00 28/11/2008 11:12

***In viaggio verso casa***

Da anni mi succedeva spesso di “parlare di lavoro”, in lunghissime telefonate notturne, con il mio vecchio amico del Gordon-Conwell, Gerry Matatics. Un vero fratello spirituale, che amava la Bibbia quanto me ed era anticattolico anche più di me, che già ero esagerato. A quel tempo faceva il pastore in una chiesa a Harrisburg.

Fino ad allora non gli rivelai nulla dei miei studi recenti fino a che una notte sentii il bisogno di leggergli un passo da “Lo spirito e le forme del Protestantesimo” di Padre Louis Bouyer. Non gli dissi autore e titolo e nemmeno di quale estrazione fosse. Volevo sentire solo la sua reazione. Dopo una lunga pausa, Gerry disse eccitato: “Ehi, questo è materiale davvero buono, Scott. Chi è l’autore che stai leggendo?”.

Questa risposta mi spiazzò.

Non avevo previsto che quel brano gli sarebbe piaciuto così. Risposi debolmente: “Louis Bouyer”. Lui: “Bouyer? Mai sentito nominare. Cos’è? Anglicano?”. “No”. “Ok, Scott. Leggerò i luterani”. “No, non è luterano”. “Beh, dai... è metodista?”. “No”. Impaziente disse: “Dai, Scott, dove siamo? In una trasmissione a quiz? Smettila di giocare e dimmi che cos’è quell’autore...”. Mi coprii la bocca e mormorai: “Cattolico”. Sentii Gerry battere sul telefono e dire: “Scott, ci deve essere un disturbo sulla linea. Non sono riuscito a capire che cos’hai detto”. Mormorai un po’ meno piano: “Ho detto che è cattolico”. Lui: “Scott, dev’esserci sul serio qualcosa che non funziona nel mio telefono. Avrei giurato che tu avessi detto che è cattolico…”. Io: “L’ho detto Gerry. In effetti, ultimamente, sto leggendo molti autori cattolici”.

All’improvviso tutto cominciò a sgorgarmi fuori: “Devo dirtelo, Gerry; ho scoperto l’oro. Non so perché, ma in seminario non ci hanno mai parlato delle menti teologiche più brillanti della nostra epoca: uomini come Henri de Lubac, Reginald Garrigou-Lagrange, Hans Urs von Balthasar, Joseph Pieper, Jean Danièluo, Christopher Dawson, Matthias Scheeben e tanti altri. Sono fantastici, anche se sbagliano. E’ una miniera d’oro!”. Gerry fu sbalordito: “Scott, accidenti, calmati! Aspetta un attimo. Che cosa sta succedendo?”. Sospirai: “Gerry, mi dvi aiutare”. Mi rispose: “Ti aiuterò. Sì, fratello, ti aiuterò. Dammi una lista dei tuoi titoli e io ti darò una lista dei migliori libri anticattolici che conosco”.

Così, mandai a Gerry una lista dei migliori libri che avevo letto in quel periodo. Quando arrivò poi, la lista di Gerry mi accorsi che avevo letto praticamente tutti quei testi che mi raccomandava. Mi ritelefonò un mese dopo. Kimberly era emozionata, visto che vedeva in lui la mia salvezza. Aveva sperato e pregato Dio di mandare qualcuno in mio soccorso e Gerry sembrava costui. Mi sussurrò mentre impugnavo il ricevitore: “Finalmente qualcuno ti prenderà sul serio, Scott. Pregherò per la tua conversazione”.

Per Kimberly, Gerry era un “cavaliere dall’armatura rilucente” mandato da Dio per salvare suo marito dall’eresia. E aveva le credenziali per farlo: era uno studioso “Phi Beta Kappa” (appartenente a un gruppo onorifico americano che riunisce gli studiosi più brillanti ndR) che si era specializzato in greco antico e latino e aveva studiato ebraico e aramaico. Era più che pronto al combattimento.

