00 09/11/2008 10:01
Il discorso del Patriarca ecumenico di Costantinopoli

Una comunicazione più grande
attraverso il dialogo teologico


La figura dell'apostolo Paolo, che con la sua testimonianza ha plasmato "l'identità del cristianesimo" e ha trasformato "la storia della civiltà occidentale", è stata ricordata dal Patriarca ecumenico Bartolomeo I nel discorso rivolto a Benedetto XVI durante l'incontro.

Your Holiness,
Beloved Brother in Christ,
Pope Benedict,
Glory be to God for all things! For, He has rendered us worthy to share in His bountiful blessings. How can we ever thank Him sufficiently for the divine grace and goodness showered upon us all?
It is with sentiments of sincere joy and earnest thanks that we are participating in the solemn services on the blessed occasion of the Feast of Saints Peter and Paul Apostolic Patrons of the ancient Church of senior Rome. The shedding of their sacred blood has proved to be a blessing for the universal Christian Church throughout the ages.
This joyous celebration also provides occasion for our two Sister Churches to stand together in prayer and celebration in order to seal our commitment for reconciliation and strengthen our bonds of solidarity. For our personal presence here today marks a respectful gesture of genuine gratitude in return for the personal presence of Your Holiness nineteen months ago at the Thronal Feast of St. Andrew, First-Called of the Apostles and elder brother of St. Peter, Founder and Patron of the ancient See of New Rome. Such visits have historically provided crucial exchanges between our two Churches as tangible expressions of greater communication through theological dialogue, performed in prayerful expectation of full sacramental communion in the Body of Christ. Our encounters and exchanges - both here and in Constantinople - follow in historical succession of the mutual visitations by our predecessors of blessed memory:  Paul vi and Athenagoras, John Paul ii and Dimitrios.
Yet another reason for our heartfelt delight is our presence here, together with, faithful pilgrims of the Ecumenical Patriarchate from throughout the world, in order to participate in the formal opening of the Pauline Year, which once again our two respective Churches are celebrating during this anniversary year since the birth of the Apostle to the Gentiles, St. Paul, precisely two millennia ago. The Ecumenical Patriarchate announced this anniversary through an Encyclical Letter to all our Churches last Christmas; and we are planning a truly historical journey and unique scholarly conference this coming October on the occasion of the Synaxis of all Orthodox Primates at the Phanar. Important celebrations have already taken place - in the presence of our official representative -in the ancient city of Tarsus, where the former Saul was born to shape, as Paul the Apostle the identity of Christianity and transform the history of Western civilization through his radical conversion and apostolic kerygma. There, in the Churches of Asia Minor, the negligible spark of early Christianity is visible and vibrant to this day as a living testimony to an eternal truth about the Crucified and Risen Lord, as proclaimed by the great Apostle Paul.
Your Holiness, we would like to express our fervent gratitude for the invitation extended to us to share in these solemn festivities. May the great Apostolic Founders and Patrons, Saints Peter and Paul, intercede for us all before the One whom they faithfully served and widely preached. May they continue to inspire us all with the breadth of their ecclesial vision and with the resolve of their apostolic mission.
"For these things and for all things", in the words of our Divine Liturgy of St. John Chrysostom, "let us give thanks to the Lord". Amen.

Ecco la nostra traduzione italiana del discorso del Patriarca ecumenico di Costantinopoli.


Santità, Amato Fratello in Cristo,
Papa Benedetto,
Gloria a Dio per tutte le cose! Egli, infatti, ci ha reso degni di condividere le sue abbondanti benedizioni. Come potremo mai ringraziarlo a sufficienza per la grazia e la bontà divine che ha concesso a noi tutti?


È con sentimenti di gioia sincera e autentico rendimento di grazie che stiamo partecipando ai servizi solenni nella benedetta occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo, Patroni apostolici dell'antica Chiesa della prima Roma. Nel corso dei secoli, il loro sangue versato si è dimostrato una benedizione per la Chiesa cristiana universale.


Questa gioiosa celebrazione è anche un'occasione per le nostre due Chiese sorelle di pregare e celebrare insieme al fine di suggellare il nostro impegno per la riconciliazione e di rafforzare i nostri vincoli di solidarietà. La mia personale presenza qui oggi è un gesto rispettoso di gratitudine autentica per ricambiare la sua presenza personale, Santità, diciannove mesi fa, in occasione della Festa di sant'Andrea, primo chiamato degli Apostoli e fratello più anziano di san Pietro, fondatore e patrono dell'antica sede della Nuova Roma.

Nel corso della storia, queste visite hanno costituito scambi importanti fra le nostre due Chiese come espressioni tangibili di una più grande comunicazione mediante il dialogo teologico, svolto nell'attesa orante di piena comunione sacramentale nel Corpo di Cristo. I nostri incontri e i nostri scambi, sia qui sia a Costantinopoli, seguono in successione storica lo scambio di visite fra i nostri predecessori di benedetta memoria:  Paolo vi e Atenagora, Giovanni Paolo ii e Demetrio.


Ancora, un altro motivo di sincera gioia è la mia presenza qui, insieme ai pellegrini del Patriarcato Ecumenico di tutto il mondo, per partecipare all'apertura ufficiale dell'Anno paolino, che ancora una volta le nostre due Chiese celebrano durante l'anniversario della nascita dell'Apostolo dei Gentili, san Paolo, esattamente duemila anni fa.

Lo scorso Natale, il Patriarcato Ecumenico ha annunciato tale anniversario mediante una Lettera Enciclica a tutte le Chiese. Stiamo programmando un viaggio veramente storico e un convegno di studio unico nel suo genere per il prossimo mese di ottobre, in occasione della Sinassi di tutti i Primati ortodossi al Phanar. Importanti celebrazioni hanno già avuto luogo, alla presenza del nostro rappresentante ufficiale, nell'antica città di Tarso, in cui nacque Saulo per plasmare, come Apostolo Paolo, l'identità del cristianesimo e trasformare la storia della civiltà occidentale mediante la sua radicale conversione e il suo kèrygma apostolico. Là, nelle Chiese dell'Asia Minore, la minuscola scintilla del primo cristianesimo è visibile e brilla ancora oggi quale testimonianza vivente di una verità eterna sul Signore Crocifisso e Risorto, come proclamato dal grande Apostolo Paolo.


Santità, vorremmo esprimerle la nostra fervente gratitudine per l'invito che ci ha rivolto a condividere queste solenni festività. Che i fondatori e patroni apostolici, i santi Pietro e Paolo, intercedano per noi tutti davanti a Colui che hanno servito fedelmente e largamente predicato! Che continuino a ispirarci tutti con l'ampiezza della loro visione ecclesiale e con la risolutezza della loro missione apostolica!
"Per queste cose e per tutte le cose", con le parole della nostra divina liturgia di san Giovanni Crisostomo, "rendiamo grazie al Signore". Amen.



(©L'Osservatore Romano - 29 giugno 2008)


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