Benvenuto in Famiglia Cattolica
Famiglia Cattolica da MSN a FFZ
Gruppo dedicato ai Cattolici e a tutti quelli che vogliono conoscere la dottrina della Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica Amiamo Gesu e lo vogliamo seguire con tutto il cuore........Siamo fedeli al Magistero della Chiesa e alla Tradizione Apostolica che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Ti aspettiamo!!!

 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Un concerto con musiche di Haydn per l'onomastico del Papa

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2010 11:12
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
19/03/2010 08:58

Un concerto con musiche di Haydn per l'onomastico del Papa

Sette adagi per sette parole


In occasione della solennità di san Giuseppe, il 19 marzo nella Sala Clementina in Vaticano si tiene un concerto che vede in programma Le sette ultime parole di Cristo sulla croce di Joseph Haydn nella versione curata da José Peris Lacasa ed eseguita dal quartetto d'archi Henschel e dal mezzosoprano Susann Kelling.

L'opera musicale Le sette ultime parole di Cristo sulla croce, di Joseph Haydn, è una delle più rappresentative del secolo dei Lumi.
Più di duecento anni ci separano da quell'epoca e, nonostante questo, il suo messaggio spirituale e il suo potenziale espressivo conservano tutta la loro attualità e il loro potere di suggestione. La meravigliosa luce che emana da ciascuna di queste pagine si è mantenuta intatta grazie al genio creativo, alla ricchezza interiore e alla capacità di simbolismo poetico/musicale del maestro di Esterházy.
 Sette movimenti lenti - otto se contiamo l'Introduzione - realizzati con una tale varietà di soluzioni nell'invenzione musicale, nei ritmi, nella dinamica, nelle tonalità, nella scelta dei temi, e in un quadro sonoro ed espressivo eccezionale, che si perde totalmente coscienza della successione di brani di aspetto e dimensione molto simili. Ma soprattutto va segnalato il fattore essenziale che dà un valore assolutamente speciale a questo ciclo:  il clima espressivo è sempre di un'intensità e di un fervore immensamente emozionanti. Haydn così lo intendeva, quando egli stesso ci espose la sua idea:  "Ogni sonata, o ogni testo, è espresso con i soli mezzi della musica strumentale, in modo tale che esso susciterà necessariamente l'impressione più profonda nell'anima dell'ascoltatore, anche il meno avvertito". (Lettera dell'8 aprile 1787 al suo editore londinese William Forster). Nel momento in cui ricevette questo speciale incarico, all'inizio del 1786, Haydn era già un maestro famoso, conosciuto in tutto il mondo musicale, ma subito si sentì affascinato dalla particolare difficoltà del progetto. Nella sua autobiografia, il canonico Maximilian Stadlér (1748-1833) ci spiega che si trovava in casa di Haydn quando ne arrivò la richiesta:  "Domandò anche a me che cosa ne pensassi. Risposi che la cosa migliore mi sembrava, per cominciare, l'adattare alle parole una melodia appropriata, e ripeterla poi con i soli strumenti. È quello che fece, ma ignoro se ne avesse anche lui avuto l'intenzione".
Nel 1801, al momento della pubblicazione da parte di Breitkopf & Härtel della versione vocale dell'opera, fu pubblicato un testo esplicativo e abbastanza plausibile, redatto da Georg August Griesinger (1769-1845), prossimo biografo di Haydn, nel quale ci vengono descritti il contesto e le circostanze di questa creazione, secondo le precise parole dell'autore:  "Circa quindici anni fa, un canonico di Cadice mi ha chiesto di comporre una musica strumentale sulle Sette Ultime Parole di Cristo in Croce. C'era allora l'usanza, nella cattedrale di Cadice, di eseguire ogni anno, durante la Quaresima, un oratorio il cui effetto era singolarmente rinforzato dalle circostanze seguenti. Muri, finestre e pilastri della chiesa erano rivestiti di tela nera; solo una grande lampada appesa al centro rompeva questa sacra oscurità. A mezzogiorno si chiudevano tutte le porte, e allora cominciava la musica. Dopo un preludio appropriato, il vescovo saliva in cattedra, pronunciava una delle sette Parole e la commentava. Quindi discendeva dalla cattedra e si prosternava davanti all'altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Il vescovo saliva in cattedra e ne discendeva una seconda, una terza volta, e così via, e ogni volta l'orchestra interveniva alla fine del sermone. Io ho dovuto tenere conto, nella mia opera, di questa situazione. Il compito, che consisteva nel produrre una successione di sette Adagi, ciascuno della durata di circa dieci minuti, che mantenessero in raccoglimento gli ascoltatori, non era dei più facili".
Ci si è posto un dilemma fondamentale:  possiamo oggi cogliere pienamente il messaggio che Haydn ci vuole trasmettere con la sua musica, ignorando il contesto della sua gestazione e della sua funzione originaria? In altre parole:  come adattare a questo secolo ventunesimo un rituale così particolare, senza tradire il suo senso profondo e senza cadere in una riduzione estetica di un'opera eminentemente spirituale? Più di duecento anni sono passati dalla sua creazione, due secoli tra i più intensi e drammatici di tutta la storia dell'uomo. Due secoli cruciali, che sono stati testimoni della dura lotta dell'uomo per una lenta e difficile conquista d'ideali di giustizia e libertà, tolleranza e solidarietà. Due secoli che, nonostante questo e l'enorme progresso scientifico e tecnologico, sono anche stati, e sono ancora oggi, testimoni di terribili atti di crudeltà e fanatismo, di barbarie e disumanità. Diceva Miguel de Cervantes, per bocca di Don Chisciotte, che "dove c'è musica non ci può essere del male". Ma possiamo, dopo Auschwitz, credere ancora nella capacità della musica e della bellezza di farci più sensibili e più umani? Certamente no, se riusciamo a cogliere e apprezzare soltanto la sua dimensione estetica. Senza dubbio sì, se siamo capaci di percepire pienamente anche la sua dimensione spirituale.