Nel mese trascorso dalla nostra ultima conversazione, Gerry aveva letto ogni libro della mia lista, e anche qualcuno di più. Voleva salvarmi. Dopo i saluti mi chiese: “Puoi darmi qualche altro titolo? Voglio proprio essere onesto”. Dissi: “Certo, Gerry. Ti manderò altri titoli. Con piacere”. Circa un mese dopo, discutemmo per tre o quattro ore fino alle tre del mattino.

Alla fine della telefonata mi infilai silenziosamente nel letto, ma Kimberly era sveglissima: “Com’è andata?”. Risposi: “Meravigliosamente”. Si sedette sul letto: “Davvero? Sapevo che il Signore avrebbe ascoltato le mie preghiere e che Gerry sarebbe stato d’aiuto!”. “Gerry è stato davvero d’aiuto, ha letto ogni libro”. Lei: “Scott, Gerry ti ha preso davvero sul serio”. “Puoi dirlo, cara”. “E che cosa pensa di quei libri, Scott?”. “Beh dice che per ora a essere onesti non trova nessuna dottrina cattolica che non possa avere base biblica”. Queste non erano le parole che Kimberly si aspettava di sentire. “Che cosa?”. Nell’oscurità la sentii accasciarsi sul letto. Nascose il viso nel guanciale e iniziò a singhiozzare come una bambina. Cercai di calmarla ma lei gridò: “Non toccarmi. Mi sento così tradita!”. “Dai tesoro, Gerry ci sta ancora studiando… vedremo…”.

Invece Gerry, che avrebbe dovuto salvarmi, finì per entusiasmarsi di quel che leggeva. Cominciò un nuovo studio della Bibbia e vide quanto senso aveva la dottrina cattolico/ortodossa alla luce della teologia dell’Alleanza e degli insegnamenti dei primi Padri della Chiesa.

Parlammo più volte in teleselezione alla ricerca dei punti deboli dell’insegnamento cattolico ma ogni volta riconoscevamo che era possibile una risposta, seppur complessa. Ci stavamo innervosendo.

Nel frattempo era nato il nostro secondo figlio, Gabriel. Kimberly stava attraversando un momento orribile: Bimbi per casa, un marito che sentiva lontano. Un marito che, teologo come lei, studiava a tempo pieno dottrine di cui sapeva tutto il male del mondo, studiare una Chiesa che aveva sempre avvertito come “il Male”.

Nel frattempo avevo cercato di parlare della Chiesa cattolica con qualche sacerdote in modo da avere risposte ad alcune domande. Ma mi scoraggiarono tutti, uno dopo l’altro. A uno di loro domandai: “Padre Jim, come devo fare per convertirmi alla Chiesa Cattolica?”. Conoscendomi rispose: “Non penso che ci sia bisogno che lei si converta. Dopo il Concilio Vaticano II, convertirsi non è ecumenico! La cosa migliore che lei può fare è essere il miglior presbiteriano che riesce ad essere. Lei aiuterà di più la Chiesa Cattolica rimanendo dov’è”. Sorpreso e allibito, risposi: “Guardi che non le sto chiedendo di costringermi o di forzarmi a diventare cattolico. Penso che Dio mi stia chiamando ad entrare nella Chiesa cattolica, dove c’è la mia casa, la mia famiglia basata sull’Alleanza con il Signore”. Rispose in tono glaciale: “Senta, se ha bisogno di qualcuno che l’aiuti a convertirsi, si è rivolto alla persona sbagliata”.

Rimasi sbalordito.

Tornato a casa sconfortato, pregai Dio di mandarmi qualcuno che rispondesse alle mie domande. Mi venne l’idea di iscrivermi, come semplice studentello, a un corso di teologia di un’università cattolica. Presentai domanda di ammissione alla Duquesne University di Pittsburgh. Fui accettato. Entravo nelle aule con la mia borsetta ed ero l’unico protestante a seguire molti di quei seminari. Cosa ancora più inquietante ero spesso l’unico che difendesse Giovanni Paolo II! Paradossale. Non era chiaro se lì avrei trovato una risposta alle mie domande.

Qualche volta un amico cattolico di Grove City mi accompagnò giù a Pittsburgh, dove si incontrava con Don John Debicky, un sacerdote dell’Opus Dei. Non sapevo cosa fosse l’Opus Dei ma so solo che prendeva sul serio le mie domande, mi dava risposte ponderate e pregava per me. Era una persona molto umile e solo più tardi scoprii che aveva studiato teologia a Roma e lì aveva ricevuto il dottorato.

