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Quando diede alla luce Gesù, Maria era vergine (Luca 1:34-38), ma il concetto della verginità perpetua di Maria è antiscritturale.



Strano che per Lutero o Calvino che si rifacevano come te alla sola Scrittura la perpetua verginità era Scritturale, e chiamavano coloro che la negavano eretici, ma può anche darsi che tu sia superiore a Lutero e Calvino, ma francamente ne dubito.
 


Matteo 1:25, parlando di Giuseppe, dichiara: “E non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio”. Il termine “finché” indica chiaramente che Giuseppe e Maria non si unirono sessualmente se non dopo la nascita di Gesù.



Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l angelo del Signore e prese con sé lasua sposa; ma non si accostò a lei, fino alla nascita del figlio; e gli pose nome Gesù. (Mt 1, 24-25)
(Testo tratto dalla Nuovissima versione della Bibbia, 1991)
 

Qualche manoscritto della versione siriaca aggiunge (o sostituisce) a non si accostò a lei la frasee visse santamente con lei .
 

La traduzione interlineare di A.Bigarelli (1998) suona così: Alzatosi allora Giuseppe da il sonno, fece come ordinò a lui l angelo del Signore e prese lamoglie di lui, e non conobbe lei finché non partorì (un) figlio; e chiamò il nome di lui Gesù (Mt 1,24-25)
 

Una lettura superficiale del testo potrebbe lasciar supporre che, con le parole fino a o finché non , l'evangelista volesse intendere che Giuseppe non toccò Maria prima della nascita di Gesù,ma che in seguito lo fece.
 
Questa interpretazione è fuorviante, in quanto Mt, in realtà, non ha alcun interesse a riferire come
andassero i rapporti tra Maria e Giuseppe dopo la nascita di Gesù.
Il suo scopo prioritario è mettere per iscritto il Vangelo di Gesù Cristo, non le memorie di Maria.
La frase citata ha l'obiettivo di chiarire che la nascita di Gesù di Nazaret è senza alcun dubbio opera dello Spirito Santo, e che non è mai esistita la possibilità di inquinamento del concepimento divino con il seme di Giuseppe, il quale si astenne dalla sua sposa per l'intera gravidanza, fino al
parto.
Quel che accadde in seguito non interessa, per ora, a Mt, che, così come non afferma la perpetua
verginità di Maria, nemmeno la nega.
Ad ogni buon conto, anche da un punto di vista logico, affermare che un certo tipo di evento non si è ancora verificato fino ad un dato momento, non significa necessariamente che esso si avvererà in seguito. Per esempio, se io dico che fino ad oggi non ho ancora avuto incidenti in auto, ciò non
significa che io intenda che ne avrò in futuro.






Giuseppe e Maria ebbero parecchi figli dopo che nacque Gesù. Gesù ebbe quattro fratellastri: Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda (Matteo 13:55). Egli ebbe anche delle sorellastre, di cui non conosciamo però il nome e il numero (Matteo 13:55-56).  




Nei testi di ambiente greco classico, la parola adelphos indica effettivamente il fratello carnale, figlio degli stessi genitori.
Il concetto di fratello couterino insito nell etimologia del termine viene
tuttavia ampliato ed esteso ai figli di uno stesso genitore, compreso il padre.
Adelphos può quindi
indicare il fratello in senso stretto, oppure il fratellastro.

Non mancano delle eccezioni a questa regola.
L'imperatore Marco Antonino, per esempio, chiama adelphos il padre di suo genero, Severo.
Esiste poi un iscrizione greca risalente al III secolo a.C. in cui una donna, maritata a suo cugino,
viene chiamata sua sorella e moglie.
A volte, poi, il termine adelphos viene utilizzato con intento elogiativo, indipendentemente dai rapporti di parentela: per es. Caligola chiama Tiberio, figlio di Druso e di sua zia Livilla, per
discendenza cugino, per affetto fratello.

Nei testi ellenistici di provenienza orientale il termine adelphos assume una gamma di significati ancora più ampia: secondo l'esperta papirologia Orsolina Montevecchi (1957), nei papiri esso può
significare fratello (o sorella) in senso stretto, ma anche cugino, cognato, parente, marito (o moglie).
Tale ampiezza di significati è ben documentata nei testi greci provenienti da ambienti semitici.
Nelle lingue ebraica ed aramaica, che sono lessicamente molto più povere del greco, manca un termine specifico per esprimere il concetto di cugino o cugina, per cui molto spesso si ricorre alla
parola fratello (in ebraico ‘āh; in aramaico ‘ăha ) o sorella (in ebraico ‘āhôt; in aramaico ‘ăhātā ).

