A Roma l'incontro annuale del Servizio Europeo per le Vocazioni

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Cattolico_Romano
00giovedì 2 luglio 2009 08:43
A Roma l'incontro annuale del Servizio Europeo per le Vocazioni

ROMA, mercoledì, 1° luglio 2009 (ZENIT.org).- Si svolgerà dal 2 al 5 luglio a Roma l'incontro annuale del Servizio Europeo per le Vocazioni (European Vocations Service, EVS, www.vocations.eu), sul tema “Seminatori del Vangelo della vocazione: una Parola che chiama e invia”.

Un comunicato inviato dagli organizzatori a ZENIT ricorda che “a seguito dell’apertura dell’Anno Sacerdotale da parte di Papa Benedetto XVI, i responsabili nazionali per le vocazioni delle Conferenze Episcopali d’Europa discuteranno il ruolo della Parola di Dio nella vita del sacerdote attraverso una riflessione biblica, sociologica e pedagogico-pastorale”.

La preparazione dell'incontro dell'EVS è stata coordinata dal Vescovo ausiliare di Gniezno (Polonia), monsignor Wojciech Polak, Presidente dell’EVS e Vescovo delegato del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE) per le vocazioni, e dall’attuale coordinatore padre Jean-Pierre Leroy, responsabile dell’Ufficio per le vocazioni della Conferenza Episcopale Belga.

“Il recente Sinodo sulla Parola e la testimonianza dell’Apostolo Paolo ci ricordano l’importanza della Parola di Dio in qualsiasi processo di vocazione cristiana – spiega monsignor Polak nel comunicato –. Attraverso una riflessione biblica, sociologica e pedagogico-pastorale, l’incontro di Roma vuole essere un momento di riflessione sul ruolo della Parola di Dio nella vita del sacerdote e per il suo ministero”.

Questa Parola, osserva il presule, “spesso è all’origine dell’incontro personale con Dio, fonte di ogni voc azione, ma anche oggetto del ministero sacerdotale. Si tratta di approfondire questo legame indissolubile tra vocazione e parola di Dio”.

“In un certo senso, l’incontro di Roma vuole anche essere un ponte tra la riflessione fatta dai Padri sinodali durante il Sinodo sulla Parola di Dio, le numerose iniziative e riflessioni svolte in occasione dell’Anno Paolino e l’attuale Anno Sacerdotale indetto nei giorni scorsi da Papa Benedetto XVI”. L’incontro prevede numerose relazioni da parte di esperti europei. Ogni tema sarà introdotto da una relazione magistrale, seguita da momenti di dibattito che metteranno in luce la ricchezza e le difficoltà delle comunità cristiane in Europa. La riunione sarà scandita dalla celebrazione quotidiana dell’Eucaristia e da numerosi momenti di preghiera.

Sabato 4 luglio, i partecipanti incontreranno in udienza privata Papa Benedetto XVI.

E’ pr evista la partecipazione del Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, di monsignor Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), di monsignor Gianfranco A. Gardin, Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, e di monsignor Italo Castellani, Presidente della Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata della CEI.
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00sabato 4 luglio 2009 06:57
L'arcivescovo Bruguès sulla pastorale delle vocazioni

Il sacerdozio esige senso del dovere e spirito di sacrificio


di Gianluca Biccini

"Le società moderne sono diventate allergiche ai concetti di dovere e spirito di sacrificio", due nozioni che invece da sempre "appartengono al patrimonio comune di tutte le grandi religioni". Hanno preso spunto da questa premessa le riflessioni che l'arcivescovo Jean-Louis Bruguès, segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica, ha offerto giovedì sera, 2 luglio, ai partecipanti all'incontro annuale del Servizio europeo per le vocazioni, in corso a Roma.



