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Benedetto XVI: Angelus 2009

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    00 18/10/2009 13:07

    VIAGGIO APOSTOLICO
    DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
    NELLA REPUBBLICA CECA
    (26-28 SETTEMBRE 2009)

    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Aeroporto Tuřany di Brno
    Domenica, 27 settembre 2009

    (Video)

      

    Cari fratelli e sorelle!

    Siamo giunti al termine di questa solenne Celebrazione e l’ora del mezzogiorno ci invita alla preghiera dell’Angelus. Sono lieto di recitarla qui, nel cuore della Moravia, regione fraternamente unita alla Boemia, terra segnata da molti secoli di fede cristiana, che richiama all’origine la coraggiosa missione dei santi Cirillo e Metodio.

    Quando, venti anni or sono, Giovanni Paolo II decise di visitare l’Europa centrale ed orientale dopo la caduta del totalitarismo comunista, volle cominciare il suo viaggio pastorale da Velehrad, centro dei famosi Congressi unionistici precursori dell’ecumenismo tra i popoli slavi, e conosciuto in tutto il mondo cristiano. Voi ricordate inoltre un’altra sua visita, quella del 1995 a Svatý Kopeček, presso Olomouc, con l’indimenticabile incontro con i giovani. Vorrei idealmente riprendere l’insegnamento di questo mio venerato Predecessore e invitarvi a mantenervi fedeli alla vostra vocazione cristiana e al Vangelo per costruire insieme un avvenire di solidarietà e di pace.

    La Moravia è terra ricca di santuari mariani, che folle di pellegrini visitano durante tutto l’anno. In questo momento vorrei recarmi in ideale pellegrinaggio presso la montagna boscosa di Hostýn, dove venerate la Madonna come vostra Protettrice. Maria tenga desta la fede di tutti voi, la fede alimentata anche da numerose tradizioni popolari che affondano le loro radici nel passato, ma che giustamente voi avete cura di conservare perché non venga meno il calore della convivenza familiare nei villaggi e nelle città. A volte si costata, con una certa nostalgia, che il ritmo della vita moderna tende a cancellare alcune tracce di un passato ricco di fede. E’ importante invece non perdere di vista l’ideale che le usanze tradizionali esprimevano, e soprattutto va mantenuto il patrimonio spirituale ereditato dai vostri antenati, per custodirlo ed anzi renderlo rispondente alle esigenze dei tempi presenti. Vi aiuti in questo la Vergine Maria, alla quale rinnovo l’affidamento della vostra Chiesa e dell’intera Nazione ceca.

    Angelus Domini…

    S láskou pozdravujem pútnikov z blízkeho Slovenska. Drahí bratia a sestry, dnešné Božie slovo nás pobáda, aby sme v Ježišovi Kristovi uznali našu jedinú nádej. Pozývam vás, aby ste boli vo svete vernými svedkami tejto zvesti. Zo srdca žehnám vás i vaše rodiny vo vlasti. Stýmto želaním vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

    [Con affetto do il benvenuto ai pellegrini provenienti dalla vicina Slovacchia. Cari fratelli e sorelle, l’odierna Parola di Dio ci esorta a riconoscere Gesù Cristo come nostra unica speranza. Vi invito ad essere nel mondo testimoni fedeli di questo annuncio. Di cuore benedico voi e le vostre famiglie in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

    Serdecznie pozdrawiam Polaków biorących udział w tej Eucharystii. Dziękuję za Waszą obecność i duchowe wsparcie. Niech spotkanie z Papieżem we wspólnocie Kościoła, który jest w Czechach, przyniesie owoce wiary i miłości w waszych sercach. Niech Bóg wam błogosławi.

    [Saluto cordialmente i polacchi che prendono parte a quest’Eucaristia. Vi ringrazio per la vostra presenza e per il sostegno spirituale. L’incontro del Papa con la Chiesa che è nella Repubblica Ceca porti abbondanti frutti di fede e di amore nei vostri cuori. Dio vi benedica!]

    Von Herzen grüße ich die Pilger aus Deutschland und aus Österreich. Ich freue mich über euer Kommen, über euer Mitbeten und Mitfeiern mit den Brüdern und Schwestern hier in Tschechien. Noch mehr als alle nachbarschaftlichen Bande ist es der Glaube an Jesus Christus, der uns zusammenführt und eint. Und heute braucht es besonders unser gemeinschaftliches Zeugnis, um neu und kraftvoll die Botschaft des Heils zu verkünden: den gekreuzigten und auferstandenen Herrn – Jesus Christus, die Hoffnung der Menschheit! Die Erfahrung, daß Christus seine Freunde nicht allein läßt, sondern ihnen hilft, damit sie glücklich leben können, darf uns nicht kalt und gleichgültig lassen gegenüber unseren Mitmenschen, die auf der Suche nach Wahrheit und Liebe sind und sich nach dem wirklichen Leben sehnen. Zeigen wir ihnen den Weg zu Jesus Christus, der das Leben in Fülle schenkt. Mit Freude wollen wir Tag für Tag aus unserem Glauben und unserer Hoffnung leben und am Aufbau einer Gesellschaft mitarbeiten, die auf den Werten des Guten, der Gerechtigkeit und Brüderlichkeit, auf der Liebe zu Gott und dem Nächsten gründet. Dazu schenke der Herr uns seinen Segen.