Solo per i parenti del fratello del padre l'ebraico dispone di termini più brevi. Il fratello del padre viene indicato con la parola dôd. Suo figlio, ovvero il nipote per parte di padre, può essere chiamato ben-dôd e sua figlia bat-dôd.
 
Per indicare il figlio o la figlia della sorella del padre bisogna ricorrere a complicate circonlocuzioni, che diventano ancora più complesse dovendo parlare dei parenti del fratello o della
sorella della madre, mancando termini adeguati per esprimere questo rapporto di parentela.
Per evitare lunghi giri di parole, nel testo masoretico, ovvero nell'Antico Testamento ebraico, è attestato un uso molto ampio della parola fratello/sorella. I termini ‘āh ed ‘ăhā’ (fratello), ovvero ‘āhôt e ‘ăhātā’ (sorella), vengono adoperati per indicare i
rapporti di parentela più vari:
Fratello, ovvero figlio degli stessi genitori (es. Caino e Abele): Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: Ho acquistato un uomo dal Signore . Poi partorì ancora suo fratello Abele
. (Gen 4, 1-2)

Fratellastro, ovvero figlio dello stesso padre ma di madre diversa (es. i figli di Giacobbe,avuti da quattro mogli diverse): Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con i fratelli. Egli era giovane e stava con ifigli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre
. (Gen 37, 2)
Si noti che Giuseppe, essendo figlio di Rachele, aveva come fratello effettivo solo Beniamino.

Parente, cugino, o comunque membro del clan familiare:

Abram disse a Lot: Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli .
(Gen 13, 8)
(Abramo chiama fratello il nipote Lot, figlio di suo fratello).
Figli di Macli: Eleazaro e Kis. Eleazaro morì senza figli, avendo soltanto figlie; le sposarono i figlidi Kis, loro fratelli.
(1Cr 23, 21-22)
(i figli di Kis, fratello di Eleazaro, sono i cugini in primo grado delle figlie di Eleazaro)

Membri della stessa tribù del popolo di Israele:

Il Signore parlò a Mosé: Questo riguarda i leviti: da venticinque anni in su il levita entrerà aformare la squadra per il servizio nella tenda del convegno. Dall'età di cinquant anni si ritirerà dalla squadra del servizio e non servirà più. Aiuterà i suoi fratelli nella tenda del convegno sorvegliando ciò che è affidato alla loro custodia; ma non farà più servizio. Così farai per i leviti,per quel che riguarda i loro uffici. (Nm 8, 23-26)

Amico o alleato:

Perché son caduti gli eroiin mezzo alla battaglia?Gionata, per la tua morte sento dolore,l angoscia mi stringe per te,fratello mio Gionata!
(2Sam 1, 25-26)
(Davide si rivolge qui a Gionata, figlio di Saul, con il quale non ha legami di parentela).

Collega, ovvero persona che svolge un medesimo incarico o è investito di una medesima
autorità:

Si legarono sacchi ai fianchi e corde sulla testa, quindi si presentarono al re d Israele e dissero:Il tuo servo Ben-Hadad dice: Su, lasciami in vita! . Quegli domandò: E ancora vivo? Egli è mio fratello! .
(1Re 20, 32)
(Acab, re d Israele, parla di Ben-Hadad, re di Aram)

Prossimo, ovvero persona verso la quale si hanno degli obblighi morali:

Ognuno si guardi dal suo amico,non fidatevi neppure del fratello, poiché ogni fratello inganna il fratello,e ogni amico va spargendo calunnie
(Ger 9, 3).

Compagno di fede:

In quel tempo diedi quest'ordine ai vostri giudici: Ascoltate le cause dei vostri fratelli e giudicate con giustizia le questioni che uno può avere con il fratello o con lo straniero che sta presso di lui
(Dt 1, 16).

In tutti questi casi, la traduzione in greco detta dei Settanta , realizzata tra il III ed il I sec. a.C.,comprendente il testo masoretico ed altri scritti, chiamati deuterocanonici, adopera il termine adelphos
.

Anche gli scritti del Nuovo Testamento furono redatti in un greco ellenistico ricco di semitismi e inessi la parola adelphos è caratterizzata dalla stessa ampiezza di significati che caratterizza il termine
ebraico/aramaico che sta per fratello nel testo masoretico.

