00 03/12/2008 22:42
ABORTO DIRETTO
Si ha l’aborto diretto ogni qualvolta viene interrotta la gravidanza uccidendo direttamente il bambino nel seno materno per qualsiasi motivo (ad esempio per salvare la vita della madre o per disfarsi di un tiglio ecc.). Ogni caso di aborto diretto è sempre vietato dal costante insegnamento della Chiesa, perché si tratta di un vero omicidio, di un terribile delitto contro un piccolo innocente che non può difendersi dalla mano assassina. Questo insegnamento costante della Chiesa «non è mutato ed è immutabile» ha detto il Papa Paolo VI il 9 dicembre 1972. Il Concilio Vaticano Il aveva già solennemente ribadito: « Dio, Padre della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggerla: missione che deve essere adempiuta in modo umano. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura, e l’aborto come l’infanticidio sono abominevoli delitti» (Gaudium et Spes - 51c). Anche l’aborto procurato, perché si ritiene che il bimbo chiuso in grembo non sia vitale, non è ammesso dalla morale cattolica. Tale divieto si fonda soprattutto sulla costatazione che tale certezza (la morte del bimbo nel seno) è sempre relativa, per cui molte volte si ritiene morto il bimbo mentre poi risulta che era vivo! Inoltre bisogna salvare il principio che non si può mai accorciare la vita a nessuno, neppure a chi è destinato per grave infermità a perderla entro breve tempo.
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