All'appuntamento, che culmina sabato 4 con l'udienza di Benedetto XVI, intervengono i responsabili per le vocazioni delle Conferenze episcopali d'Europa, coordinati dal vescovo polacco Wojciech Polak. L'organismo - che esiste a livello informale da una ventina d'anni e ha la propria magna charta nel documento finale del Congresso sulle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, svoltosi a Roma nel 1997 - è stato approvato nel 1999.

Le giornate, scandite da momenti di preghiera e da celebrazioni comuni, hanno per tema ""Seminatori del Vangelo della vocazione":  una Parola che chiama e che invia". E proprio all'icona biblica del seminatore, che consente di tracciare itinerari concreti di pastorale vocazionale, ha fatto riferimento monsignor Bruguès durante la messa a chiusura della prima sessione. Un'omelia incentrata su tre idee-guida:  il richiamo, nel contesto generale delle vocazioni del popolo di Dio, al fatto che ogni vocazione è sempre particolare e personalizzata. Ciò significa - ha spiegato - che gli animatori del settore devono sottolineare la dignità personale di ogni vocazione. "Abramo è solo Abramo e nessun altro quando viene chiamato da Dio".

Per il secondo aspetto il presule francese ha parlato dell'episodio evangelico della guarigione del paralitico. "Cristo - ha puntualizzato - gli restituisce un'integrità esteriore, ma anche interiore". Ciò significa che le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata sono "chiamate a essere veramente noi stessi. Il Signore ci conosce meglio di quanto non ci conosciamo noi stessi - ha suggerito il vescovo domenicano - e ci invita a trovare i veri e autentici noi stessi". Infine:  "Non si può realizzare il piano di Dio se non attraverso il sacrificio". In un tempo che tende a rimuovere questo termine, se non a considerarlo "sospetto", il sacrificio diviene "luogo di scambio dove avviene l'incontro tra il divino e l'umano. Il sacrificio è il mezzo particolare per il quale offriamo al Signore la nostra libertà personale e riceviamo in cambio tutta la forza di Dio".

Da qui la conclusione:  "Non è un caso che il Papa abbia scelto per iniziare l'Anno sacerdotale la festa più sacrificale che c'è:  quella del Sacratissimo Cuore di Gesù. Ora auspichiamo che da questo anno il Popolo di Dio possa riscoprire il gusto, il sapore e anche il posto giusto del sacerdozio". Quindi, richiamando la propria appartenenza all'Ordine dei predicatori, ha confidato ai presenti un sogno:  quello che dopo l'Anno sacerdotale venga indetto un Anno della vita consacrata.

Stamane, venerdì 3, è stato il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Mariano Crociata, a presiedere l'Eucaristia. "L'incontro con la nostra personale chiamata - ha detto - non avviene in uno spazio disincarnato e spiritualistico, come di fronte a un Dio solamente interiore". Al contrario "si compie nell'orizzonte di fede delineato dalla vita e dalla esperienza della Chiesa". Per il presule infatti c'è sempre "una mutua implicazione tra vocazione e Chiesa". Per questo "vocazione ed esperienza ecclesiale non si possono confondere e tuttavia si richiedono l'una con l'altra".

Relazioni e testimonianze di taglio biblico e pedagogico-pastorale stanno caratterizzando i lavori, apertisi con l'intervento della biblista Rosanna Virgili su "Vangelo della vocazione e le dinamiche della chiamata e della risposta". Da questi primi interventi emerge come la nuova situazione culturale dell'Europa richieda un nuovo modo di pensare alle vocazioni:  Gesù, per esempio, all'inizio del proprio ministero scelse i suoi discepoli non tra i dottori della legge ma tra semplici pescatori, che divennero "pescatori di uomini".


(©L'Osservatore Romano - 4 luglio 2009)
Cattolico_Romano
00lunedì 6 luglio 2009 19:57
Il Papa ai partecipanti al Convegno europeo sulla pastorale vocazionale

CITTA' DEL VATICANO, domenica, 5 luglio 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato da Benedetto XVI nel ricevere questo sabato in udienza i partecipanti al Convegno europeo sulla pastorale vocazionale che ha per tema: "Seminatori del Vangelo della vocazione: una Parola che chiama e invia" (Roma, 2-5 luglio 2009).