Molti cattolici della Duquesne University, conoscendomi e ascoltandomi dopo qualche tempo mi presero da parte e mi dissero: “Fai veramente cantare la Bibbia. Sembra cattolica, quando parli tu”. Dissi: “Penso che sia cattolica”. Quella notte domandai a me stesso a voce alta, in modo che Kimberly sentisse: “Perché Gerry ed io siamo i soli a vedere le dottrine cattoliche nella Bibbia?”. Kimberly rispose cinicamente: “Forse la Chiesa Cattolica di cui tu stai leggendo non esiste più!” Mi chiedevo se potesse avere ragione. Era un pensiero spaventoso. Sapevo che Kimberly pregava perché io ricevessi aiuto. E anch’io pregavo per questo.

Qualcuno mi spedì per posta una corona del rosario in plastica. Mentre guardavo quei grani, sentii che mi stavo scontrando con il più duro di tutti gli ostacoli: Maria (i cattolici non hanno idea di quanto le dottrine e le devozioni mariane siano dure sda accettare per i cristiani biblici). Mi chiusi nel mio ufficio e pregai in silenzio: “Signore, la Chiesa Cattolica ha trovato la risposta giusta in novantanove casi su cento. L’unico grosso ostacolo è Maria. Ti chiedo scusa in anticipo per quello che sto per fare se è blasfemo… “.

Recitai così il mio primo rosario dicendo: ”Maria, se sei anche solo la metà di quello che i cattolici dicono, spero che il Signore me ne dia rivelo”. Lo recitai di nuovo per quella intenzione molte volte nella settimana successiva, ma poi me ne dimenticai. Tre mesi dopo, mi accorsi che, dal giorno in cui avevo chiesto al Signore una risposta chiara, la situazione si era completamente rinnovata e la richiesta era stata esaudita! Ringraziai Dio per la Sua Misericordia e cominciai a portare sempre il rosario con me, e da quella volta lo recitai ogni giorno.

E’ una preghiera potente; un’arma incredibile che mette in luce lo scandalo dell’incarnazione: il Signore ha preso un’umile vergine contadina, e l’ha elevata alla dignità di colei che ha dato una natura umana immune dal peccato al Figlio Unigenito di Dio in modo che potesse diventare il nostro Salvatore. Cristo ha obbedito in maniera perfetta alla Legge compreso il comandamento di onorare il padre e la madre. La parola ebraica per “onorare” è Kabodah, che letteralmente significa glorificare. Il signore ha dunque, perfettamente onorato anche la Sua madre terrena, Maria. E detto questo, noi siamo chiamati a imitar il Cristo e quando onoriamo Maria imitiamo Lui, onorando chi Egli onori e con lo stesso onore che Lui gli attribuisce. In Luca 1, 48 c’è scritto: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” e questo fa il rosario: realizza quel versetto.

In quel periodo io e Gerry tentammo di avere un confronto veramente elevato e finalmente un giorno Gerry mi chiamò per invitarmi a partecipare con lui ad un incontro con uno dei nostri maestri più brillanti, il Dr. John Gerstner, teologo calvinista con forti convinzioni anticattoliche. Gerry gli aveva rivelato che stavamo prendendo in forte considerazione le istanze cattoliche e che desideravamo incontrarlo per discuterne. Lui accettò e Gerry organizzò tutto. Potevamo portare le Bibbie in greco, latino ed ebraico più tutti i testi che volevamo. Si sarebbe dovuto parlare di quante più cose possibile ma in primis il Sola Fide.

