito, così insufficiente, così inadeguato.

Un gregge che però è il Suo gregge e che alla sua guida si affida e nella Sua guida confida. E quando i giorni di pioggia si alterneranno ancora a quelli di sole, non pensi a noi ma “anche” a noi, che da qui non cessiamo di inviarLe il nostro saluto fraterno, il nostro amore filiale e il senso profondo di un pane spezzato e condiviso.

dal sito della Caritas di Roma

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VISITA DEL SANTO PADRE ALL’OSTELLO DELLA CARITAS DIOCESANA DI ROMA “DON LUIGI DI LIEGRO” ALLA STAZIONE TERMINI, 14.02.2010

Alle ore 9.45 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI si reca in visita all’Ostello della Caritas diocesana di Roma “Don Luigi Di Liegro” alla Stazione Termini, in via Marsala.

Al Suo arrivo alle ore 10, accolto dal Cardinale Vicario Agostino Vallini, dal Presidente della Caritas Italiana, S.E. Mons. Giuseppe Merisi, dal Vescovo Ausiliare per il Settore Centro, S.E. Mons. Ernesto Mandara, dal Vescovo Ausiliare già Direttore della Caritas diocesana, S.E. Mons. Guerino Di Tora, dal Direttore della Caritas diocesana, Mons. Enrico Feroci, e da numerose Autorità, tra cui l’On. Gianni Alemanno, Sindaco di Roma, il Papa visita i vari locali della struttura: il poliambulatorio, la farmacia, l’ostello e la sala mensa, dove scopre e benedice una targa commemorativa.
Nella sala mensa, alle ore 11, introdotto dai saluti dell’Ing. Mauro Moretti, Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, della Signora Giovanna Contaldo, ospite dell’Ostello, e del Cardinale Vicario Agostino Vallini, il Santo Padre rivolge ai presenti il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari amici,

ho accolto con gioia l’invito a visitare questo Ostello intitolato “Don Luigi Di Liegro”, primo Direttore della Caritas diocesana di Roma, nata più di trent’anni fa. Ringrazio di cuore il Cardinale Vicario Agostino Vallini e l’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato, Ingegner Mauro Moretti, per le parole che cortesemente mi hanno indirizzato. Con particolare affetto esprimo la mia gratitudine a tutti voi, che frequentate questo Ostello e attraverso la voce della Signora Giovanna Cataldo avete voluto rivolgermi un caloroso saluto, accompagnato dal prezioso dono del Crocifisso di Onna, segno luminoso di speranza. Saluto Mons. Giuseppe Merisi, Presidente della Caritas Italiana, il Vescovo Ausiliare Mons. Guerino Di Tora, e il Direttore della Caritas di Roma, Mons. Enrico Feroci. Sono lieto di salutare le Autorità presenti, in particolare il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Onorevole Altero Matteoli, che ringrazio per le sue parole, il Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, che ringrazio per il fattivo e costante aiuto offerto dal Comune di Roma alle attività dell’Ostello. Saluto i volontari e tutti i presenti. Grazie per la vostra accoglienza!

Sono trascorsi ormai 23 anni dal giorno in cui questa struttura, realizzata con la collaborazione delle Ferrovie dello Stato, che generosamente misero a disposizione i locali, e il sostegno economico del Comune di Roma, iniziò ad accogliere i primi ospiti. Nel corso degli anni, all’offerta di un riparo per chi non aveva dove dormire, si sono aggiunti ulteriori servizi, come il poliambulatorio e la mensa sociale ed ai primi donatori se ne sono uniti altri come l’ENEL, la Fondazione Roma, l’Ing. Agostini Maggini, la Fondazione Telecom ed il Ministero dei Beni Culturali-Arcis spa, a testimonianza della forza aggregante dell’amore. In questo modo l’Ostello è diventato un luogo dove, grazie al generoso servizio di tanti operatori e volontari, si attuano ogni giorno le parole di Gesù: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato” (Mt 25,35-36).