                                                                       * * *

Cari fratelli e sorelle!È con vero piacere che vi incontro, pensando al prezioso servizio pastorale che svolgete nell’ambito della promozione, dell’animazione e del discernimento delle vocazioni. Siete venuti a Roma per prendere parte a un convegno di riflessione, di confronto e di condivisione tra le Chiese d’Europa, che ha come tema "Seminatori del Vangelo della vocazione: una Parola che chiama e invia", finalizzato a infondere nuovo slancio al vostro impegno a favore delle vocazioni. La cura delle vocazioni costituisce per ogni diocesi una delle priorità pastorali, che assume ancor più valore nel contesto dell’Anno Sacerdotale appena iniziato. Saluto pertanto di cuore i Vescovi Delegati per la Pastorale Vocazionale delle varie Conferenze Episcopali, come pure i Direttori dei Centri Vocazionali nazionali, i loro collaboratori e tutti voi qui presenti.

Al centro dei vostri lavori avete posto la parabola evangelica del seminatore. Con abbondanza e gratuità, il Signore getta il seme della Parola di Dio, pur sapendo che esso potrà incontrare un terreno inadeguato, che non gli permetterà di maturare a motivo dell’aridità, o che ne spegnerà la forza vitale soffocandolo tra cespugli spinosi. Tuttavia, il seminatore non si scoraggia, perché sa che una p arte di questo seme è destinata a trovare il "terreno buono", cioè cuori ardenti e capaci di accogliere la Parola con disponibilità, per farla maturare nella perseveranza e ridonarne con generosità il frutto a beneficio di molti.

L’immagine del terreno può evocare la realtà più o meno buona della famiglia; l’ambiente talvolta arido e duro del lavoro; i giorni della sofferenza e delle lacrime. La terra è soprattutto il cuore di ogni uomo, in particolare dei giovani, a cui voi vi rivolgete nel vostro servizio di ascolto e di accompagnamento: un cuore spesso confuso e disorientato, eppure capace di contenere in sé impensate energie di donazione; pronto ad aprirsi nelle gemme di una vita spesa per amore di Gesù, capace di seguirlo con la totalità e la certezza che viene dall’avere trovato il più grande tesoro dell’esistenza. A seminare nel cuore dell’uomo &eg rave; sempre e solo il Signore. Solo dopo la semina abbondante e generosa della Parola di Dio ci si può inoltrare lungo i sentieri dell’accompagnare e dell’educare, del formare e del discernere. Tutto ciò è legato a quel piccolo seme, dono misterioso della Provvidenza celeste, che sprigiona da sé una forza straordinaria. E’ infatti la Parola di Dio che di per se stessa opera efficacemente quanto dice e desidera.

C’è un’altra parola di Gesù, che utilizza l’immagine del seme, e che si può accostare alla parabola del seminatore: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto" (Gv 12,24). Qui il Signore insiste sulla correlazione tra la morte del seme e il "molto frutto" che esso porterà. Il chicco di grano è Lui, Gesù. Il frutto è la "vita in abbondanza" (Gv 10,10), che E gli ci ha acquistato mediante la sua Croce. E’ questa anche la logica e la vera fecondità di ogni pastorale vocazionale nella Chiesa: come Cristo, il sacerdote e l’animatore devono essere un "chicco di grano", che rinuncia a se stesso per fare la volontà del Padre; che sa vivere nascosto dal clamore e dal rumore; che rinuncia alla ricerca di quella visibilità e grandezza d’immagine che oggi spesso diventano criteri e addirittura scopi di vita in tanta parte della nostra cultura, ed affascinano molti giovani.