    [Saluto di cuore i pellegrini provenienti dalla Germania e dall’Austria. Sono lieto della vostra presenza, del vostro pregare e celebrare insieme con i fratelli e le sorelle qui nella Repubblica Ceca. È la fede in Gesù Cristo, che, ancora di più di tutti i legami di vicinato, ci ricongiunge e ci unisce. E oggi è necessaria in modo particolare la nostra comune testimonianza per proclamare di nuovo e con forza l’annuncio di salvezza: il Signore crocifisso e risorto – Gesù Cristo, Speranza dell’umanità! L’esperienza che Cristo non lascia soli i suoi amici, ma li aiuta perché possano vivere felicemente, non deve lasciarci indifferenti nei confronti del nostro prossimo che cerca verità e amore e anela la vita vera. Mostriamo loro la via verso Gesù Cristo che dona la vita in abbondanza. Con gioia vogliamo vivere giorno per giorno la nostra fede e speranza, collaborando a costruire una società fondata sui valori del bene, della giustizia e della fraternità, sull’amore verso Dio e il prossimo. Per questo, Dio ci dia la Sua benedizione.]

    Moji milovaní, je pro mě velikou radostí být dnes s vámi zde v Brně, v srdci Moravy. Zdravím také všechny, kteří jsou s námi spojeni sdělovacími prostředky. S láskou pamatuji i na starší osoby, na trpící a na nemocné. Prosím vás všechny o vzpomínku v modlitbě, tak jako já vás ujišťuji svou duchovní blízkostí. Nechť vás všemohoucí Bůh zahrne hojnými nebeskými milostmi a požehnáním!

    [Miei cari, è per me una grande gioia essere oggi qui con voi, a Brno, nel cuore della Moravia. Saluto anche quanti sono collegati con noi attraverso i mezzi di comunicazione. In particolare, il mio affettuoso pensiero va alle persone anziane, ai sofferenti e ai malati. Chiedo un ricordo nella preghiera, così come assicuro a voi la mia vicinanza spirituale. Che Dio Onnipotente vi conceda abbondanti grazie celesti e benedizioni.]

      

     

     

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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro
    Domenica, 4 ottobre 2009

     [Video]

    Cari fratelli e sorelle!

    Stamani, nella Basilica di San Pietro, ha avuto luogo la Celebrazione eucaristica di apertura della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, durante la quale si è pregato anche in diverse lingue africane. Il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II convocò il primo "Sinodo africano" nel 1994, nella prospettiva dell’anno 2000 e del terzo millennio cristiano. Egli, che col suo zelo missionario si fece tante volte pellegrino in terra africana, ha raccolto i contenuti emersi da quell’assise nell’Esortazione apostolica Ecclesia in Africa, rilanciando l’evangelizzazione del Continente. A distanza di quindici anni, questa nuova Assemblea si pone in continuità con la prima, per verificare il cammino compiuto, approfondire alcuni aspetti ed esaminare le sfide più recenti. Il tema scelto è: "La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace" – accompagnato da una parola di Cristo rivolta ai discepoli: "Voi siete il sale della terra … voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13.14).

    Il Sinodo costituisce sempre un’intensa esperienza ecclesiale, un’esperienza di responsabilità pastorale collegiale nei confronti di un aspetto specifico della vita della Chiesa, oppure, come in questo caso, di una parte del Popolo cristiano determinata in base all’area geografica. Il Papa e i suoi più stretti collaboratori si riuniscono insieme con i Membri designati dell’Assemblea, con gli Esperti e gli Uditori, per approfondire la tematica prescelta. E’ importante sottolineare che non si tratta di un convegno di studio, né di un’assemblea programmatica. Si ascoltano relazioni ed interventi in aula, ci si confronta nei gruppi, ma tutti sappiamo bene che i protagonisti non siamo noi: è il Signore, il suo Santo Spirito, che guida la Chiesa. La cosa più importante, per tutti, è ascoltare: ascoltarsi gli uni gli altri e, tutti quanti, ascoltare ciò che il Signore vuole dirci. Per questo, il Sinodo si svolge in un clima di fede e di preghiera, in religiosa obbedienza alla Parola di Dio. Al Successore di Pietro spetta convocare e guidare le Assemblee sinodali, raccogliere quanto emerso dai lavori ed offrire poi le opportune indicazioni pastorali.

    Cari amici, l’Africa è un Continente che ha una straordinaria ricchezza umana. Attualmente, la sua popolazione ammonta a circa un miliardo di abitanti e il suo tasso di natalità complessivo è il più alto a livello mondiale. L’Africa è una terra feconda di vita umana, ma questa vita è segnata purtroppo da tante povertà e patisce talora pesanti ingiustizie. La Chiesa è impegnata a superarle con la forza del Vangelo e la solidarietà concreta di tante istituzioni ed iniziative di carità. Preghiamo la Vergine Maria, perché benedica la II Assemblea sinodale per l’Africa e ottenga pace e sviluppo per quel grande e amato Continente.



    Dopo l'Angelus

    Il mio pensiero va, in questo momento, alle popolazioni del Pacifico e del Sud Est asiatico, colpite negli ultimi giorni da violente calamità naturali: lo tsunami nelle Isole Samoa e Tonga; il tifone nelle Filippine, che successivamente ha riguardato anche Vietnam, Laos e Cambogia; il devastante terremoto in Indonesia. Queste catastrofi hanno causato gravi perdite in vite umane, numerosi dispersi e senzatetto e ingenti danni materiali. Penso, inoltre, a quanti soffrono a causa delle inondazioni in Sicilia, specialmente nella zona di Messina. Invito tutti ad unirsi a me nella preghiera per le vittime e i loro cari. Sono spiritualmente vicino agli sfollati e a tutte le persone provate, implorando da Dio sollievo nella loro pena. Faccio appello perché non manchi a questi fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità Internazionale.

    Al termine della preghiera dell’Angelus di questa particolare domenica, in cui ho aperto la Seconda Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, non posso dimenticare i conflitti che, attualmente, mettono a rischio la pace e la sicurezza dei Popoli del Continente africano. In questi giorni ho seguito con apprensione i gravi episodi di violenza che hanno scosso la popolazione della Guinea. Esprimo le mie condoglianze alle famiglie delle vittime, invito le parti al dialogo, alla riconciliazione e sono certo che non si risparmieranno gli sforzi per raggiungere un'equa e giusta soluzione.