Cari fratelli e amici che qui trovate accoglienza, sappiate che la Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona, perché riconosce nel volto di ognuno di voi il volto di Cristo. Egli ha voluto identificarsi in maniera del tutto particolare con coloro che si trovano nella povertà e nell’indigenza. La testimonianza della carità, che in questo luogo trova speciale concretizzazione, appartiene alla missione della Chiesa insieme con l’annuncio della verità del Vangelo.

L’uomo non ha soltanto bisogno di essere nutrito materialmente o aiutato a superare i momenti di difficoltà, ma ha anche la necessità di sapere chi egli sia e di conoscere la verità su se stesso, sulla sua dignità. Come ho ricordato nell’Enciclica Caritas in veritate, “senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo. L’amore diventa un guscio vuoto, da riempire arbitrariamente” (n. 3).

La Chiesa, con il suo servizio a favore dei poveri, è dunque impegnata ad annunciare a tutti la verità sull’uomo, che è amato da Dio, creato a sua immagine, redento da Cristo e chiamato alla comunione eterna con Lui.

Tante persone hanno potuto così riscoprire, e tuttora riscoprono, la propria dignità, smarrita a volte per tragici eventi, e ritrovano fiducia in se stessi e speranza nell’avvenire. Attraverso i gesti, gli sguardi e le parole di quanti prestano qui il loro servizio, numerosi uomini e donne toccano con mano che le loro vite sono custodite dall’Amore, che è Dio, e grazie ad esso hanno un senso e un’importanza (cfr Lett. enc. Spe salvi, 35). Questa certezza profonda genera nel cuore dell’uomo una speranza forte, solida, luminosa, una speranza che dona il coraggio di proseguire nel cammino della vita nonostante i fallimenti, le difficoltà e le prove che la accompagnano. Cari fratelli e sorelle che operate in questo luogo, abbiate sempre davanti ai vostri occhi e nel vostro cuore l’esempio di Gesù, che per amore si fece nostro servo e ci amò “fino alla fine” (cfr Gv 13,1), fino alla Croce. Siate, dunque, gioiosi testimoni dell’infinita carità di Dio e, imitando l’esempio del diacono san Lorenzo, considerate questi vostri amici uno dei tesori più preziosi della vostra vita.

La mia visita avviene nell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, indetto dal Parlamento Europeo e dalla Commissione Europea. Venendo in questo luogo come Vescovo di Roma, la Chiesa che fin dai primi tempi del Cristianesimo presiede alla carità (cfr S. Ignazio di Antiochia, Lettera ai Romani, 1,1), desidero incoraggiare non solo i cattolici, ma ogni uomo di buona volontà, in particolare quanti hanno responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle diverse istituzioni, ad impegnarsi nella costruzione di un futuro degno dell’uomo, riscoprendo nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna (cfr Lett. enc. Caritas in veritate, 1). La carità, infatti, “è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici” (ibid., 2). Per promuovere una pacifica convivenza che aiuti gli uomini a riconoscersi membri dell’unica famiglia umana è importante che le dimensioni del dono e della gratuità siano riscoperte come elementi costitutivi del vivere quotidiano e delle relazioni interpersonali. Tutto ciò diventa giorno dopo giorno sempre più urgente in un mondo nel quale, invece, sembra prevalere la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse.

L’Ostello della Caritas costituisce, per la Chiesa di Roma, una preziosa occasione per educare ai valori del Vangelo. L’esperienza di volontariato che qui molti vivono è, specie per i giovani, un’autentica scuola in cui si impara ad essere costruttori della civiltà dell’amore, capaci di accogliere l’altro nella sua unicità e differenza. In questo modo l’Ostello manifesta concretamente che la comunità cristiana, attraverso i propri organismi e senza venir meno alla Verità che annuncia, collabora utilmente con le istituzioni civili per la promozione del bene comune. Confido che la feconda sinergia qui realizzata si estenda anche ad altre realtà della nostra Città, in particolare nelle zone dove più si avvertono le conseguenze della crisi economica e maggiori sono i rischi dell’esclusione sociale.

Nel suo servizio alle persone in difficoltà la Chiesa è mossa unicamente dal desiderio di esprimere la propria fede in quel Dio che è il difensore dei poveri e che ama ogni uomo per quello che è e non per quello che possiede o realizza. La Chiesa vive nella storia con la consapevolezza che le angosce e i bisogni degli uomini, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure quelli dei discepoli di Cristo (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 1) e per questo, nel rispetto delle competenze proprie dello Stato, si adopera perché ad ogni essere umano venga garantito ciò che gli spetta.