Cari amici, siate seminatori di fiducia e di speranza. E’ infatti profondo il senso di smarrimento che spesso vive la gioventù di oggi. Non di rado le parole umane sono prive di futuro e di prospettiva, prive anche di senso e di sapienza. Si diffonde un atteggiamento di impazienza frenetica e una incapacità a vivere il tempo dell’attesa. Eppure, questa può essere l’ora di Dio: la sua chiamata, mediata dalla forza e dall’efficacia della Parola, genera un cammino di speranza verso la pienezza della vita. La Parola di Dio può diventare veramente luce e forza, sorgente di speranza, può tracciare un cammino che passa attraverso Gesù, "via" e "porta"; attraverso la sua Croce, che è pienezza d’amore. E’ questo il messaggio che ci viene dall’Anno Paolino appena concluso. San Paolo, conquistato da Cristo, è stato un suscitatore e formatore di vocazioni, come si vede bene dai saluti delle sue lettere, dove compaiono decine di nomi propri, cioè volti di uomini e donne che hanno collaborato con lui nel servizio del Vangelo.

Questo è anche il messaggio dell’Anno Sacerdotale appena iniziato: il Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney – che costituisce il "faro" di questo nuovo itinerario spirituale – è stato un sacerdote che ha dedica to la sua vita alla guida spirituale delle persone, con umiltà e semplicità, "gustando e vedendo" la bontà di Dio nelle situazioni ordinarie. Egli si è così dimostrato un vero maestro nel ministero della consolazione e dell’accompagnamento vocazionale. L’Anno Sacerdotale offre pertanto una bella opportunità per ritrovare il senso profondo della pastorale vocazionale, come pure le sue scelte fondamentali di metodo: la testimonianza, semplice e credibile; la comunione, con itinerari concertati e condivisi nella Chiesa particolare; la quotidianità, che educa a seguire il Signore nella vita di tutti i giorni; l’ascolto, guidato dallo Spirito Santo, per orientare i giovani nella ricerca di Dio e della vera felicità; e infine la verità, che sola può generare libertà interiore.

Possa, cari fratelli e sorelle, la Parola di Dio diventare in ciascuno di voi sorgente di benedizione, di consolazione e di fiducia rinnovata, perché siate in grado di aiutare molti a "vedere" e "toccare" quel Gesù che hanno accolto come Maestro. La Parola del Signore dimori sempre in voi, rinnovi nei vostri cuori la luce, l’amore, la pace che solo Dio può donare, e vi renda capaci di testimoniare e annunciare il Vangelo, sorgente di comunione e di amore.

Con questo augurio, che affido all’intercessione di Maria Santissima, imparto di cuore a tutti voi la Benedizione Apostolica.

[© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana]
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00giovedì 9 luglio 2009 18:39
Concluso a Roma l'annuale congresso europeo

Le vocazioni priorità pastorale per ogni diocesi


di Gianluca Biccini

La cura delle vocazioni dev'essere "una delle priorità pastorali per ogni diocesi", soprattutto "nel contesto dell'Anno sacerdotale appena iniziato". Ne è convinto Benedetto XVI, che nei giorni scorsi ha avuto occasione di ribadirlo incontrando gli animatori di pastorale vocazionale del vecchio Continente, riunitisi a Roma per il congresso dell'European vocation service (Evs).



Quattro giornate - dal 2 al 5 luglio - durante le quali ottantotto delegati di ventidue Chiese europee hanno vissuto un'esperienza di fraternità, preghiera e studio. È stato anche eletto il nuovo consiglio di coordinamento chiamato ad affiancare il vescovo polacco Wojciech Polak nel suo incarico di presidente dell'Evs, organismo della Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa.

Dopo aver ringraziato l'abbé belga Leroy e i suoi collaboratori, che hanno prestato il servizio nell'ultimo triennio, l'assemblea ha eletto coordinatore per il prossimo mandato il sacerdote Jorge Madureira, direttore del Centro nazionale vocazioni del Portogallo. Come vice sono stati scelti, il suo omologo polacco, il sacerdote Marek Dziewiecki, e la professoressa Paule Zellitch, membro permanente del Servizio nazionale vocazioni di Francia e capo redattore della rivista Eglise et Vocation. Fissati anche luogo e data del prossimo convegno, che si terrà in Ungheria dal 1° al 4 luglio 2010.

