Il vescovo Debernardi al sinodo dei metodisti e valdesi

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Cattolico_Romano
00martedì 25 agosto 2009 23:50


Il vescovo Debernardi al sinodo dei metodisti e valdesi

Il rischio di non ascoltarsi più


Torre Pellice, 25. "Dobbiamo rivalutare il comandamento dell'amore e lavorare insieme per il bene della città". Il vescovo di Pinerolo, monsignor Piergiorgio Debernardi, ha salutato, ieri, l'assemblea del sinodo delle Chiese metodiste e valdesi, che si sta svolgendo (si concluderà il 28 agosto) a Torre Pellice presso Torino.

"Dobbiamo continuare a stare vicendevolmente in ascolto, non ci dobbiamo stancare mai. Perché oggi sembra proprio questo il rischio:  di non ascoltarci più", ha affermato il vescovo di Pinerolo, il quale ha portato ai partecipanti i saluti del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e del vescovo Vincenzo Paglia, presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso.

Nel suo discorso monsignor Debernardi non ha nascosto le difficoltà che in questi anni sta attraversando il cammino ecumenico, ma ha anche ricordato come, nello scalare la montagna, in prossimità della meta, l'aria si fa sempre più rada e il passo più faticoso. Eppure, passi importanti nel dialogo ecumenico si sono verificati anche quest'anno:  il presule ha così ricordato il iv Convegno ecumenico nazionale svoltosi a Siracusa intorno alla figura dell'apostolo Paolo; la firma, a giugno, del documento sui matrimoni misti tra l'Unione cristiana evangelica battista d'Italia e la Conferenza episcopale italiana; il lavoro comune per la traduzione e la diffusione della Bibbia a livello nazionale.

In riferimento alla crisi economica che ha colpito anche il Pinerolese, il vescovo ha ricordato come valdesi e cattolici, attraverso un apposito fondo ecumenico di solidarietà, insieme tentano di dare delle risposte concrete di aiuto ad alcune famiglie:  "Un'esemplare sinergia".
"Soprattutto ci unisce - ha dichiarato monsignor Debernardi - la volontà di continuare a predicare il vangelo, e soprattutto di praticarlo".

Il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste è entrato nel vivo dei lavori. Tra i primi temi all'attenzione dei circa 180 deputati che lo compongono - metà pastori e metà laici eletti dalle comunità locali - la questione dell'immigrazione. La preoccupazione espressa è che si finiscano per moltiplicare "le occasioni in cui lo straniero potrà diventare clandestino" e quindi perdere "tutte le fondamentali tutele".

Sempre a riguardo dell'immigrazione si è anche parlato del progetto "Essere Chiesa insieme" (ECi), un progetto - è stato sottolineato - volto a studiare e sperimentate un modo "possibile e creativo" per "integrare nelle comunità i nostri fratelli e le nostre sorelle immigrati che sempre più popolano le nostre Chiese in Italia". Intanto - ha detto il valdese Paolo Naso - si tratta di "quantificare una presenza che è stata sottovalutata", un "fenomeno che fa dell'immigrazione evangelica la terza realtà migratoria presente sul nostro territorio dopo quella musulmana e ortodossa". Su trecento comunità evangeliche presenti nel Paese, duecento "hanno una presenza significativa di immigrati". A Torre Pellice si è parlato di quattrocento/cinquecentomila immigrati evangelici, appartenenti per lo più alle Chiese pentecostali e libere ma anche alle Chiese storiche, soprattutto metodiste e presbiteriane. La sfida - ha detto Naso - è passare dalla "fase dell'incontro" alla fase della "testimonianza di una fratellanza possibile da rendere alla città in un tempo in cui le politiche migratorie destano gravissime preoccupazioni".

Intanto per giovedì 27 è stata indetta una giornata di preghiera e di digiuno in solidarietà con gli immigrati.


(©L'Osservatore Romano - 26 agosto 2009)
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