Cari fratelli e sorelle, per Roma l’Ostello della Caritas diocesana è un luogo dove l’amore non è solo una parola o un sentimento, ma una realtà concreta, che consente di far entrare la luce di Dio nella vita degli uomini e dell’intera comunità civile. Questa luce ci aiuta a guardare con fiducia al domani, certi che anche nel futuro la nostra Città resterà fedele al valore dell’accoglienza, così fortemente radicato nella sua storia e nel cuore dei suoi cittadini.

La Vergine Maria, Salus populi romani, vi accompagni sempre con la sua materna intercessione e aiuti ciascuno di voi a fare di questo luogo una casa dove fioriscono le stesse virtù presenti nella santa casa di Nazaret. Con questi sentimenti, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica, estendendola a quanti vi sono cari e a tutti coloro che in questo luogo vivono e si donano con generosità.

© Copyright 2010 – Libreria Editrice Vaticana

Al termine della visita, il Santo Padre lascia l’Ostello e rientra in Vaticano per la recita dell’Angelus con i fedeli presenti in Piazza San Pietro.

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Il tesoro della Chiesa di Roma


Le lacrime di Benedetto XVI sono il simbolo che più riassume il senso della sua visita all'ostello della Caritas alla stazione Termini di Roma. Lacrime nate dal cuore del Papa e di molti presenti nell'ascoltare il saluto semplice e bello di Giovanna Cataldo, con parole - ha detto la donna con la voce che più volte si è fermata per l'emozione - che "non sono mie ma nostre", cioè di quei volti e soprattutto di quelle anime che in ostello sono state "per un momento o per molto tempo".
E quei volti e quelle anime - donne e uomini, bimbi e vecchi smarriti e soccorsi, dolenti e consolati in nome della carità di Cristo - hanno chiesto al loro vescovo di "resistere alle fatiche del mondo". Per questo hanno assicurato la loro preghiera, per implorare da Dio serenità, forza e speranza per Benedetto XVI, soprattutto "quando i giorni di pioggia si alterneranno ancora a quelli di sole".
Nessuno avrebbe potuto rivolgere parole più toccanti e vere al vescovo di Roma, di quella Chiesa identificata già nei primi decenni cristiani come colei che presiede alla carità. Ed è per questo di esempio al mondo. Non a caso la tradizione lega alla memoria del terzo grande santo romano dopo Pietro e Paolo, il diacono Lorenzo, la considerazione dei poveri come tesoro prezioso. "Questi vostri amici" li ha chiamati Benedetto XVI, che ha incontrato e accarezzato decine di loro mescolati ai volontari, circondato dal cardinale vicario e dai suoi vescovi.
Insieme all'annuncio della verità, la testimonianza della carità appartiene alla missione della Chiesa, ha sottolineato il Papa che ha voluto il termine caritas nel titolo di due sue encicliche. E questa vicinanza del Dio che le liturgie orientali chiamano "amico dell'uomo" si realizza nelle strutture di carità, come quella intitolata a un prete che Roma non dimentica, Luigi Di Liegro:  strutture rese possibili anche dal sostegno di istituzioni pubbliche, che attraverso alcuni loro rappresentanti hanno preso parte alla visita.
Alle istituzioni e alle autorità il vicario di Roma ha chiesto di non ridurre l'aiuto ai poveri in un tempo difficile, nel quale i cuori sembrano indurirsi e che invece richiede la collaborazione di tutti, credenti e non credenti. Come vuole mostrare l'iniziativa europea che vede molti vescovi - in Italia, oltre il presidente della conferenza episcopale e diversi altri, tutti quelli dell'Umbria - seguire e sostenere l'esempio di Benedetto XVI. Che per annunciare il Dio "amico degli uomini" è vicino ai poveri, quegli "amici" che sono il tesoro della Chiesa.

g. m. v.


(©L'Osservatore Romano - 15-16 febbraio 2010)
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