L’appuntamento era a vicino casa di Gerry a 4 ore di auto da noi per cui io e il Dr Gerstner dovemmo andare assieme da lui. In auto iniziammo il nostro confronto e gli presentai tutte le istanze che mi avevano portato a considerare con tanta serietà la Chiesa Cattolica. Lui mi ascoltò con attenzione e rispetto. Per lui non erano ragioni sufficienti per abbracciare quella che definiva la “sinagoga di Satana” e in coda mi fece una domanda a bruciapelo: “Scott e allora mi dici che base biblica trovi nella figura del Papa?”. Risposi con calma: “Dr. Gerstner, lei sa quanto il Vangelo di Matteo sottolinei il ruolo di Gesù come figlio della casa di Davide e re d’Israele, mandato dal Padre per inaugurare il regno dei cieli. Io credo che Matteo 16, 17-19 mostri come Gesù stabilisca tale regno. Gesù ha dato a Simone tre cose: 1 – il nome di Pietro, o Cefa, nel senso di Roccia solida; 2 – la promessa di costruire la Sua Chiesa su Pietro; 3 – le chiavi del regno dei cieli. E’ questo terzo punto che io trovo così interessante. Quando Gesù parla delle “chiavi del regno”, si riferisce a un importante passaggio dell’Antico Testamento, Isaia 22, 20-22, in cui Ezechia, l’erede al trono di Davide e re di Israele al tempo di Isaia, aveva sostituito il suo vecchio primo ministro, Shebna, con uno nuovo, chiamato Eliakim. Chiunque poteva dire quale, fra i membri del gabinetto reale, fosse il nuovo primo ministro, dato che costui aveva ricevuto le “chiavi del regno”. Affidando a Pietro le “chiavi del regno”, Gesù stabilì la funzione di primo ministro per governare la Chiesa, intesa come Suo regno sulla terra. Le “chiavi” sono dunque, un simbolo dell’ufficio di Pietro, da trasmettere al suo successore per proseguire questo ufficio stesso”. Il Dr. Gerstner rispose: “Questo è un argomento ingegnoso, Scott”. E io: “E allora perché noi protestanti non riconosciamo tale ufficio?”. Disse ancora: “Beh… non sono sicuro di averci studiato abbastanza. Non da questa prospettiva… devo rifletterci un po’. Vai avanti con gli altri punti.”

Andammo avanti finchè arrivammo da Gerry. Lì parlammo per sei lunghe ore ma alla fine il Dr. Gerstner non riuscì a smontare un solo argomento con prove inconfutabili.

Gerry ed io ci guardammo in viso ed eravamo pallidi. Avevamo sperato fino all’untimo di non doverlo fare madissi: “Gerry, sono venuto qui pensando che saremmo stati fatti a pezzi. Ma non abbiamo avuto cedimenti su nessun punto. Non riconosco valore alla tradizione protestante sulla base dottrinale pur riconoscendole un valore storico”.

