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20. – Né c’è da meravigliarsi, fratelli dilettissimi, se anche tra i confessori della fede alcuni giungano a tanto; e che certi cadano in peccati estremamente turpi e gravi. infatti, la confessione non rende immuni dalle insidie del diavolo, né protegge di perpetua sicurezza contro le tentazioni e i rischi e gli attacchi e gli assalti del mondo, mentre ancora uno è in questo mondo. Altrimenti, non vedremmo mai nei confessori le frodi e gli stupri e gli adulteri, che noi, pur troppo, dobbiamo costatare in alcuni, dolendocene profondamente. Chiunque sia, colui che ha confessato pubblicamente la fede durante la persecuzione, certo non potrà dirsi migliore o maggiore o più caro a Dio di Salomone: eppure costui, se nel tempo in cui segui le vie del Signore conservò la grazia che aveva ricevuta da Dio, quando invece abbandonò la via del Signore perdette anche la grazia del Signore (1 Re 11). Perciò sta scritto: «Conserva quello che hai, perché un altro non riceva la tua corona» (Apocalisse 3,11). Ed evidentemente il Signore non ci minaccerebbe, prospettandoci la possibilità di toglierci la corona di giustizia, se allontanandoci noi dalla giustizia non si allontanasse da noi necessariamente la corona.

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