    Nel pomeriggio di sabato prossimo, 10 ottobre, insieme con i Padri sinodali, guiderò nell’Aula Paolo VI una speciale recita del santo Rosario "con l’Africa e per l’Africa", animata dai giovani universitari di Roma. Si uniranno alla preghiera, in collegamento via satellite, gli studenti di alcuni Paesi africani. Cari giovani universitari, vi attendo numerosi, per affidare a Maria Sedes Sapientiae il cammino della Chiesa e della società nel Continente africano.

    Je suis heureux de saluer les pèlerins francophones présents pour la prière de l’Angélus. Aujourd’hui s’ouvre la deuxième Assemblée spéciale pour l’Afrique du Synode des Évêques. Je vous convie à soutenir par votre prière la réflexion et les travaux des pères synodaux. Je vous invite également à prier pour ce cher continent africain que j’ai visité au mois de mars dernier. Que Dieu le bénisse et lui concède la paix, la réconciliation et la justice et qu’il donne à l’Église en Afrique la force et le courage d’être « sel de la terre » et « lumière du monde » pour témoigner de la vraie vie en Jésus-Christ. Je confie ce Synode à l’intercession maternelle de la Vierge Marie, protectrice de l’Afrique! Que Dieu vous bénisse !

    I offer a warm welcome to the English-speaking visitors gathered for this Angelus prayer. I invite all of you to join me in praying for the Second Special Assembly of the Synod of Bishops for Africa, which opened this morning in Saint Peter’s Basilica. May this great ecclesial event strengthen the Church in Africa in her witness to the Gospel of Jesus Christ and in her efforts to promote reconciliation, justice and peace among its peoples. May the Synod also help turn the eyes of the world to that great continent and inspire renewed solidarity with our African brothers and sisters. As we entrust these prayers to the intercession of Our Lady, I invoke upon you and your families God’s blessings of joy and peace!

    Ganz herzlich heiße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache willkommen; besonders grüße ich die Wallfahrer aus Zuoz in der Schweiz. Mit der heiligen Messe im Petersdom heute vormittag haben wir die Zweite Sonderversammlung der Bischofssynode für Afrika begonnen. Das Thema lautet: „Die Kirche in Afrika im Dienst der Versöhnung, der Gerechtigkeit und des Friedens. Ihr seid das Salz der Erde. … Ihr seid das Licht der Welt." Um wirklich Salz der Erde und Licht der Welt zu sein, brauchen wir die Gnade Gottes. Bitten wir den Herrn, daß er unsere Glaubensbrüder in Afrika wie auch uns selber immer mehr zu Boten der Versöhnung, der Hoffnung und des Friedens mache. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag.

    Saludo con afecto a los fieles de lengua española presentes en esta oración mariana, y a aquellos que se unen a la misma a través de la radio y la televisión. A la luz del Evangelio de este domingo, os invito a encomendar fervientemente en vuestra oración a todas las familias, en particular a las más necesitadas, para que sus miembros, con la ayuda de la gracia divina, afiancen su unión en el amor y la comprensión mutua, sin dejarse vencer por las dificultades de la vida, sino siendo en todo momento lámparas vivas de fe, esperanza y caridad. Muchas gracias.

    Bardzo serdecznie pozdrawiam Polaków. Wspominając świętego Franciszka, szczególnie pozdrawiam dzisiaj wspólnoty franciszkanów, którzy świętują w Krakowie osiemsetlecie zatwierdzenia „reguły zakonnej" i ich charyzmatu. Módlcie się ze mną, by wiernie trwali w miłości Chrystusa ubogiego, czystego i posłusznego, niosąc ludziom ewangeliczną radość. Całej rodzinie franciszkańskiej i wam wszystkim z serca błogosławię.

    [Saluto cordialmente i Polacchi. Ricordando oggi San Francesco, saluto in modo particolare le comunità dei francescani che a Cracovia festeggiano ottocento anni di approvazione della "regola monastica" e del loro carisma. Pregate con me affinché essi rimangano fedeli all’amore di Cristo povero, casto ed obbediente, portando alla gente la gioia evangelica. Benedico di cuore la famiglia francescana e voi tutti.]

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare il gruppo di cresimandi provenienti da Torino, l’associazione Junior Chamber Italiana e i motociclisti impegnati in favore della sicurezza stradale. Desidero inoltre assicurare la mia preghiera per la missione "Gesù al Centro", una proposta dei giovani ai giovani, che si svolge in questi giorni a Roma per iniziativa del Servizio diocesano di pastorale giovanile. Formulo infine un cordiale augurio per il Secondo Congresso Mondiale degli Oblati Benedettini sul tema "Le sfide religiose di oggi. La risposta benedettina", e che vede la partecipazione di Oblati di tutti i Continenti, come pure per l’odierna Giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

    A tutti auguro una buona domenica.


     

     

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    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Sagrato della Basilica Vaticana
    Domenica, 11 ottobre 2009

    [Video]


     

    Al termine di questa solenne celebrazione, il mezzogiorno ci invita alla preghiera dell’Angelus. Prima di recitarla, desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti voi, che avete voluto, con la vostra devota partecipazione, rendere omaggio ai nuovi Santi. Un particolare pensiero va alle Autorità con le Delegazioni ufficiali venute da vari Paesi: vi ringrazio per la vostra presenza.

    Je salue avec plaisir les pèlerins francophones venus pour les canonisations. Je vous encourage, en prenant exemple sur sainte Jeanne Jugan, à avoir le souci des plus pauvres et des plus petits, des blessés de la vie et des laissés pour compte de nos sociétés surtout à l’occasion de la « Journée mondiale du Refus de la Misère » qui se célébrera dans quelques jours. En me référant au saint Père Damien, je vous engage également à soutenir par votre prière et par vos œuvres les personnes engagées avec générosité dans la lutte contre la lèpre et contre les autres formes de lèpre dues au manque d’amour par ignorance et lâcheté. Que votre prière puisse, enfin, accompagner les travaux du deuxième Synode pour l’Afrique. Que Dieu vous bénisse tous!

