23. - Certo io mi auguro, fratelli carissimi, e vi consiglio e vi esorto, che se possibile nessuno dei fratelli perisca, e che la madre possa con gioia stringere al suo seno, come un sol corpo, il suo popolo unito. Ma se la mia esortazione, fatta per il loro bene, non riuscirà a richiamare sulla via della salvezza coloro che si mettono a capo di scismi e fomentano la divisione, rimanendo essi nella loro cieca e ostinata follia, voialtri, però, che foste tratti in inganno in buona fede, o foste spinti al l’errore, o foste abbindolati da qualche scaltra e astuta furberia, voi scioglietevi dai lacci della menzogna, liberate dall’errore i vostri passi disorientati, apprendete la retta via che conduce al cielo. Sentite come vi esorta l’Apostolo: «Vi raccomando nel nome del Signore Gesù Cristo, che evitiate quei fratelli che si comportano secondo il loro capriccio e non secondo la tradizione che hanno ricevuta da noi» (2 Tessalonicesi 3,6). ancora: «Nessuno vi inganni con vani ragionamenti poi ché per questo piomba l’ira di Dio sui figli della disobbedienza. Non vogliate dunque associarvi a loro» (Efesini 5,6). Occorre dunque stare alla larga; o meglio, occorre fuggire dai colpevoli: e ciò perché non accada che qualcuno, unendosi a quelli che si comportano male e vanno errando per vie traverse in mezzo ai peccati, finisca per commettere egli pure gli stessi peccati deviando dal cammino della verità. Uno è Dio e uno è Cristo, una è la sua Chiesa, e una la fede, e uno il popolo strettamente congiunto dal cemento della concordia nell’unità solida di un corpo. Non può spezzarsi l’unità. Non può essere separato un unico corpo, scompaginando la sua struttura; né può essere fatto a pezzi, lacerando e strappando le sue viscere. Quel che si separa da ciò che gli comunica la vita, fuori non può più vivere e respirare, finisce per perdere la sostanza vitale.
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