E se il tema dei lavori di questa edizione "Seminatori del Vangelo della vocazione:  una Parola che chiama e invia" faceva esplicito riferimento all'icona evangelica del seminatore, è stato il Papa - durante l'udienza del 4 luglio ai congressisti - a sottolineare che "a seminare nel cuore dell'uomo è sempre e solo il Signore". Mentre soltanto dopo "ci si può inoltrare lungo i sentieri dell'accompagnare e dell'educare, del formare e del discernere". Da qui l'invito a tutti i presenti a essere "seminatori di fiducia e di speranza".

C'è poi un altro rimando all'immagine del seme:  è quella del "chicco di grano caduto in terra" - riferita dall'evangelista Giovanni (12, 24) - nella quale è possibile ritrovare "la logica e la vera fecondità di ogni pastorale vocazionale nella Chiesa":  sacerdoti e animatori capaci di rinunciare a sé stessi, che sappiano vivere nascosti dal clamore e dal rumore e rinunciare alla ricerca di visibilità e grandezza d'immagine, divenute oggi troppo spesso "criteri e addirittura scopi di vita", soprattutto tra i giovani.

Il congresso di quest'anno è stato organizzato dal Centro nazionale vocazioni italiano, presieduto da monsignor Italo Castellani, arcivescovo di Lucca, e coordinato da don Nico Dal Molin, direttore del Cnv. Le relazioni sono state affidate alla biblista Rosanna Virgili, al teologo e pastoralista Paul M. Zulehner, allo stesso arcivescovo Castellani e a padre Amedeo Cencini, psicologo e formatore.

Per la Virgili ogni vocazione dell'uomo, altro non è se non la conseguenza di una vocazione "primordiale" che coinvolge Dio stesso:  è Lui che per primo ascolta la voce dell'umanità e decide liberamente di coinvolgersi nelle vicende della storia del popolo d'Israele. Questo coinvolgimento arriverà alla scelta di divenire uomo in Cristo. L'incarnazione del Verbo rappresenta per Dio un "contro-esodo":  dalla terra promessa il Signore esce, si spoglia, per entrare nell'"Egitto" dell'umanità, fin nelle fasce più marginali ed emarginate, le stesse dove il Figlio cercherà e chiamerà i suoi primi collaboratori. Ogni vocazione cristiana allora, altro non è che la partecipazione a questa libera scelta di Dio di stare accanto all'umanità che grida. Come Gesù e come la Chiesa primitiva hanno dovuto superare i modelli forniti dall'Antico Testamento, così anche la Chiesa di oggi è chiamata a superare strutture che impediscono di stare accanto all'uomo. Zulehner, docente della Facoltà Teologica di Vienna, ha offerto una lettura in parallelo tra la vocazione del profeta Samuele e la situazione odierna, avvalendosi dei risultati delle proprie ricerche. Il risultato è che la Chiesa nell'Europa occidentale, oltre a un progressivo invecchiamento anagrafico, rischia di perdere la capacità di essere affascinante per i giovani.

L'arcivescovo Castellani ha tracciato una sintesi del cammino della pastorale vocazionale nella Chiesa italiana a partire dal documento del 1985 fino alla scelta di dedicare il prossimo decennio al tema dell'educare. Ha chiuso la serie padre Cencini, per il quale la pastorale vocazionale si identifica con il primo annuncio della fede:  essa è parte integrante del kerygma e non esiste proposta di fede, se non tradotta nell'esigenza di una proposta personale. Urge quindi una svolta missionaria, in cui è fondamentale il ruolo dell'animatore vocazionale.


(©L'Osservatore Romano - 10 luglio 2009)
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