    I extend cordial greetings to all the English-speaking pilgrims here this Sunday, especially those who have come to Rome in such great numbers for today’s canonization. May these new saints accompany you with their prayers and inspire you by the example of their holy lives. I also greet the group of survivors of the nuclear attacks on Hiroshima and Nagasaki, and I pray that the world may never again witness such mass destruction of innocent human life. May God bless all of you, as well as your families and loved ones at home.

    Einen herzlichen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger und grüße heute besonders die Neupriester aus dem Germanikum mit ihren Gästen. Der Herr schenke euch Mut und Ausdauer für euren geistlichen Dienst! Nehmen wir uns die neuen Heiligen zum Vorbild für unser Leben. Unter ihnen ist der auch in Deutschland sehr verehrte heilige Damian de Veuster, der bei den Leprakranken auf der Hawaii-Insel Molokai lebte und schließlich selbst mit ihnen und für sie den tödlichen Aussatz erlitt. Weiters wollen wir den heiligen Bischof Zygmunt Szczęsny Feliński und die heiligen Ordensleute Francisco Coll y Guitart, Rafael Arnáiz Barón und Marie De La Croix Jugan um ihre Fürbitte anrufen, daß Gott uns auch heute viele geistliche Berufungen schenke. Der Herr begleite euch alle mit seiner Gnade.

    Dirijo un caluroso saludo a los peregrinos del lengua española, en particular a los que han participado en esta gozosa ceremonia de Canonización, en especial a los Señores Cardenales, Arzobispos y Obispos que han venido con ellos de España, tierra tan fecunda en frutos de santidad. El dominico san Francisco Coll, con su entrega sacerdotal y misionera, y el trapense san Rafael Arnáiz Barón, con su alma enteramente contemplativa, ambos fervientes devotos de la Virgen María, hacen honor a la mejor tradición religiosa y a las profundas raíces cristianas de su pueblo. Que el ejemplo y la intercesión de estos nuevos Santos avive en todos, y particularmente en las Dominicas de la Anunciata, en la Orden de Predicadores y en los monjes Trapenses, el compromiso de seguir generosa y desinteresadamente a Cristo, según la propia vocación, dando testimonio de su Evangelio en la sociedad de hoy. Saludo también a los grupos procedentes de Colombia y otros Países Latinoamericanos.

    Ik begroet U, dierbare Nederlandstalige pelgrims die naar Rome bent gekomen om U aan te sluiten bij de dankzegging van heel de Kerk voor de heiligverklaring van Pater Damiaan. Toegewijd aan de Harten van Jesus en Maria heeft deze heilige priester, geleid door de goddelijke genade, zijn roeping laten uitgroeien tot een volkomen “ja”. Moge de voorspraak van Onze Lieve Vrouw en van de “apostel van de melaatsen”, de wereld bevrijden van melaatsheid, ons ontvankelijk maken voor de liefde van God en voor ons trouw en vreugde verkrijgen in de dienst aan onze broeders en zusters! Met mijn Apostolische Zegen.

    Pozdrawiam serdecznie obecnych tu wiernych z Polski, z Kardynałami, Arcybiskupami i Biskupami. Pozdrawiam wszystkich Polaków, którzy, obchodząc dzisiaj tradycyjny dzień papieski, mogą radować się darem nowego świętego - Zygmunta Szczęsnego Felińskiego. Jego opiece polecam Kościół w Polsce i cały naród. Niech Bóg wam błogosławi!

    [Saluto cordialmente i fedeli venuti dalla Polonia, con i Cardinali, gli Arcivescovi e i Vescovi. Saluto tutti i polacchi che, celebrando oggi la tradizionale giornata del Papa, possono rallegrarsi del dono di un nuovo santo: Zygmunt Szczesny Felinski. Alla sua protezione affido la Chiesa in Polonia e tutta la nazione. Dio vi benedica!]

    Cari fratelli e sorelle, la Vergine Maria è la stella che orienta ogni itinerario di santità. Il suo “fiat” è modello di perfetta adesione alla divina volontà e il suo “magnificat” esprime il canto di esultanza della Chiesa, che già su questa terra gioisce per le grandi opere di Dio e nel cielo loda in eterno la sua gloria. Alla Madre di Cristo ci rivolgiamo con fiducia filiale, invocando, per la sua intercessione e quella dei nuovi Santi, pace e salvezza.

    Angelus Domini…


     

     

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    [ange18ottobre.jpg] 

    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 18.10.2009

    Alle ore 12 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    Oggi, terza domenica di ottobre, si celebra la Giornata Missionaria Mondiale, che costituisce per ogni comunità ecclesiale e per ciascun cristiano un forte richiamo all’impegno di annunciare e testimoniare il Vangelo a tutti, in particolare a quanti ancora non lo conoscono.
    Nel
    Messaggio, che ho scritto per questa occasione, mi sono ispirato a un’espressione del Libro dell’Apocalisse, che a sua volta riecheggia una profezia di Isaia: "Le nazioni cammineranno alla sua luce" (Ap 21,24).
    La luce di cui qui si parla è quella di Dio, rivelata dal Messia e riflessa sul volto della Chiesa, rappresentata come la nuova Gerusalemme, città meravigliosa dove risplende in pienezza la gloria di Dio.
    E’ la luce del Vangelo, che orienta il cammino dei popoli e li guida verso la realizzazione di una grande famiglia, nella giustizia e nella pace, sotto la paternità dell’unico Dio buono e misericordioso.
    La Chiesa esiste per annunciare questo messaggio di speranza all’intera umanità, che nel nostro tempo "conosce stupende conquiste, ma sembra aver smarrito il senso delle realtà ultime e della stessa esistenza" (Giovanni Paolo II, Enc. Redemptoris missio, 2).
    Nel mese di ottobre, specialmente in questa Domenica, la Chiesa universale pone in rilievo la propria vocazione missionaria. Guidata dallo Spirito Santo, essa sa di essere chiamata a proseguire l’opera di Gesù stesso annunciando il Vangelo del Regno di Dio, che "è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo" (Rm 14,17).

