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III. EPOCA DEI PADRI.

E' delimitata entro i confini dell'antichità cristiana sopra stabiliti, e si suddivide in tre periodi d'ineguale estensione, ma sotto certi aspetti di eguale importanza.

1. Periodo delle origini. - Arriva fino al Concilio di Nicea (325) ed è quello che maggiormente interessa la critica moderna, la cui attenzione è rivolta in modo particolare alle origini cristiane. La lettera scritta da Clemente Romano alla comunità di Corinto in Grecia verso il 96-98 d.C., la si assume generalmente come il documento patristico più antico. Appartengono a quest'epoca i Padri Apostolici , i cui scritti, sebbene scarsi di valore letterario o filosofico, riflettono tuttavia l'eco immediata della predicazione apostolica offrendo un quadro autentico ed immediato della vita, dei sentimenti, delle aspirazioni e delle idee delle prime comunità cristiane sparse nel bacino orientale del Mediterraneo a cavallo tra il I e il II secolo della nostra era ed informano come venne intesa e realizzata fin dagli inizi la costituzione impressa da Cristo alla sua Chiesa. Tale autorità è condivisa solo in parte dai Padri apologisti del sec. II, e ancor meno dai Padri controversisti del secolo successivo; in compenso questi ultimi offrono i primi saggi di sistemazione dottrinale, che ne fanno dei veri precursori dei grandi maestri del periodo aureo.

2. Periodo aureo. - E' il più breve, in quanto termina con la morte di S. Agostino (431), ma è anche quello del massimo splendore della letteratura patristica. Crisi dottrinali profonde, come l'ariana e la pelagiana, travagliarono in questo tempo la Chiesa. I Padri di quest'epoca, impegnati nelle grandi dispute, seppero dare un contributo decisivo alla sistemazione della scienza teologica. Emergono tra essi le figure di S. Atanasio, S. Basilio, S. Gregorio Nazianzeno, S. Giovanni Crisostomo, considerati come i Dottori massimi della Chiesa orientale; mentre in Occidente dominano incontrastati S. Girolamo, il Dottore delle Scritture, S. Ambrogio, il Dottore dell'indipendenza della Chiesa, S. Agostino, che non è soltanto il Dottore della Grazia, ma il Dottore universale, colui che per vari secoli fu il principale, se non l'unico ispiratore del pensiero cristiano occidentale.

3. Periodo della decadenza. - Si estende dalla morte di S. Agostino fino al termine dell'evo patristico. E' un periodo di lento decadimento, causato dalle invasioni barbariche in Occidente, e dal dispotismo degli imperatori in Oriente. Le grandi opere vennero quasi del tutto a mancare, e quelle poche che si scrissero risentono la stanchezza e la mancanza di originalità. Ciò non impedisce che emergano ancora qua e là figure grandissime, come quelle di S. Giovanni Damasceno e di S. Gregorio Magno. Ma queste non sono che felici eccezioni, che non distruggono l'impressione dell'insieme. L'importanza dei Padri di quest'epoca consiste soprattutto nell'aver conservato i tesori dell'antico sapere teologico, cosicché, posti come anello di congiunzione tra il mondo antico che tramonta. e quello nuovo che s'inizia, ebbero il merito di porre i fondamenti della successiva civiltà medievale.


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