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III. La Chiesa è cattolica

Che cosa vuol dire “cattolica”?

830 La parola “cattolica” significa “universale” nel senso di “secondo la totalità” o “secondo l'integralità”. La Chiesa è cattolica in un duplice senso.

È cattolica perché in essa è presente Cristo. “Là dove è Cristo Gesù, ivi è la Chiesa cattolica” [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Smyrnaeos, 8, 2]. In essa sussiste la pienezza del Corpo di Cristo unito al suo Capo, [Cf Ef 1,22-23 ] e questo implica che essa riceve da lui “in forma piena e totale i mezzi di salvezza” [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 6] che egli ha voluto: confessione di fede retta e completa, vita sacramentale integrale e ministero ordinato nella successione apostolica. La Chiesa, in questo senso fondamentale, era cattolica il giorno di Pentecoste [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 4] e lo sarà sempre fino al giorno della Parusia.

831 Essa è cattolica perché è inviata in missione da Cristo alla totalità del genere umano: [Cf Mt 28,19 ]

Tutti gli uomini sono chiamati a formare il nuovo Popolo di Dio. Perciò questo Popolo, restando uno e unico, si deve estendere a tutto il mondo e a tutti i secoli, affinché si adempia l'intenzione della volontà di Dio, il quale in principio ha creato la natura umana una, e vuole radunare insieme infine i suoi figli, che si erano dispersi. . . Questo carattere di universalità che adorna il Popolo di Dio, è un dono dello stesso Signore, e con esso la Chiesa cattoli ca efficacemente e senza soste tende a ricapitolare tutta l'umanità, con tutti i suoi beni, in Cristo capo nell'unità del suo Spirito [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 13].

Ogni Chiesa particolare è “cattolica”

832 La “Chiesa di Cristo è veramente presente in tutte le legittime assemblee locali di fedeli, le quali, aderendo ai loro pastori, sono anche esse chiamate Chiese del Nuovo Testamento. . . In esse con la predicazione del Vangelo di Cristo vengono radunati i fedeli e si celebra il mistero della Cena del Signore. . . In queste comunità, sebbene spesso piccole e povere o che vivono nella dispersione, è presente Cristo, per virtù del quale si raccoglie la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 13].

833 Per Chiesa particolare, che è in primo luogo la diocesi (o l'eparchia), si intende una comunità di fedeli cristiani in comunione nella fede e nei sacramenti con il loro vescovo ordinato nella successione apostolica [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Christus Dominus, 11; Codice di Diritto Canonico, 368-369]. Queste Chiese particolari sono “formate a immagine della Chiesa universale”; in esse e a partire da esse “esiste la sola e unica Chiesa cattolica” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23].

834 Le Chiese particolari sono pienamente cattoliche per la comunione con una di loro: la Chiesa di Roma, “che presiede alla carità” [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Romanos, 1, 1]. “È sempre stato necessario che ogni Chiesa, cioè i fedeli di ogni luogo, si volgesse alla Chiesa romana in forza del suo sacro primato” [Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 3, 2: ripreso dal Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm., 3057]. “Infatti, dalla discesa del Verbo Incarnato verso di noi, tutte le Chiese cristiane sparse in ogni luogo hanno ritenuto e ritengono la grande Chiesa che è qui [a Roma] come unica base e fondamento perché, secondo le promesse del Salvatore, le porte degli inferi non hanno mai prevalso su di essa” [San Massimo il Confessore, Opuscula theologica et polemica: PG 91, 137-140].

835 “Ma dobbiamo ben guardarci dal concepire la Chiesa universale come la somma o, per così dire, la federazione di Chiese particolari. È la stessa Chiesa che, essendo universale per vocazione e per missione, quando getta le sue radici nella varietà dei terreni culturali, sociali, umani, assume in ogni parte del mondo fisionomie ed espressioni esteriori diverse” [Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 62]. La ricca varietà di discipline ecclesiastiche, di riti liturgici, di patrimoni teologici e spirituali propri alle “Chiese locali tra loro concordi, dimostra con maggior evidenza la cattolicità della Chiesa indivisa” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23].

Chi appartiene alla Chiesa cattolica?

836 “Tutti gli uomini sono chiamati a questa cattolica unità del Popolo di Dio. . ., alla quale in vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia, infine, tutti gli uomini, che dalla grazia di Dio sono chiamati alla salvezza” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23].

837 “Sono pienamente incorporati nella società della Chiesa quelli che, avendo lo Spirito di Cristo, accettano integra la sua struttura e tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti, e nel suo organismo visibile sono uniti con Cristo - che la dirige mediante il sommo pontefice e i vescovi - dai vincoli della professione di fede, dei sacramenti, del governo ecclesiastico e della comunione. Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col "corpo" ma non col "cuore"” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23].

838 “Con coloro che, battezzati, sono sì insigniti del nome cristiano, ma non professano la fede integrale o non conservano l'unità della comunione sotto il successore di Pietro, la Chiesa sa di essere per più ragioni unita” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23]. “Quelli infatti che credono in Cristo e hanno ricevuto debitamente il Battesimo sono costituiti in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa cattolica” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 3]. Con le Chiese ortodosse, questa comunione è così pro fonda “che le manca ben poco per raggiungere la pienezza che autorizza una celebrazione comune della Eucaristia del Signore” [Paolo VI, discorso del 14 dicembre 1975; cf Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 13-18].

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