    Questo Regno è già presente nel mondo come forza di amore, di libertà, di solidarietà, di rispetto della dignità di ogni uomo, e la Comunità ecclesiale sente premere nel cuore l’urgenza di lavorare, affinché la sovranità di Cristo si realizzi pienamente. Tutte le sue membra ed articolazioni cooperano a tale progetto, secondo i diversi stati di vita e i carismi.

    In questa Giornata Missionaria Mondiale voglio ricordare i missionari e le missionarie - sacerdoti, religiosi, religiose e laici volontari - che consacrano la loro esistenza a portare il Vangelo nel mondo, affrontando anche disagi e difficoltà e talvolta persino vere e proprie persecuzioni.

    Penso, tra gli altri, a don Ruggero Ruvoletto, sacerdote fidei donum, recentemente ucciso in Brasile, al Padre Michael Sinnot, religioso, sequestrato pochi giorni fa nelle Filippine. E come non pensare a quanto sta emergendo dal Sinodo dei Vescovi per l’Africa in termini di estremo sacrificio e di amore a Cristo e alla sua Chiesa? Ringrazio le Pontificie Opere Missionarie, per il prezioso servizio che rendono all’animazione e alla formazione missionaria. Invito inoltre tutti i cristiani a un gesto di condivisione materiale e spirituale per aiutare le giovani Chiese dei Paesi più poveri.

    Cari amici, quest’oggi, 18 ottobre, è anche la festa di san Luca evangelista che, oltre al Vangelo, ha scritto gli Atti degli Apostoli, per narrare l’espandersi del messaggio cristiano fino ai confini del mondo allora conosciuto. Invochiamo la sua intercessione, insieme con quella di san Francesco Saverio e di santa Teresa di Gesù Bambino, patroni delle missioni, e della Vergine Maria, affinché la Chiesa possa continuare a diffondere la luce di Cristo tra tutti i popoli. Vi chiedo, inoltre, di pregare per l’Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, che in queste settimane si sta svolgendo qui, in Vaticano.

    DOPO L’ANGELUS

    L’Angélus me donne la joie de vous saluer, chers pèlerins francophones. Nous célébrons aujourd’hui la Journée Mondiale des Missions. Le Christ dans l’Évangile nous redit que le Fils de l’homme est venu pour servir. Notre fidélité au Christ ne doit pas nous conduire à rechercher les honneurs, la notoriété, la célébrité, mais elle nous convie à comprendre et à faire comprendre que la vraie grandeur se trouve dans le service et dans l’amour du prochain ! Au cœur du Synode pour l’Afrique, invoquons la Vierge Marie, Notre-Dame d’Afrique, pour qu’il porte des fruits abondants ! Que Dieu vous bénisse ! Bon dimanche !

    I extend a cordial welcome to all the English-speaking pilgrims present for this Angelus. Today’s liturgy reminds us that Jesus, fully sharing in our humanity, sympathises with our weakness and understands our struggle against temptation. On this World Mission Sunday, let us turn to him in prayer and approach his throne of grace, so that we may receive his mercy and proclaim the Gospel of Love throughout the world!

    Mit Freude heiße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache willkommen. Der heutige Weltmissionssonntag erinnert uns daran, daß die Mission die Grundlage für das Leben der Kirche ist. In Treue gegenüber dem Sendungsauftrag des Herrn ist für uns die Verkündigung seiner Frohbotschaft vorrangig und unaufschiebbar. Es liegt an uns getauften und gefirmten Christen, den Völkern der Erde und den Menschen um uns heute Jesus Christus, das Heil der Welt, nahezubringen, der Frieden, Einheit, Versöhnung und neues Leben schenkt. Bitten wir den Heiligen Geist, daß er in uns die Leidenschaft, den Mut und Elan zur Verkündigung des Evangeliums neu entfache. Gott segne euch alle.

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de la Hermandad del Señor de los Milagros, de Roma, a los miembros de la Hermandad de la Virgen de la Amargura, de Lorca, y al grupo de jóvenes españoles y latinoamericanos que trabajan pastoralmente en la defensa de la vida. En este domingo, la Iglesia celebra la Jornada Mundial de las Misiones. Os invito a todos a orar por tantos sacerdotes, religiosos y laicos, que han entregado su vida a la evangelización de los pueblos. Encomiendo a la protección maternal de María Santísima, que durante este mes invocamos especialmente con el título de Nuestra Señora del Rosario, a todos los misioneros del mundo, para que no les falte nunca nuestro apoyo espiritual y material en su difícil tarea apostólica. Feliz domingo!

    Bracia i Siostry, Drodzy Polacy! „W jego świetle będą chodziły narody" (Ap 21,24). W duchu motta tegorocznego Światowego Dnia Misyjnego prosimy w modlitwie, by cała wspólnota ludzka została oświecona światłem Chrystusa. Niech Jego Ewangelia pomoże ludziom na wszystkich kontynentach stać się jedną wielką rodziną, by wszyscy odnaleźli w Bogu miłującego Ojca. Dziękując wam za duchową i materialną pomoc misjom, z serca wszystkim błogosławię.

