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2. - Da qui, per noi, l’esempio e l’avvertimento di fuggire le vie dell’uomo vecchio, e di camminare invece sulle orme del Cristo vincitore (Efesini 4,20). In questo modo non ricadremo incauti nei lacci della morte; al contrario, messi in guardia dinanzi al pericolo, potremo ricevere e possedere l’immortalità. Ma ecco, forse potremo conquistare l’immortalità senza osservare quei comandamenti di Cristo, mediante i quali la morte è espugnata e vinta? Lo dichiara lui stesso, col dire: «Se vuoi pervenire alla vita, osserva i comandamenti» (Matteo 19,17); e ancora: «Se fate quanto vi comando, non vi chiamerà più servi ma amici» (Giovanni 15,14). Costoro, poi, egli li chiama forti e stabili, fondati sulla roccia, irremovibili e radicati nella più provata fermezza contro tutte le tempeste e i turbini del mondo. «Colui che ascolta — dice — le mie parole e le mette in pratica, lo paragonerò ad un uomo saggio che ha edificato la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e s’abbatterono su quella casa: essa non crollò. E ciò perché era stata fondata sulla roccia» (Matteo 7,24). Dunque, dobbiamo conformarci alle sue parole, dobbiamo imparare e mettere in pratica tutto quello che egli insegnò e operò. Del resto, come può dire di credere in Cristo colui che non fa ciò che Cristo ha comandato di fare? o come giungerà al premio della fede, colui che non vuole star fedele ai comandamenti? Costui necessariamente ondeggerà disorientato, e, in balia dello spirito dell’errore, sarà come la polvere che il vento solleva e si porta via qua e là. Non potrà certo avanzare nel cammino verso la sua salvezza, colui che non si mette sulla vera via della salvezza.

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