00 16/11/2008 18:15

Un fratello separato scrive:

il padrone di quel servo verrà nel giorno che non se lo aspetta e nell'ora che non sa, e lo punirà severamente, e gli assegnerà la sorte degli infedeli. Quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato né fatto nulla per compiere la sua volontà, riceverà molte percosse; ma colui che non l'ha conosciuta e ha fatto cose degne di castigo, ne riceverà poche. A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà.

Le percosse, si riferiscono alla punzione più o meno grave che il reprobo dovrà scontare all'inferno: gli assegnerà la sorte degli infedeli

Così come i salvati (che hanno accettato Gesù) avranno dei premi più o meno grandi a seconda del loro comportamento, cosi' i non salvati (che non hanno accettato Gesù) avranno delle punizioni più o meno gravi a seconda del loro comportamento.



Rispondo

I servi , richiamati da Cristo in questa similitudine, sono di diversi  tipi:

Il servo molto fedele che fa esattamente secondo il volere del padrone e viene ricompensato con molti beni.

Il servo completamente infedele che si mette ad angariare gli altri servi e riceve una punizione severa tra gli infedeli.

Il servo che pur conoscendo la volontà del padrone non si da da fare per compierla, e riceve molte percosse.

il servo che non conosce la volontà del padrone e quindi opera di conseguenza, il quale riceve poche percosse.

Sulle caratteristiche di questi servi l’indagine di molti commentatori cattolici si è matenuto molto nel vago, ed entro limiti molto ristretti,  senza approfondire più di tanto il tipo di premio o di castigo ad essi comminato.

Tuttavia, siccome l’esegesi e l’approfondimento della Scrittura sono inesauribili, mi sono posto molte volte delle domande su questi servi senza trovare  risposte soddisfacenti nei commenti finora letti.

La risposta protestante,  cocnlcude subito dicendo che anche i servi non completamente cattivi,  andranno all’inferno.

Ma questa risposta urta fortemente contro alcuni  punti  della Scrittura .

Se prendiamo ad esempio il quarto tipo di servitore, il quale NON CONOSCEVA la volontà del Padrone e che quindi per tale motivo non ha operato secondo il suo volere, come possiamo liquidare così sbrigativamente che sia stato destinato alla DANNAZIONE ETERNA e quindi senza più nessuna opportunità di salvezza?

Questo servo agiva senza sapere quel che faceva!

Agiva senza la piena avvertenza e senza il deliberato consenso nel compiere azioni che egli riteneva forse perfino conformi alla volontà del padrone.

Eppure  i fratelli separati  ritengono che  il Signore consideri quel servo senza speranza di redenzione!

Ma nel fare questa interpretazione si dimentica al tempo stesso che è

Proprio lo stesso Signore che è venuto a morire per i peccatori!

Proprio lo stesso Signore che ha pregato: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno!

Proprio lo stesso Signore che ha parlato continuamente di misericordia e di perdono!

Proprio Lui sarebbe così spietato da non tener conto che quel servo stava agendo in modo inconsapevole e quindi avrebbe dovuto trattarlo con compassione? Egli che aveva compassione delle folle che lo seguivano!

Come si concilia dunque la conclusione protestante, che considera degno dell’inferno questo tipo di servo, con il sacrificio redentivo di Cristo e con la Sua infinita Misericordia?.

Non solo, ma se consideriamo il principio della giustificazione per sola fede, professata proprio dai fratelli separati, non è una grossa contraddizione ritenere che quel servo, il quale conosce il Padrone, e quindi crede in Lui, sia stato destinato alla ETERNA PUNIZIONE,  con poca sofferenza, ma tuttavia ETERNA, per un comportamento dovuto a semplice ignoranza?

Il principio della sola fede prevede la salvezza per chiunque crede e professa con la propria bocca il Signore risorto!

Quel servo è certamente da considerare credente visto che si trova al servizio di un tal padrone. Come mai, il Signore lo manderebbe all’inferno, secondo la tua interpretazione?

Ebbene, pur rilevando che per la mia interpretazione non ho trovato riscontri sufficienti, ma neppure contrari,  in altri commenti cattolici, tuttavia mi sia consentito di fare le mie riflessioni personali su questo brano, visto che tutti i fratelli separati si sentono in diritto di farlo asserendo di essere in ciò illuminati dallo Spirito Santo. Se essi lo possono essere perché non potrei avere anch’io una tale pretesa? Forse che sono un credente con qualche minorazione rispetto agli altri credenti? O forse essi hanno l'infallibilità?

Consideriamo ora la conclusione del Signore nel brano in questione :

A chi molto è stato dato, molto sarà richiesto; e a chi molto è stato affidato, tanto più si richiederà.

Egli richiederà dai suoi servi in proporzione di quanto essi hanno ricevuto.

Se non hanno ricevuto la luce necessaria per poter operare secondo la volontà del Padrone, come possiamo pensare che Egli possa esigere dal suo servo qualcosa che non gli ha messo a disposizione?

Se pensassi che il Signore un giorno potrebbe mandarci all'inferno per delle colpe di cui non siamo neppure coscienti, allora è meglio che perdiamo tutti ogni speranza di salvezza. Chi potrebbe salvarsi se bastano delle omissioni a condannarci eternamente?

Lo stesso salmista chiede: assolvimi dalle colpe che non vedo! Dobbiamo pensare che il Signore invece lo manderà dritto all'inferno? Ma vogliamo proprio essere così ottusi, da non riconoscere che cosa il Signore sta veramente dicendo?

E allora, considerato che Cristo è morto per i nostri peccati, per riconciliarci con Dio, per salvare coloro che si accostano a Lui pur con le loro debolezze umane, considerato ancora che Egli è la Misericordia per antonomasia, mi sento di concludere che quelle POCHE PERCOSSE, comminate al servo che ha mal operato per non aver conosciuto la volontà del Padrone, sono delle punizioni leggere e temporanee in vista della salvezza eterna, promessa ai credenti in Lui.

L’espressione POCHE PERCOSSE, è simile all’espressione di Paolo: "Egli si salverà ma come attraverso il fuoco".

Così pure il suo cattivo operato, che ignora la volontà del Signore può essere paragonato ai materiali scadenti con cui egli ha costruito, in quanto servo, sul fondamento.

In entrambe le espressioni lo sfondo finale è la salvezza, pur attraverso una temporanea sofferenza.

E allora se proprio non piace il termine "purgatorio" chiamalo pure evangelicamente "la condizione delle poche percosse" così avrai un riferimento attendibile e fondato sul Vangelo.

Con affetto

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