Vediamo alcuni esempi della polisemia della parola adelphos nel Nuovo Testamento:

Fratello in senso stretto (figlio degli stessi genitori):

Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò
(Mt 4, 20)
Tra costoro Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli diZebedeo
(Mt 27, 56)
(Giacomo maggiore e Giovanni, apostoli, erano figli di Zebedeo e di Salome).

Fratellastro (un solo genitore in comune):

Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Itumea e della traconitide
(Lc 3, 1)
Erode Antipa e Filippo erano entrambi figli di Erode il Grande, ma avevano madri diverse: Maltace
e Cleopatra di Gerusalemme.

Parente o cugino:

Il caso specifico si riferisce proprio ai presunti fratelli di Gesù, come verrà dimostrato in seguito.
Per ora soprassediamo.

Discepolo di Gesù:

Ma voi non fatevi chiamare rabbì , perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli (Mt
23, 8)

Compagno di fede, credente:

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen. (Gal 6, 18)
 

Se ne può concludere che l'uso della parola adelphos nei Vangeli, nonostante il significato etimologico del termine, non indichi necessariamente il fratello carnale, figlio degli stessi genitori, ma venga utilizzato in accezione più ampia, fino a definire vari gradi di parentela o di comunanza
spirituale.

Il termine anepsiòs, che nel greco classico significa effettivamente cugino, nei testi ellenistici di origine semitica viene utilizzato per indicare una parentela piuttosto remota, di grado non ben
definibile, comportante spesso anche una distanza geografica:

Partirono insieme di buon mattino per andare alle nozze. Giunti da Raguele, trovarono Tobia adagiato a tavola. Egli saltò in piedi a salutarlo e Gabael pianse e lo benedisse: Figlio ottimo di un uomo ottimo, giusto e largo di elemosine, conceda il Signore la benedizione del cielo a te, a tua moglie, al padre e alla madre di tua moglie. Benedetto Dio, poiché ho visto mio cugino Tobi, vedendo te che tanto gli somigli!
(Tb 9, 6)
Gabael e Tobi erano parenti alla lontana ed abitavano molto distanti: il primo a Ninive
(Mesopotamia), il secondo a Ecbatana (Media).

Il grado di parentela non è chiaro, poiché, in Tb 7,
2, Gabael chiama Tobi mio fratello.

Nel Nuovo Testamento, il termine è utilizzato solo in Col 4,10 per indicare la lontana parentela tra
Marco e Barnaba.
Essi sono distanti anche geograficamente, dato che il primo abita a Gerusalemme
ed il secondo è originario di Cipro.

Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni se verrà da voi, fategli buona accoglienza e Gesù, chiamato Giusto.
(Col 4, 10)

Nel caso dei fratelli di Gesù , essi vivevano in stretto contatto con lui ed erano parenti assai prossimi: se fossero stati cugini di primo grado, il greco ellenistico dei Vangeli non avrebbe
adoperato il termine anepsioi.
Infatti, nell'unico caso in cui la parentela è chiara ed indica un legame di cuginanza di primo grado, il greco biblico usa proprio il termine adelphos: Figli di Macli: Eleazaro e Kis. Eleazaro morì senza figli, avendo soltanto figlie; le sposarono i figlidi Kis, loro fratelli.
(1Cr 23, 21-22)


Dio benedisse e graziò Maria dandole parecchi figli, il che, in quella cultura, era il segno più chiaro della benedizione di Dio su una donna.



Questa è una speculazione bella e buona e poi dite che tutto ciò che non è scritto nella Bibbia è parola d’uomo, eppure la Scrittura non dice che Maria ebbe altri figli ne tanto meno i famosi fratelli di Gesù vengono chiamati figli di Maria, mentre Gesù viene sempre chiamato il figlio di Maria e mai uno dei figlii.

Quindi secondo la tua logica tutte le donne che avevano un solo figlio non erano benedette da Dio, strano che Dio benedisse grandemente Sara madre di un solo figlio e che figlio! Isacco!....Poi benedisse Elisabetta madre di un solo figlio, Giovanni il battista, naturalmente guarda caso Dio non poteva fare così anche con Maria, essere madre del Verbo di Dio non era una benedizione per essere benedetta doveva avere altri figli.
E questo naturalmente per te è tutto biblico, peccato che non è scritto.

Comunque sui fratelli di Gesù puoi leggere anche questo studio se lo ritieni necessario: I "FRATELLI" E LE "SORELLE" DI GESU’ NELLO SPECIFICO DELLA VERGINITA’ DI MARIA
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