(©L'Osservatore Romano - 19 marzo 2010)
OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
20/03/2010 12:02

Il concerto di Haydn, il miglior regalo per l'onomastico del Papa

Eseguita in Vaticano l'opera sulle sette ultime parole di Cristo sulla croce


di Jesús Colina

ROMA, venerdì, 19 marzo 2010 (ZENIT.org).

Questo venerdì, solennità di san Giuseppe, la Santa Sede ha deciso di offrire in onore di Benedetto XVI, per il suo onomastico, un concerto su “Le sette ultime parole di Cristo sulla croce” di Joseph Haydn.
Il concerto, tenutosi nella Sala Clementina in Vaticano, ha presentato la versione curata dal musicista spagnolo José Peris Lacasa (Maella, Zaragoza, 1924), al quale il Papa ha espresso alla fine il suo apprezzamento, prima di intrattenersi a lungo a parlare con lui.
L'opera musicale, una delle più rappresentative del secolo dei Lumi, è stata eseguita dal quartetto d'archi Henschel de Munich e dal mezzosoprano tedesca, Susann Kelling, che, come ha detto il Papa, “ha messo la sua voce straordinaria al servizio delle parole sante del Signore Gesù”.
Alla fine del concerto, che il Papa ha ascoltato insieme a suo fratello, monsignor Georg Ratzinger, il Santo Padre ha presentato l'opera di Haydn come un esempio “tra i più sublimi di come si possano sposare l'arte e la fede”.
Dopo aver notato come l'ispirazione del compositore si fondi sul Vangelo, il Vescovo di Roma ha quindi mostrato, con le note della musica, come “sulla dura Croce Dio ha pronunciato in Cristo la parola d'amore più bella e più vera, che è Gesù, nel suo donarsi pieno e definitivo. È lui l'ultima parola di Dio, in senso non cronologico ma qualitativo”.
“Forse mi sono spinto un po' oltre con questa riflessione ma la colpa o forse il merito è di Franz Joseph Haydn”, ha detto infine il Papa dopo un discorso incentrato sulla creatività artistica della fede, prima di ringraziare i presenti non solo in italiano, ma anche in tedesco e spagnolo.
Nei giorni scorsi, il musicista José Peris Lacasa aveva spiegato da Madrid, in che modo era nata l'idea del concerto.
“Non so con certezza cosa sia accaduto – ha detto alla stampa -. Alcune persone dei circoli musicali devono aver parlato a Papa Benedetto XVI de 'Le ultime sette parole di Cristo' e lui stesso ha detto: 'Desidero ascoltare questa opera'. E così è cominciato tutto: ho ricevuto lettere, chiamate; e infine si è messo in contatto con me il Prefetto della Casa Pontificia, il Vescovo James Harvey”.

© Copyright Zenit
OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
21/03/2010 10:56

Nella Sala Clementina il concerto in onore di Benedetto XVI in occasione della sua festa onomastica

Quando l'arte comunica una bellezza che è anche verità


L'opera di Joseph Haydn Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce è "un esempio tra i più sublimi, in campo musicale, di come si possano sposare l'arte e la fede". Lo ha detto il Papa al termine del concerto eseguito in occasione della sua festa onomastica venerdì pomeriggio, 19 marzo, nella Sala Clementina.

