Un abbraccio ecumenico nel segno di san Marco

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Cattolico_Romano
00lunedì 27 aprile 2009 12:25
Nella celebrazione per il patrono di Venezia consegnata una reliquia all'esarca Gennadios

Un abbraccio ecumenico nel segno di san Marco




Venezia, 25. "Mai forse come oggi, in un mondo che va smarrendo la verità della presenza di Dio nella storia, mentre la fatica e la sofferenza del vivere continuano a bussare alla nostra porta, c'è bisogno da parte di noi credenti di un'umile e forte testimonianza di quell'amore misericordioso - che si fa partecipe, accogliente e solidale - che un giorno gratuitamente ci ha raggiunti e ci ha presi in braccio". Queste le parole pronunciate oggi, festa di san Marco, patrono di Venezia, dal cardinale Marco Cé, patriarca emerito della città lagunare, nell'omelia durante la messa solenne presieduta nella basilica dedicata al santo. Alla messa erano presenti il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia e il vescovo ausiliare Beniamino Pizziol.

La celebrazione di quest'anno ha costituito un particolare momento di unione tra cattolici e ortodossi. Al termine della liturgia è infatti stata consegnata nelle mani dell'arcivescovo d'Italia e Malta, esarca per l'Europa meridionale del Patriarcato ecumenico, Gennadios, una preziosa reliquia di sant'Atanasio, il cui corpo è custodito nella parrocchia di San Zaccaria a Venezia. "Un segno straordinario del fraterno affetto che lega i cristiani - ha affermato il cardinale Scola - è il dono della reliquia di sant'Atanasio vescovo che mi accingo a fare a nome di tutto il patriarcato - nelle mani del metropolita ed esarca Gennadios - a Sua Beatitudine Bartolomeo, Patriarca di Costantinopoli". Il porporato ha sottolineato che "l'intensa fedeltà con cui i nostri fratelli ortodossi venerano le reliquie dei santi sta progressivamente ridestando in noi veneziani un più profondo senso dell'incarnazione del Figlio di Dio fatto uomo". E ha aggiunto:  "La fede cristiana infatti, sulla scia di quella dei nostri fratelli ebrei, è la fede in un Dio incarnato che si è compromesso con la storia".

Il patriarca di Venezia ha quindi concluso:  "Eminenza reverendissima, porgo a lei e, attraverso di lei, a Sua Beatitudine Bartolomeo, uno speciale abbraccio di comunione e di pace, associandomi a quello che so essere anche il vostro ardente desiderio:  l'unità dei cristiani, così necessaria nel mondo di oggi possa, per la potenza dello Spirito, manifestarsi quanto prima in forme più piene".

Ricordando il santo patrono della città, il cardinale Scola ha detto che "l'intercessione di Marco, unita a quella della Vergine Santissima, ha altresì di mira i bisogni e le sofferenze di tutti noi, così come non trascura la memoria della liberazione del nostro Paese, che cerca pace nell'importante ricorrenza civile di oggi". "A essa con forza aneliamo - ha esortato il porporato - soprattutto in questo tempo segnalato dal mare oscuro della crisi economica di cui non pochi bambini, anziani, donne e uomini stanno soffrendo, in modo particolare nei Paesi poveri". Nel suo intervento il cardinale ha espresso un pensiero anche nei confronti "degli amati fratelli dell'Aquila, duramente provati dal recente terremoto".



(©L'Osservatore Romano - 26 aprile 2009)
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