    [Fratelli e sorelle, cari polacchi! «Le nazioni cammineranno alla sua luce» (Ap 21,24). Nello spirito del motto della Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno, chiediamo nella preghiera che tutta la comunità umana sia illuminata dalla luce di Cristo. Il suo Vangelo aiuti le genti di tutti continenti a diventare una grande famiglia, affinché tutti i popoli scoprano in Dio un Padre che li ama. Ringraziandovi per l’aiuto spirituale e materiale per le missioni, a tutti voi imparto di cuore una benedizione.]

    Rivolgo un cordiale saluto ai Chierici Regolari della Madre di Dio, venuti per la conclusione del IV centenario della morte del loro Fondatore, san Giovanni Leonardi
    .
    Cari fratelli, con voi ci sono anche gli alunni di tutti i Collegi di Propaganda Fide, accompagnati dal Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, come pure i rappresentanti dei Farmacisti, dei quali san Giovanni Leonardi è Patrono. Vi esorto tutti a seguirlo sulla via della santità e ad imitare il suo zelo missionario. Accolgo con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare la Comunità Cenacolo, che da tanti anni aiuta i giovani, specialmente quelli caduti nel baratro delle droghe, a ritrovare la via della vita incontrando Gesù Cristo.

    Saluto inoltre i partecipanti al
    convegno sul Motu proprio Summorum Pontificum, svoltosi in questi giorni a Roma, l’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia, la Banda musicale "Valletiberina" e la sezione di Pontedera dell’Associazione Nazionale Carabinieri. A tutti auguro una buona domenica.

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    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 25.10.2009

    Al termine della Santa Messa celebrata questa mattina nella Basilica Vaticana per la conclusione della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, il Santo Padre Benedetto XVI esce sul sagrato della Basilica per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini presenti in Piazza San Pietro.

    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    Poco fa, con la celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro, si è conclusa la
    Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi.
    Tre settimane di preghiera e di ascolto reciproco, per discernere ciò che lo Spirito Santo dice oggi alla Chiesa che vive nel Continente africano, ma al tempo stesso alla Chiesa universale. I Padri sinodali, venuti da tutti i Paesi dell’Africa, hanno presentato la ricca realtà delle Chiese locali.
    Insieme abbiamo condiviso le loro gioie per il dinamismo delle comunità cristiane, che continuano a crescere in quantità e qualità. Siamo grati a Dio per lo slancio missionario che ha trovato terreno fertile in numerose diocesi e che si esprime nell’invio di missionari in altri Paesi africani e in diversi Continenti. Particolare rilievo è stato dato alla famiglia, che anche in Africa costituisce la cellula primaria della società, ma che oggi viene minacciata da correnti ideologiche provenienti anche dall’esterno. Che dire, poi, dei giovani esposti a questo tipo di pressione, influenzati da modelli di pensiero e di comportamento che contrastano con i valori umani e cristiani dei popoli africani? Naturalmente sono emersi in Assemblea i problemi attuali dell’Africa e il suo grande bisogno di riconciliazione, di giustizia e di pace. Proprio a questo la Chiesa risponde riproponendo, con rinnovato slancio, l’annuncio del Vangelo e l’azione di promozione umana. Animata dalla Parola di Dio e dall’Eucaristia, essa si sforza di far sì che nessuno sia privo del necessario per vivere e che tutti possano condurre un’esistenza degna dell’essere umano.

    Ricordando il
    viaggio apostolico che ho compiuto in Camerun e Angola nello scorso mese di marzo, e che aveva anche lo scopo di avviare la preparazione immediata del secondo Sinodo per l’Africa, oggi desidero rivolgermi a tutte le popolazioni africane, in particolare a quanti condividono la fede cristiana, per consegnare loro idealmente il Messaggio finale di questa Assemblea sinodale.
    E’ un Messaggio che parte da Roma, sede del Successore di Pietro, che presiede alla comunione universale, ma si può dire, in un senso non meno vero, che esso ha origine nell’Africa, di cui raccoglie le esperienze, le attese, i progetti, e adesso ritorna all’Africa, portando la ricchezza di un evento di profonda comunione nello Spirito Santo.
    Cari fratelli e sorelle che mi ascoltate dall’Africa! Affido in modo speciale alla vostra preghiera i frutti del lavoro dei Padri sinodali, e vi incoraggio con le parole del Signore Gesù: siate sale e luce nell’amata terra africana!

    Mentre si conclude questo Sinodo, desidero ora ricordare che per il prossimo anno è prevista
    un’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi.
    In occasione della
    mia Visita a Cipro, avrò il piacere di consegnare l’Instrumentum laboris di tale assise. Ringraziamo il Signore, che non si stanca mai di edificare la sua Chiesa nella comunione, e invochiamo con fiducia la materna intercessione della Vergine Maria.

    DOPO L’ANGELUS

    Rivolgo anzitutto uno speciale saluto alle migliaia di fedeli radunati a Milano, in Piazza del Duomo, dove stamani è stata celebrata la liturgia di beatificazione del sacerdote Don Carlo Gnocchi. Egli fu dapprima valido educatore di ragazzi e giovani. Nella seconda guerra mondiale divenne cappellano degli Alpini, con i quali fece la tragica ritirata di Russia, scampando alla morte per miracolo. Fu allora che progettò di dedicarsi interamente ad un’opera di carità. Così, nella Milano in ricostruzione, Don Gnocchi lavorò per "restaurare la persona umana" raccogliendo i ragazzi orfani e mutilati e offrendo loro assistenza e formazione. Diede tutto se stesso fino alla fine, e morendo donò le cornee a due ragazzi ciechi. La sua opera ha continuato a svilupparsi ed oggi la Fondazione Don Gnocchi è all’avanguardia nella cura di persone di ogni età che necessitano di terapie riabilitative. Mentre saluto il Cardinale Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, e mi rallegro con l’intera Chiesa ambrosiana, faccio mio il motto di questa beatificazione: "Accanto alla vita, sempre".

