Vita di un mago
Ma chi è Giordano Bruno ? Frate domenicano apostata, fuggito nel 1576 dal convento napoletano di San Domenico Maggiore per sottrarsi a un processo per eresia, ha attraversato l’Europa conquistandosi una fama crescente di grande mago, di iniziato ai misteri della tradizione ermetica; la dote che più lo distingue e lo fa notare è il possesso di una memoria prodigiosa, risultato di una sofisticata mnemotecnica che coltiva fin dalla giovinezza. Intimo di re e principi, si muove ai più alti livelli in un’Europa straziata dalle guerre di religione. Le sue esperienze più importanti le compie a Ginevra nel 1579, dove aderisce al calvinismo per poi essere scomunicato, processato e costretto ad un’umiliante abiura ; in Francia, alla corte di re Enrico III di Valois, che lo accoglie e lo protegge ; in Inghilterra dove frequenta la regina Elisabetta e i circoli di corte scrivendo, fra il 1583 e il 1585 alcune delle sue opere più celebri, come La cena de le ceneri, De la causa, principio et Uno e lo Spaccio de la bestia trionfante.
Secondo la studiosa inglese Francis Yates Bruno è in realtà stato inviato in Inghilterra dal re francese con un preciso mandato politico-culturale : convertire i circoli colti che ruotano attorno alla corte inglese alla nuova forma di religiosità egiziana, di natura magica, della quale Bruno appare come l’annunciatore e il maestro in virtù della sua profonda conoscenza e rielaborazione della tradizione ermetica. Enrico III spera che, anche sulla base di questa nuova forma di religione neopagana (che avrebbe dovuto mantenere i tratti esteriori del cattolicesimo e il cui punto di forza sarebbe dovuto consistere nella capacità di superare gli odi e i conflitti di religione), sia possibile -mettendo al bando in entrambi i paesi gli opposti estremismi religiosi, cattolico e puritano- un riavvicinamento fra il regno di Francia e il regno d’Inghilterra in funzione antispagnola. In questi anni infatti sta divampando il conflitto che oppone Filippo II di Spagna ai Paesi Bassi e che sfocerà, alla fine degli anni ottanta, nell’attacco dell’Invencible Armada all’Inghilterra.
La tesi della Yates, decisamente ricca di fascino, non è in contrasto, ma anzi si sposa perfettamente, con la tesi rivoluzionaria sviluppata dallo storico inglese John Bossy nel suo testo Giordano Bruno and the Embassy Affair (1991) in cui viene mostrato, sulla base di una ricca e complessa serie di riscontri documentali, come, con grande probabilità, Bruno abbia operato in qualità di spia all’interno dell’ambasciata francese a Londra, presso la quale viveva come ospite dell’ambasciatore Michel de Castelnau. Bruno avrebbe collaborato con i servizi segreti inglesi di sir Francis Walsingham per sventare i progetti dei cattolici inglesi, appoggiati dalla potente famiglia francese dei Guisa, contro Elisabetta. In questo ruolo occulto Bruno, oltre a tradire la fiducia dell’ambasciatore che lo ospita e lo protegge in più occasioni e al quale dedica diverse delle sue opere, non esita ad usare la sua attività di sacerdote, che esercita segretamente all’ambasciata, per carpire in sede di confessione informazioni utili alla sua attività spionistica. Secondo Bossy la motivazione fondamentale di questa sua attività è un profondo e inestinguibile odio per il papato e la Chiesa cattolica.
Dopo l’intensa esperienza inglese Bruno torna per un breve periodo a Parigi e, successivamente, vive in diverse città dell’area tedesca per periodi più o meno lunghi, come Marburgo, Wittemberg, dove tesse un appassionato elogio di Lutero, Praga, Helmstadt (dove riceve la terza scomunica, dai luterani, dopo quella cattolica e calvinista), Zurigo, Francoforte. Qui viene raggiunto da un invito a recarsi a Venezia, dove giunge prima dell’agosto del 1591.
__________________________________________________