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Varie le reazioni di fronte alla mescolanza dei buoni con i cattivi nella Chiesa.

4. 6. Così avviene anche per la questione di cui ci occupiamo. Alcuni, guardando ai precetti di severità che ci ammoniscono a castigare gli irrequieti, a non dare ai cani ciò che è santo, a considerare come un pagano colui che disprezza la Chiesa, a strappare dalla compagine del corpo il membro che scandalizza, sconvolgono talmente la pace della Chiesa che si sforzano di separare la zizzania prima del tempo ma, accecati da questo errore, sono essi stessi a separarsi dall'unità di Cristo. E questo è quanto ci è accaduto con lo scisma di Donato. Non mi riferisco a quelli che, pur sapendo che Ceciliano fu attaccato con accuse non vere ma calunniose, per un mortifero pudore si ostinano nel loro pernicioso giudizio, ma a quelli dei quali diciamo: " Anche se fossero stati cattivi quelli a motivo dei quali non siete più nella Chiesa, voi tuttavia avreste dovuto rimanere nella Chiesa, sopportando coloro che non avreste potuto minimamente correggere o isolare ". Altri, invece, corrono il rischio opposto: visto che la mescolanza dei buoni e dei cattivi nella Chiesa è stata proposta per il presente o predetta per il futuro, e imparati i precetti della pazienza (precetti che ci rendono così saldi da non impedirci, per quanto è evidente che nella Chiesa c'è zizzania, la fede e la carità in modo che noi stessi ci allontaniamo dalla Chiesa con il pretesto che in essa c'è zizzania), pensano che debba essere abbandonata ogni disciplina della Chiesa e assegnano a coloro che vi sono preposti una vita tranquilla, che però è assolutamente perversa: come se concernesse loro soltanto dire che cosa è da evitare o che cosa è da fare, e non anche prendersi cura di quello che ciascuno fa.

La sana dottrina insegna come regolarsi davanti ai cattivi nella Chiesa.

5. 7. Noi riteniamo che appartenga a una sana dottrina regolare la vita e il giudizio sulla base di entrambi i tipi di testi, di modo che sia tolleriamo i cani nella Chiesa, per la pace della Chiesa, sia, una volta che tale pace è stata assicurata, non diamo ai cani ciò che è santo. Quando dunque, o per negligenza della gerarchia o per circostanze che non dipendono da noi ovvero per intrighi segreti, troviamo nella Chiesa dei cattivi, cosa che non possiamo né correggere né limitare mediante la disciplina ecclesiastica, allora (perché nel nostro cuore non cresca l'empia e funesta presunzione per la quale pensiamo di doverci separare da essi per non essere contaminati dai loro peccati, cercando poi di trascinarci dietro un codazzo di discepoli puri e santi, separati dall'unità viva come se fosse un'associazione di peccatori) ci vengano in mente quelle parabole, quelle divine predizioni e quegli esempi così chiari delle Scritture con i quali è stato manifestato e preannunziato che i cattivi saranno mescolati ai buoni nella Chiesa fino alla fine del tempo, fino al momento del giudizio e che, in questa unitaria partecipazione ai Sacramenti, essi non saranno di alcun danno per i buoni che non diventeranno complici delle loro azioni. Quando, invece, coloro che governano la Chiesa, senza comprometterne la pace, hanno la possibilità di esercitare la disciplina contro gli iniqui e gli empi, allora, per evitare che dormiamo nell'indolenza e nella pigrizia, lasciamoci stimolare con il pungolo di altri precetti, che rispecchiano la severità del freno. In tal modo, dirigendo i nostri passi nella via del Signore, con la sua guida e il suo aiuto, secondo i precetti degli uni e degli altri testi, non ci abbandoniamo al torpore in nome della pazienza né diventiamo impetuosi con il pretesto dello zelo.

Divieto di ammettere al battesimo chi rifiuta di correggersi.