    Je vous accueille avec joie, pour la prière de l’Angélus, chers pèlerins francophones. En ce jour où s’achève la deuxième Assemblée Spéciale pour l’Afrique du Synode des Évêques, la liturgie nous rappelle que seul le Christ Jésus peut guérir pleinement la personne humaine de la misère d’un cœur blessé. Que notre prière se fasse instante pour que tous les peuples de la terre, et particulièrement les peuples d’Afrique, marchent avec Lui sur les chemins de la vie, de la réconciliation, de la justice et de la paix. Que Notre-Dame d’Afrique protège et guide les hommes et les femmes de ce bien aimé continent ! Bon dimanche !

    I am happy to greet all the English-speaking visitors present today in Saint Peter’s Square. We have just concluded the Second Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops which has been a period of grace. I invite all of you to pray for our brothers and sisters of Africa. May the Lord, who granted sight to the blind man of the Gospel, renew their faith that they may always see and follow clearly the path of reconciliation, justice and peace which leads to salvation. Upon all of you and upon all the people of Africa I invoke God’s abundant blessings.

    Von Herzen grüße ich die deutschsprachigen Gäste hier auf dem Petersplatz. Das Evangelium dieses Sonntags, das wir auch soeben im Petersdom bei der Eucharistiefeier zum Abschluß der Bischofssynode für Afrika gehört haben, berichtet uns von der Heilung eines Blinden. Jesus hat das inständige Rufen des Bartimäus gehört und ihm sein Augenlicht wiedergeschenkt. Das ermutigt uns, mit all unseren persönlichen Schwierigkeiten, in den Anliegen der Kirche und ebenso mit den Herausforderungen und Nöten des afrikanischen Kontinents voll Glauben und Vertrauen zu Christus zu kommen. Er schenkt auch uns Hilfe und Heil. Der Herr behüte euch und eure Familien.

    Saludo con afecto a los fieles de lengua española. Con la celebración eucarística en la Basílica de San Pedro ha concluido esta mañana la Segunda Asamblea Especial para África del Sínodo de los Obispos. En un clima de profunda y fraterna comunión eclesial, hemos escuchado testimonios elocuentes del gran dinamismo misionero de la Iglesia africana, así como de los importantes desafíos que tiene que afrontar en el momento presente. Pidamos al Señor, por intercesión de la Santísima Virgen María, que conceda al Pueblo de Dios en África un renovado impulso evangelizador, al servicio de la reconciliación y la paz. ¡Feliz domingo!

    Dirijo agora uma saudação cordial aos peregrinos de língua portuguesa, de modo particular aos grupos das dioceses brasileiras de Jundiaí e São Carlos, desejando que a vinda a Roma fortaleça a vossa fé e vos encha de paz e alegria em Cristo. A Santíssima Virgem guie maternalmente os vossos passos. Acompanho estes votos, com a minha Bênção Apostólica.

    Pozdravljam romarje iz Kamnika v Sloveniji! Kakor nekoč sveti Frančišek ste se tudi vi, člani njegovega svetnega reda in prijatelji, podali na božjo pot v Rim in prišli na srečanje s Petrovim naslednikom. Naj vam bo to vaše romanje v pomoč, da boste tudi sami napredovali v svetosti in veselo služili Bogu v Njegovi Cerkvi!

    [Saluto i pellegrini provenienti da Kamnik in Slovenia! Sulle orme di S. Francesco anche voi, membri del suo Terzo Ordine ed amici, siete venuti in pellegrinaggio a Roma e all'incontro con il Successore di Pietro. Questo vostro pellegrinaggio vi sia d'aiuto affinché anche voi possiate progredire nella santità e servire Iddio con gioia nella Sua Chiesa!]

    Słowa pozdrowienia kieruję do Polaków. Zamykając prace Synodu dla Afryki, dziękuję Bogu za dar polskich misjonarzy, duchownych i świeckich, którzy służą Kościołowi na tym kontynencie. Wszystkich wierzących proszę o duchowe i materialne wsparcie tego dzieła. Niech wam Bóg błogosławi.

    [Parole di saluto rivolgo ai polacchi. Concludendo i lavori del Sinodo per l’Africa, ringrazio Dio per il dono dei missionari polacchi, religiosi e laici, che servono la Chiesa in quel continente. A tutti i credenti chiedo il sostegno spirituale e materiale di quest’opera. Dio vi benedica!]

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare il gruppo di catechisti della Diocesi di Rimini e i fedeli provenienti da Lamezia Terme, Altamura e Caselle in Pittari. Saluto inoltre l’Istituto Europeo "Marcello Candia" di Seregno, i dipendenti dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci e il Cooper Club Roma. Auguro a tutti una buona domenica.

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    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 01.11.2009

    Alle ore 12 di oggi, Solennità di Tutti i Santi, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    L’odierna domenica coincide con la solennità di Tutti i Santi, che invita la Chiesa pellegrina sulla terra a pregustare la festa senza fine della Comunità celeste, e a ravvivare la speranza nella vita eterna.
    Ricorrono quest’anno 14 secoli da quando il Pantheon – uno dei più antichi e celebri monumenti romani – fu destinato al culto cristiano e intitolato alla Vergine Maria e a tutti i Martiri: "Sancta Maria ad Martyres".
    Il tempio di tutte le divinità pagane veniva così convertito alla memoria di coloro che, come dice il Libro dell’Apocalisse, "vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello" (Ap 7,14).
    Successivamente, la celebrazione di tutti i martiri è stata estesa a tutti i santi, "una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua" (Ap 7,9) – come si esprime ancora san Giovanni.
    In questo
    Anno Sacerdotale, mi piace ricordare con speciale venerazione i santi sacerdoti, sia quelli che la Chiesa ha canonizzato, proponendoli come esempio di virtù spirituali e pastorali; sia quelli – ben più numerosi – che sono noti al Signore.
    Ognuno di noi conserva la grata memoria di qualcuno di essi, che ci ha aiutato a crescere nella fede e ci ha fatto sentire la bontà e la vicinanza di Dio.

