Gli arabi hanno legato il loro nome all’ideale della vita nomade e ne hanno rappresentato il prototipo nella figura del beduino, inteso non soltanto come allevatore errante di stirpe semitica, ma anche come un uomo bellicoso unito ai suoi simili in strutture di carattere tribale.Che cosa abbia spinto alcuni sedentari ad abbandonare la città e intraprendere la via del deserto, non è appurato. Ma è chiaro che questo ha permesso l’attraversamento del deserto stesso per cui gli insediamenti situati nelle oasi rappresentarono un momento di tappa e respiro per le carovane. La mobilità beduina, si rivelò essenziale allo sviluppo degli scambi sui quali i centri urbani prosperavano.
2. La società beduina
I beduini non conoscevano altra organizzazione sociale che la tribù dove prevalevano i legami orizzontali sulla struttura gerarchica per cui non esistevano che forme limitate di autorità. Il signore detto sayyid che come amir era dotato di eloquenza, non era investito di un’autorità istituzionalizzata, ma piuttosto era come un primis inter pares, con funzioni legate a quelle della rappresentanza, dell’arbitrato e della mediazione. Lo spirito di eguaglianza alimentava un profondo senso di solidarietà, per cui appartenere a questa unità era garanzia di sostegno e di sicurezza.
Date le frequenti carestie, le tribù erano abituate a spostarsi con le pastorizie in cerca di nuovi pascoli. Quando non si trovava da vivere, venivano rapinati i vicini. Alla razzia era perciò contrapposta la legge del taglione: l’individuo che si riteneva ingiustamente colpito, poteva contare sulla vendetta dei membri del suo gruppo.
Sebbene le regole della società non fossero scritte, erano ugualmente vincolanti e il gruppo si faceva custode e garante di esse.
3. L’Arabia felix e i regni del Nord
La situazione era molto diversa nelle ragioni meridionali e settentrionali della penisola.
L’ARABIA DEL NORD
Conosciuta dalla Bibbia come il mitico regno della Regina di Saba, era una zona dalle favorevoli condizioni climatiche che permisero il sorgere di una civiltà sedentaria che aveva fatto della produzione delle essenze la sua fortuna. Il clima favorevole era determinato dalle alte catene montuose contro le quali si infrangono gli umidi venti monsonici dell’Oceano Indiano, causando abbondanti precipitazioni che permetto, nei terrazzamenti distribuiti sulle varie altitudini, diverse e fruttuose coltivazioni.
Queste caratteristiche geografiche e quelle economiche hanno determinato un tipo di organizzazione sociale sconosciuto al resto della penisola. Prima dell’avvento dell’Islam, veniva praticata una religione politeista con l’adorazione di dei e dee ai quali venivano offerti molto probabilmente anche sacrifici umani.
L’ARABIA DEL SUD
Diversa era la situazione nell’Arabia del Sud dove, piuttosto che popolazioni propriamente sedentarie, prevalevano effimere confederazioni di tribù seminomade. Alcune di esse, affascinate dal mondo latino, composero un corpo di truppe arabe al servizio dei romani col nome di Equites saraceni thamudeni. Molto legato al mondo greco fu l’effimero regno di Lihyan, decaduto prima ancora dell’avvento dell’Islam. Approfittando della debolezza di questi stati del Sud, i beduini facevano periodiche incursioni fino ai confini del regno del Nord, travolgendo al loro passaggio ogni difesa e dilagando nei centri sedentari facendoli regredire.
Cultura e valori dell’epoca preislamica
L’antica civiltà araba aveva uno dei sui cardini nel concetto di Tradizione, Sunna che poi, nell’islamismo, assumerà un aspetto molto più religioso e giuridico. Un altro dei cardini era la solidarietà sia all’interno che all’esterno del gruppo e quindi anche verso lo straniero e il viaggiatore. L’arabo di distingueva per la fierezza, il coraggio, la pazienza e l’ospitalità.
La religione dei beduini
Contrariamente a come lasciano intendere i testi islamici, la religione premusulmana non era affatto primitiva e superficiale ed era un insieme di credenze piuttosto complesso, di atteggiamenti, costumi e tradizioni. Agli dei che popolavano i templi venivano offerti i prodotti della terra e sacrifici di bestiame, mentre non è sicuramente assodata la pratica di sacrifici umani. Questa religione aveva anche un carattere astrale dove i corpi di maggiore attrazione erano la luna, il sole e Venere. Venerati venivano anche i demoni, una sorta di spiriti del deserto e le pietre. Il Corano racconta che all’entrata del Profeta nel tempio della Mecca, ben 360 idoli caddero a terra e si infransero. I templi erano custoditi da famiglie dette haram, carattere sacro veniva riconosciuto a tutti gli atti siglati nei tempi.
Presenza ebraica e cristiana
In Arabia erano presenti comunità ebraiche e cristiane che influirono nell’orientamento monoteistico, se non altro suscitando l’ammirazione degli arabi.
- I più antichi stanziamenti ebraici in Arabia vengono fatti risalire al VI secolo avanti Cristo e la loro presenza è attestata dai rapporti tra Salomone e la regina di Saba. In seguito alle campagne di Roma in Palestina, tra il I e il II secolo, la compagine ebraica aumentò notevolmente soprattutto in alcune città come Higiaz. Gli ebrei erano ben inseriti nella società e dediti all’agricoltura, ma non mancavano commercianti, tessitori, orafi e banchieri.
- La presenza cristiana si fa risalire al VI secolo, collegata forse con la Chiesa di Nagran che ebbe notevole influenza anche politica, essendo riuscita a far rimuovere dal potere il re ebreo Die Nuws. Anche alle frontiere con la Siria, il cristianesimo era presente in forme varie e spesso anche eterodosse.