 Cari amici,
al termine di un ascolto così intenso e spiritualmente profondo, la cosa migliore sarebbe conservare il silenzio e prolungare la meditazione. Tuttavia, sono molto lieto di rivolgervi un saluto e ringraziare ciascuno di voi per la vostra presenza nel giorno della mia festa onomastica, in modo particolare quanti mi hanno offerto questo graditissimo dono. Esprimo la mia cordiale riconoscenza al Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato, per le belle parole che mi ha indirizzato. Saluto con affetto gli altri Cardinali, il Cardinale Decano Sodano, Presuli e Prelati presenti. Un grazie speciale va poi ai musicisti, a partire dal Maestro José Peris Lacasa, compositore strettamente legato alla Casa Reale Spagnola. A lui va il merito di aver elaborato una versione de Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce di Franz Joseph Haydn che riprende quella per quartetto d'archi e quella in forma di oratorio, scritte dallo stesso Haydn. Mi congratulo poi con il Quartetto Henschel per la pregevole esecuzione, e con la Signora Susanne Kelling, che ha messo la sua voce straordinaria al servizio delle parole sante del Signore Gesù.

La scelta di quest'opera è stata davvero felice. Infatti, se da una parte, la sua bellezza austera è degna della solennità di san Giuseppe - di cui lo stesso insigne compositore portava il nome - dall'altra il suo contenuto è quanto mai adatto al tempo quaresimale, anzi, ci predispone a vivere il Mistero centrale della fede cristiana. Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce è, infatti, un esempio tra i più sublimi, in campo musicale, di come si possano sposare l'arte e la fede. L'invenzione del musicista è tutta ispirata e quasi "diretta" dai testi evangelici, che culminano nelle parole pronunciate da Gesù crocifisso, prima di rendere l'ultimo respiro. Ma, oltre che dal testo, il compositore era vincolato anche da precise condizioni poste dai committenti, dettate dal particolare tipo di celebrazione in cui la musica sarebbe stata eseguita. Ed è proprio a partire da tali vincoli così stringenti che il genio creativo ha potuto manifestarsi in tutta la sua eccellenza:  dovendo immaginare sette sonate di carattere drammatico e meditativo, Haydn punta sull'intensità, come scrisse egli stesso in una lettera del tempo:  "Ogni sonata, o ogni testo, è espresso con i soli mezzi della musica strumentale, in modo tale che esso susciterà necessariamente l'impressione più profonda nell'anima dell'ascoltatore, anche il meno avvertito" (Lettera a W. Forster, 8 aprile 1787).

Vi è, in questo, qualcosa di simile al lavoro dello scultore, che deve costantemente misurarsi con la materia su cui opera - pensiamo al marmo della "Pietà" di Michelangelo -, e tuttavia riesce a far parlare quella materia, a far emergere una sintesi singolare e irripetibile di pensiero e di emozione, un'espressione artistica assolutamente originale ma che, al tempo stesso, è totalmente al servizio di quel preciso contenuto di fede, è come dominata da quell'avvenimento che rappresenta - nel nostro caso dalle sette parole e dal loro contesto.

C'è qui nascosta una legge universale dell'espressione artistica:  il saper comunicare una bellezza, che è anche un bene e una verità, attraverso un mezzo sensibile - un dipinto, una musica, una scultura, un testo scritto, una danza, eccetera. A ben vedere, è la stessa legge che ha seguito Dio per comunicare a noi se stesso e il suo amore:  si è incarnato nella nostra carne umana e ha realizzato il massimo capolavoro dell'intera creazione:  "l'unico mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" - come scrive san Paolo (1 Tm 2, 5). Più è "dura" la materia, più sono stretti i vincoli dell'espressione, e maggiormente risalta il genio dell'artista. Così sulla "dura" croce Dio ha pronunciato in Cristo la Parola d'amore più bella e più vera, che è Gesù nel suo donarsi pieno e definitivo:  è Lui l'ultima Parola di Dio, in senso non cronologico, ma qualitativo. È la Parola universale, assoluta, ma è stata pronunciata in quell'uomo concreto, in quel tempo e in quel luogo, in quell'"ora" - dice il Vangelo di Giovanni. Questo vincolarsi alla storia, alla carne, è segno per eccellenza di fedeltà, di un amore talmente libero da non avere paura di legarsi per sempre, di esprimere l'infinito nel finito, il tutto nel frammento. Questa legge, che è la legge dell'amore, è anche la legge dell'arte nelle sue espressioni più alte.

Cari amici, forse mi sono spinto un po' oltre con questa riflessione, ma la colpa - o forse il merito! - è di Franz Joseph Haydn. Ringraziamo il Signore per questi grandi geni artistici, che hanno saputo e voluto misurarsi con la sua Parola - Gesù Cristo - e con le sue parole - le sacre Scritture. Rinnovo il mio grazie a quanti hanno ideato e preparato questo omaggio:  il Signore ricompensi ciascuno con larghezza.

