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e. Il significato dell’Eucaristia

L’Eucaristia è "il memoriale della passione di Gesù". san Tommaso lo ripete spesso ed è il primo significato che si evince leggendo questi fogli. In questo sacramento la Chiesa "fa memoria" dell’ultima cena di Gesù e di tutta la sua vicenda di passione e morte. Nel suo sangue viene sancito un nuovo patto tra Dio e l’uomo, che ormai non potrà più essere cancellato. Questo rito, consegnato dallo stesso Gesù alla sua Chiesa, non cesserà sino alla fine dei tempi.

A più riprese e citando sant’Agostino, Tommaso afferma che "l’Eucaristia è il sacramento dell’unità e della carità della Chiesa". Per questa ragione, essa riguarda l’intera comunità cristiana (tota familia), non solo un piccolo gruppo di fedeli. La simbologia stessa del rito ci aiuta a comprenderlo: come il pane è fatto di molti chicchi di grano e l’uva di molti acini, così anche la Chiesa è costituita dai molti credenti. L’effetto dell’Eucaristia è di manifestare e creare la comunione di ogni cristiano con la Chiesa intera: l’Eucaristia fa la Chiesa.

Nell’Eucaristia il fedele si incontra con Cristo, presente realmente nel pane e nel vino consacrati, fine e scopo di tutta la grazia santificante. La presenza reale assicura l’oggettività di questo incontro, possibile solo a chi accoglie l’Eucaristia con fede. Perché questo incontro personale con Cristo sia fruttuoso, san Tommaso ricorda che ogni fedele deve assumere con il massimo rispetto e con la massima devozione, dopo aver valutato che in se stesso non ci sia né volontà di peccare e né ombra di peccato. Solo così egli potrà mangiare "sacramentalmente e spiritualmente" e partecipare alla res del sacramento, che è la carità, per mezzo della quale si costituisce l’unità della Chiesa. San Tommaso esorta ciascuno a valutare personalmente l’effetto che produce in lui l’Eucaristia. Se egli sente crescere l’amore nei confronti di Cristo e la forza per resistere al peccato, allora faccia frequentemente la comunione. In caso contrario, è meglio che si comunichi più raramente.

Un altro aspetto, che emerge dalla esegesi di san Tommaso, ci porta a leggere l’Eucaristia nella sua funzione di liberazione dal peccato. Infatti, il sangue di Cristo è stato effuso per la remissione dei peccati di tutti gli uomini, come dice san Giovanni in 1 Gv 2,2. Tuttavia non tutti gli uomini si rendono degni di ricevere gli effetti della passione del Signore e per questo Gesù dice espressamente "Per molti", cioè, pur essendo destinato a tutti, questo sacrificio sarà rifiutato da alcuni. Inoltre, c’è una relazione tra il sangue dei sacrifici propiziatori dell’Antico Testamento e quello sparso da Cristo: entrambi infatti promettono un bene. Tuttavia solo il sacrificio di Cristo introduce il fedele nella vita della gloria e gli promette un’eredità eterna, come dice la lettera agli Ebrei.

f. L’Eucaristia ed i peccatori.

In diversi punti san Tommaso fa affiorare il rapporto problematico tra Eucaristia e peccatori. Infatti, se è vero che l’Eucaristia è per la remissione dei peccati, allora non si vede perché i peccatori debbano essere esclusi dall’Eucaristia. Tanto più che Gesù dice: "Il medico non si occupa dei sani, ma dei malati" (Mt 9, 12). Tuttavia l’Eucaristia è il sacramento della carità e dell’unità della Chiesa. Poiché il peccatore manca di carità e si è separato dall’unità della Chiesa per sua scelta, se accedesse all’Eucaristia, commetterebbe un atto pubblicamente falso, perché manifesterebbe a sé ed agli altri di avere una carità che in realtà non ha. Al peccatore, quindi, è lecito soltanto guardare l’ostia consacrata.

Nel caso particolare dei Corinzi, essi si sono resi colpevoli nei confronti dell’Eucaristia perché hanno peccato contro Dio e contro il prossimo. Essi hanno trasformato la casa del Signore in un luogo di gozzoviglie, dove i ricchi si ubriacano ed i poveri restano senza cibo, ed hanno rotto la comunione all’interno della Chiesa, che è la res dell’Eucaristia, trattando la celebrazione eucaristica come un oggetto da spadroneggiare e da rivendicare. Per questo, essi non sono più in grado di distinguere il corpo di Cristo da un qualsiasi altro cibo: hanno snaturato il suo significato e si sono resi gravemente colpevoli.

Quindi, il peccato contro l’Eucaristia distrugge la comunione all’interno della Chiesa e la comunione del fedele con Dio. San Tommaso afferma che chi assume indegnamente disprezza ciò che è presente nelle specie del pane e del vino consacrati, cioè il corpo ed il sangue del Signore. E’ come se uccidesse un’altra volta Cristo, non "secondo uguaglianza, ma secondo similitudine".

Per non rendersi colpevole di un altro peccato, il peccatore prima di accostarsi alla comunione deve ricorrere al sacramento della confessione per riconciliarsi con la Chiesa.

La gravità con cui è presentato il peccato contro l’Eucaristia mette in evidenza tutta l’importanza che questo sacramento assume per san Tommaso (e per la Chiesa del Medioevo). La ricorrenza dei termini come dignitas huius sacramenti oppure reverenter sumere hunc sacramentum ci avverte che qui si tocca un punto fondamentale della vita spirituale di un uomo, san Tommaso, e di un’epoca.

La legge del digiuno dalla mezzanotte, la gravità dell’aggiungere l’acqua al vino dopo la consacrazione, che pertiene al crimine di sacrilegio, il paragone del peccatore che assume indegnamente l’Eucaristia con gli uccisori di Cristo, il castigo divino narrato da Paolo e ricaduto sui Corinzi, la precisione dei termini da usare nella formula della consacrazione affinché essa sia efficace, l’elaborazione di una teologia che renda ragione della presenza reale, il ricondurre espressamente l’istituzione dell’Eucaristia a Cristo: tutto questo ci conferma che per san Tommaso l’Eucaristia è il "primo dei sacramenti".

Questa "eminenza" del sacramento dell’Eucaristia rispetto agli altri non va collocata all’interno di una scala gerarchica fredda ed esteriore, quasi si trattasse di un assioma, che si pone all’inizio di una serie concatenata di successivi teoremi. In san Tommaso l’Eucaristia si colloca dentro una visione teologale di tutta la realtà, nella quale l’uomo cerca e può trovare la via della salvezza incamminandosi sulle strade segnate da Cristo: l’Eucaristia è la strada maestra.

Dunque, all’origine ed alla fine della riflessione teologica di san Tommaso, c’è la vita: la vita del maestro dell’Università, che svolge la sua professione accogliendo criticamente le conoscenze della tradizione e dei professori contemporanei; la vita dell’uomo di Chiesa, che ha sempre lavorato in ossequio al magistero; la vita dell’uomo di fede, che vede nel Cristo il senso della sua vita.

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