00 05/11/2008 20:03
Nel 1274 il concilio di Lione ha confessato che "lo Spirito Santo procede eternamente dal Padre e dal Figlio non come da due principi, ma come da uno solo ( tamquam ex uno principio )" (Denz 850). È chiaro, alla luce del concilio del Laterano, il quale ha preceduto il II concilio di Lione, che l'essenza divina non può essere "l'unico principio" della processione dello Spirito Santo. Il Catechismo della chiesa cattolica , nel n. 248, interpreta come segue tale formula: "L'ordine eterno delle persone divine nella loro comunione consustanziale implica che il Padre sia l'origine prima dello Spirito in quanto "principio senza principio" (Denz 1331), ma pure che, in quanto Padre del Figlio unigenito egli con lui sia "l'unico principio dal quale procede lo Spirito Santo" (cf. II concilio di Lione, Denz 850)".

Per la chiesa cattolica "la tradizione orientale mette soprattutto in rilievo che il Padre, in rapporto allo Spirito, è l'origine prima. Confessando che "lo Spirito procede dal Padre (ek tou Patròs ekporeuomenon cfr. Gv 15,26)", afferma che lo Spirito procede dal Padre attraverso il Filgio. La tradizione occidentale dà maggiore risalto alla comunione consustanziale tra il Padre e il Figlio affermando che lo Spirito procede dal Padre e dal Figlio ( Filioque ) (...). Questa legittima complementarità, se non viene inasprita, non scalfisce l'identità della fede nella realtà del medesimo mistero confessato" ( CCC 248). Consapevole di ciò, la chiesa cattolica ha rifiutato che sia aggiunto un kaì tou Yiou alla formula ek tou Patròs ekporeuomenon del simbolo di Nicea-Costantinopoli nelle chiese, anche di rito latino, che l'utilizzano in greco; l'uso liturgico di questo testo originale è in effetti rimasto sempre legittimo nella chiesa cattolica.

Il Filioque della tradizione latina, se situato in un corretto contesto, non deve condurre a una subordinazione dello Spirito Santo nella Trinità. Anche se la dottrina cattolica afferma che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio nella comunicazione della loro divinità consustanziale, essa riconosce tuttavia la realtà della relazione originale che lo Spirito Santo intrattiene con il Padre in quanto persona, relazione che i Padri greci esprimono con il termine ekporeusis.
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