Al ritorno a casa continuai a discutere col Dr. Gerstner e stavolta affrontammo il problema del Sola Scriptura. Lui chiese: “Scott se sei d’accordo che ora abbiamo nella Bibbia la Parola di Dio ispirata e infallibile, allora di che cos’altro abbiamo bisogno?” Risposi: “Dr. Gerstner, io ritengo che il problema principale non è sapere di che cosa abbiamo bisogno; ma, visto che lei me lo sta chiedendo, le dirò la mia impressione. Dal tempo della Riforma, sono nate oltre trentamila chiese e gli esperti dicono ne nascano ogni settimana. Ognuna di esse, senza eccezione, sostiene di obbedire allo Spirito Santo e di seguire in modo corretto la Scrittura. Abbiamo bisogno allora di capire di più. Vede, quando i padri fondatori del nostro paese ci hanno dato la costituzione, nonsi sono limitati a questo soltanto. Riesce a immaginare oggi cosa avremmo se i padri fondatori ci avessero lasciato solo un documento, buono finchè vuole, con un’esortazione del tipo “Possa lo spirito di Gorge Washington guidare ogni cittadino?”. Avremmo l’anarchia; che è quello che c’è oggi nel mondo protestante dove non c’è unità e tradizione. I Padri dellaChiesa, gli Apostoli, ci hanno dato qualcos’altro, oltre alla costituzione(il Nuovo Testamento), e cioè un presidente (quel Pietro che detiene le chiavi del regno), e un congresso (i vescovi e i capi delle chiese locali) che gestiscano il paese (la Chiesa), il popolo (di dio). Poi consideriamo una cosa: Gesù non ci parla mai nei Vangeli di cosa avrebbe o non avrebbe scritto ma consegna agli Apostoli un patrimonio che loro avrebbero gestito a Sua Gloria e per la salvezza del mondo. E nel mondo avrebbe agito la Chiesa ovvero un’istituzione di natura divina contro cui le porte degli inferi non sarebbero prevalse”. Questa istituzione poggia sulla Bibbia e sulla Sua storia, una storia maturata in Cristo e con lo Spirito Santo. E’ così che sono maturate le dottrine e il cristianesimo.”. Il Dr. Gerstner fece una pausa pensosa: “ Scott, è molto interessante. Ma allora per te qual è il problema principale?”. “Dr Gerstner, penso che il problema principale sia quello che la Bibbia insegna circa la Parola di Dio, perché in nessun a parte di essa si dice che la Parola di Dio è solo nella Bibbia. Al contrario, la Bibbia ci dice in vari punti che la Parola di Dio va ricercata anche nella Chiesa: nella sua Tradizione (2 Ts 2, 15; 3, 6), nonché nella sua predicazione e nel suo insegnamento (1 Pt 1, 25; 2 Pt 1, 20-21; Mt 18, 17). Ecco perché io ritengo che la Bibbia sostenga il “solum Verbum Dei” e non lo slogan protestante “sola Scriptura”. Il Dr. Gerstner rispose dichiarando, più e più volte, che la Tradizione cattolico/ortodossa, i concili e il Papa insegnavano tutti cose contrarie alla Bibbia. “Ma contrarie all’interpretazione della Bibbia da parte di chi?” chiesi. “Tra l’altro gli storici concordano sul fatto che abbiamo il Nuovo Testamento grazie al Concilio di Ippona del 393 e al Concilio di Cartagine del 397, entrambi i quali mandarono le loro conclusioni a Roma per l’approvazione papale. Dal 30 dC al 397 dC è un periodo troppo lungo perché si possa rimanere senza Nuovo Testamento, non trova? Oltretutto, in gran parte delle chiese locali, fino ad allora non si avevano tante parti del Nuovo Testamento e al contrario si ritenevano divinamente ispirati testi come la Lettera di Barnaba, il Pastore di Erma, gli Atti di Paolo. E c’erano anche testi come l’Apocalisse, la Seconda Lettera di Pietro e la Lettera a Giuda che alcuni ritenevano dovessero essere esclusi dal canone! Perciò qual era la persona in grado di prendere decisioni attendibili e conclusive, se la Chiesa non insegna con autorità infallibile? Inoltre Dr. Gerstner come possiamo essere sicuri che gli stessi ventisette libri del Nuovo Testamento siano l’infallibile Parola di Dio, se sono stati concili della Chiesa fallibili a compilarne l’elenco?” Non dimenticherò mai la sua risposta: “Scott, questo significa solo che tutto quello che possiamo avere è una raccolta fallibile di documenti infallibili!” Domandai: “E’ questo il meglio che il cristianesimo protestante sa dire?” Tornai a casa nelle prime ore del mattino. Quando comunicai a Kimberly i risultati della giornata trascorsa insieme al Dr Gerstner lei si spaventò. Aveva sperato che quella discussione avrebbe posto fine a tutto. Mi strappò una promessa: “Ti prego, non farlo improvvisamente: sarebbe troppo doloroso”. Le assicurai: “Se dovrò diventare cattolico, Kimberly, non sarà prima del 1990. E lo farò solo se assolutamente necessario.” Era il 1985. Mi sembrava un tempo ragionevole. Lei rispose: “Va bene, posso convivere con questa cosa”. Tornai così alla Marquette University dove avevo scoperto un gruppo di eccezionali teologi cattolici e un grande professore, Don Donald Keefe. Quando poi apprendemmo che la Marquette mi aveva accettato per un corso di teologia per ottenere il dottorato – e mi offriva una borsa di studio piena con un posto d’insegnante assistente – sentimmo che era il Signore a guidarci. Non potevamo però sapere che il nostro matrimonio si apprestava a vivere il periodo più nero e tempestoso che avessimo mai potuto immaginare.

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