6. 8. Con l'impegno, dunque, di serbare una moderazione conforme alla sana dottrina, esaminiamo la questione di cui stiamo trattando: gli uomini debbono essere ammessi a ricevere il battesimo senza l'intervento di nessuna vigilanza che impedisca di dare ciò che è santo ai cani, fino a ritenere che non debbano essere esclusi da un sacramento di così grande santità neppure gli adùlteri più manifesti e dichiaratamente intenzionati a perseverare nel loro costume?

Di certo non vi ammetterebbero persone che, proprio nei giorni in cui, avendo già dato il nome e stando per ricevere questa grazia, si purificano con la continenza, il digiuno e gli esorcismi, dichiarassero di volersi unire con le loro legittime e vere mogli e, quindi, non si astenessero, in quei pochi giorni solenni, da cosa peraltro lecita in un diverso momento. Come dunque si può ammettere a quei sacri riti l'adùltero che rifiuta di correggersi, quando non viene ammesso lo sposato che rifiuta di osservare una regola di disciplina?

Il catecumenato è il momento migliore per imparare quale genere di vita risponda al grande sacramento del battesimo.

6. 9. " Ma, dicono, prima battezziamolo, poi lo istruiremo su quello che riguarda la condotta di vita ". Questo si fa quando uno si trova in imminente pericolo di morte; in tal caso, per ricevere il battesimo, è sufficiente che professi la sua fede con alcune formule brevissime, che comunque contengano l'essenziale: se uscirà da questa vita, se ne andrà libero dall'imputazione di tutti i peccati passati. Se invece a chiederlo è una persona in buona salute e che ha tempo per imparare, quale altro momento più opportuno si può trovare in cui tale persona apprenda come si diventi uomo di fede e come si debba vivere, di quello in cui chiede il sacramento della fede più salutare con l'animo tutto teso e come rapito dallo stesso sentimento religioso? Oppure ci siamo allontanati a tal punto dai nostri sentimenti che addirittura noi stessi non ci ricordiamo più di quanto eravamo attenti e solleciti nei confronti dei precetti dei nostri catechisti, quando chiedevamo i sacramenti del sacro fonte e per questo eravamo chiamati anche richiedenti o non riusciamo a vedere come si comportano gli altri, che ogni anno accorrono al bagno della rigenerazione, nei giorni in cui ricevono le istruzioni, sono esorcizzati ed esaminati, con quanta sollecitudine si radunino insieme, di quanto zelo siano animati, con quanta cura prestino attenzione? Se non è allora il momento di imparare quale genere di vita risponda a così grande sacramento che desiderano ricevere, quando lo sarà? Forse una volta che l'avranno ricevuto, quando, perseverando anche dopo il battesimo in così gravi colpe, non saranno ancora uomini nuovi, ma vecchi e peccatori? Di modo che, naturalmente, per un singolare rovesciamento dell'ordine, prima si dirà loro: Rivestite l'uomo nuovo, poi, una volta che lo avranno rivestito, Spogliatevi dell'uomo vecchio; mentre l'Apostolo, rispettando il giusto ordine, dice: Spogliatevi dell'uomo vecchio e rivestite l'uomo nuovo(Col 3, 9-10.) , e il Signore stesso proclama: Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova su un vestito vecchio, nessuno mette il vino nuovo in otri vecchi (Mt 9, 16-17). Del resto, a che altro serve tutto il tempo nel quale portano il grado e il nome di catecumeni, se non ad apprendere quale deve essere la fede e la vita del cristiano, in modo che, solo dopo che avranno messo se stessi alla prova, mangino dalla mensa del Signore e bevano dal suo calice? Perché chi mangia e beve indegnamente, mangia e beve la propria condanna (1 Cor 11, 29). Questa istruzione è peraltro impartita per tutto il tempo in cui la Chiesa ha stabilito, ai fini della salvezza, che coloro che aderiscono al nome di Cristo figurino nel grado dei catecumeni; ma diviene molto più accurata e intensa in quei giorni nei quali essi sono chiamati richiedenti, poiché hanno ormai dato il loro nome per ricevere il battesimo.

continua.......

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