Sehr herzlich danke ich nochmals allen, die diesen Abend ermöglicht haben. Mein besonderer Dank gilt dem Henschel Quartett und dem Mezzosopran Frau Susanne Kelling, die uns mit ihrer ausdrucksvollen Darbietung die Worte des Erlösers am Kreuz in musikalischer Form näher gebracht haben. Vielen lieben Dank!
[Ringrazio sentitamente ancora una volta tutti coloro che hanno reso possibile questa serata. Rivolgo un ringraziamento particolare al Quartetto Henschell e al mezzosoprano, signora Susanne Kelling, che, con la sua espressiva esibizione, ci ha avvicinato in forma musicale alle parole del Salvatore sulla Croce. Molte grazie!].

Saludo muy cordialmente al Maestro José Peris Lacasa, autor de una lograda reelaboración de las Siete últimas Palabras de Cristo en Cruz, de Haydn, y que hoy hemos tenido el gusto de escuchar. Saludo también a los que han venido de España para esta ocasión. Muchas gracias.
[Saluto molto cordialmente il Maestro José Peris Lacasa, autore di una riuscita rielaborazione delle Sette ultime Parole di Cristo sulla Croce, di Haydn, che oggi abbiamo avuto il piacere di ascoltare. Saluto anche quanti sono venuti dalla Spagna per questa occasione. Grazie.].

A tutti rinnovo un saluto cordiale con l'augurio di seguire Gesù da vicino, come la Vergine Maria, per vivere in profondità la Settimana Santa, e celebrare in verità la Pasqua ormai vicina. Con questa intenzione, imparto a voi e ai vostri cari la mia Benedizione.


(©L'Osservatore Romano - 20-21 marzo 2010)
OFFLINE
Post: 31.493
Registrato il: 02/05/2009
Registrato il: 02/05/2009
Sesso: Maschile
21/03/2010 11:12

Gli auguri del cardinale Bertone

Lo stile di san Giuseppe


Prima del concerto, il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, ha rivolto alcune parole augurali al Pontefice.

Beatissimo Padre!
Siamo profondamente grati a Dio e a vostra Santità, per la possibilità che ci è data di presentarle di persona gli auguri più fervidi e devoti, nel giorno della sua festa onomastica.
Penso di interpretare il pensiero di tutti dicendo che chi conosce da vicino vostra Santità è portato a ritenere che vi sia una certa somiglianza tra lei e il suo patrono, san Giuseppe, così come le Scritture, in pochi tratti essenziali, ce lo presentano. Il custode del Redentore infatti era un uomo mite e umile, amante del lavoro discreto e assiduo; era un "uomo giusto", sempre attento a comprendere e seguire la volontà di Dio nella sua vita; era totalmente dedito al servizio della Vergine Maria, sua sposa, che amava più di se stesso, e del Figlio Gesù, nel quale riconosceva e adorava la presenza di Dio, venuto a visitare e salvare il suo popolo.
Ciascuno di questi tratti noi possiamo ravvisarli nella persona di vostra Santità, come se, portando il nome di san Giuseppe, ella avesse saputo imitarlo, assimilandone appunto lo stile spirituale, fatto di atteggiamenti interiori che si riflettono anche all'esterno. Ed effettivamente pensiamo che sia stato così, grazie a una interiore familiarità coltivata nella preghiera.
Noi confidiamo che Gesù, che ha vissuto bambino accanto al padre putativo, voglia manifestare la sua tenerezza verso vostra Santità, che assolve, come il grande Giuseppe, la funzione di custode dell'autentica dottrina di salvezza. Sarà una consolazione in mezzo alle sfide, che la testimonianza coraggiosa di fedeltà alla verità e alla Chiesa incontra nel cammino accidentato della storia.
In questa occasione mi piace ricordare un quadro dedicato a san Giuseppe, che don Bosco ha fatto dipingere nel santuario di Maria Ausiliatrice a Torino. San Giuseppe è raffigurato mentre prende dalle mani della Madonna tante rose e le lascia cadere dolcemente sulla terra. Quest'oggi da san Giuseppe invochiamo una cascata di grazie su vostra Santità.
La nostra gioia è grande anche perché possiamo offrirle un dono speciale, che siamo certi le sarà gradito:  un concerto, ma soprattutto un'elevazione spirituale. Vostra Santità conosce bene l'opera di Haydn sulle "Sette ultime parole di Gesù in Croce". Non osiamo dire nulla, anzi, attendiamo da lei una parola di commento. La particolarità, per i musicisti e per noi, è di poter suonare, cantare e ascoltare questo capolavoro insieme con lei, vorrei dire per lei, nell'affetto e nell'ammirazione che proviamo. Santità, insieme con i nostri voti augurali e con questo omaggio musicale, accolga l'assicurazione della nostra preghiera, che per lei e per tutte le sue intenzioni eleviamo a Dio, affidandola fiduciosi all'intercessione del grande patrono san Giuseppe.


(©L'Osservatore Romano - 20-21 marzo 2010)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:57. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com