    Domani, poi, ci attende l’annuale Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Vorrei invitare a vivere questa ricorrenza secondo l’autentico spirito cristiano, cioè nella luce che proviene dal Mistero pasquale. Cristo è morto e risorto e ci ha aperto il passaggio alla casa del Padre, il Regno della vita e della pace. Chi segue Gesù in questa vita è accolto dove Lui ci ha preceduto.

    Mentre dunque facciamo visita ai cimiteri, ricordiamoci che lì, nelle tombe, riposano solo le spoglie mortali dei nostri cari in attesa della risurrezione finale. Le loro anime – come dice la Scrittura – già "sono nelle mani di Dio" (Sap 3,1).

    Pertanto, il modo più proprio ed efficace di onorarli è pregare per loro, offrendo atti di fede, di speranza e di carità. In unione al Sacrificio eucaristico, possiamo intercedere per la loro salvezza eterna, e sperimentare la più profonda comunione, in attesa di ritrovarci insieme, a godere per sempre dell’Amore che ci ha creati e redenti.

    Cari amici, quanto è bella e consolante la comunione dei santi! E’ una realtà che infonde una dimensione diversa a tutta la nostra vita. Non siamo mai soli!

    Facciamo parte di una "compagnia" spirituale in cui regna una profonda solidarietà: il bene di ciascuno va a vantaggio di tutti e, viceversa, la felicità comune si irradia sui singoli. E’ un mistero che, in qualche misura, possiamo già sperimentare in questo mondo, nella famiglia, nell’amicizia, specialmente nella comunità spirituale della Chiesa. Ci aiuti Maria Santissima a camminare spediti sulla via della santità, e si mostri Madre di misericordia per le anime dei defunti.

    DOPO L’ANGELUS

    Sono trascorsi esattamente dieci anni da quando alti rappresentanti della Federazione Luterana Mondiale e della Chiesa cattolica, il 31 ottobre 1999, ad Augsburg, firmarono la
    Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione.
    Ad essa aderì poi, nel 2006, anche il Consiglio Metodista Mondiale. Quel documento attestò un consenso tra luterani e cattolici su verità fondamentali della dottrina della giustificazione, verità che ci conducono al cuore stesso del Vangelo e a questioni essenziali della nostra vita.
    Da Dio siamo accolti e redenti; la nostra esistenza si iscrive nell’orizzonte della grazia, è guidata da un Dio misericordioso, che perdona il nostro peccato e ci chiama ad una nuova vita nella sequela del suo Figlio; viviamo della grazia di Dio e siamo chiamati a rispondere al suo dono; tutto questo ci libera dalla paura e ci infonde speranza e coraggio in un mondo pieno di incertezza, inquietudine, sofferenza.
    Nel giorno della firma della Dichiarazione Congiunta, il Servo di Dio Giovanni Paolo II la definì "una pietra miliare sulla non facile strada della ricomposizione della piena unità tra i cristiani" (
    Angelus, 31 ottobre 1999). Questo anniversario è dunque un’occasione per ricordare la verità sulla giustificazione dell’uomo, testimoniata insieme, per riunirci in celebrazioni ecumeniche e per approfondire ulteriormente tale tematica e le altre che sono oggetto del dialogo ecumenico. Spero di cuore che questa importante ricorrenza contribuisca a far progredire il cammino verso l’unità piena e visibile di tutti i discepoli di Cristo.

    Je salue avec joie les pèlerins de langue française, et tout particulièrement le groupe des enfants de chœur de Metz. Aujourd’hui nous célébrons la multitude des saints qui intercèdent pour nous auprès de Dieu. Dans cette multitude, il y a aussi tous ceux et toutes celles qui se sont efforcés d’accomplir la volonté divine en œuvrant pour le Royaume. Aujourd’hui comme hier Jésus appelle au bonheur les hommes et les femmes qui, dans leur cœur et dans leur vie, acceptent l’action de Dieu. Que l’exemple des saints soit pour nous un encouragement et que la Vierge Marie nous guide sur les chemins du bonheur éternel ! Bonne fête de la Toussaint !

    I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus. Today we celebrate the great solemnity of All Saints. In honouring all of the holy men and women gone before us marked with the sign of faith, and who are now united with the Lord in Heaven, we are encouraged to pray and work with pure hearts as we anticipate with joy seeing the Lord as he really is. Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings!

    Ein herzliches "Grüß Gott" sage ich allen deutschsprachigen Pilgern und Besuchern, insbesondere den Seminaristen des Spätberufenenseminars St. Matthias in Waldram. Gestern jährte sich zum zehnten Mal der Tag der Unterzeichnung der „Gemeinsamen Erklärung zwischen der Katholischen Kirche und dem Lutherischen Weltbund über die Rechtfertigungslehre". Christen verschiedener Konfessionen sind seitdem auf dem Weg gegenseitiger Verständigung nicht zuletzt durch das Gebet füreinander ein gutes Stück vorangekommen. Wir erkennen, daß die göttliche Gnade jeder menschlichen Initiative vorausgeht. Zugleich macht uns gerade das heutige liturgische Fest Allerheiligen deutlich, daß es auch am Menschen liegt, heilig zu werden. Wir dürfen die Liebe annehmen, die vom Heiligen Geist in unsere Herzen ausgegossen ist, und so unserer Berufung gemäß als Kinder Gottes leben. Der Herr beschütze euch und eure Lieben!

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana. En la solemnidad de Todos los Santos, os invito a contemplar a los mejores hijos de la Iglesia, que nos estimulan con su ejemplo y ayudan con su intercesión a vivir para alabanza de la Trinidad, rechazando lo que es indigno de nuestra condición de cristianos y tendiendo con humildad a la perfección del amor. Sin complejos ni mediocridades, seguid con alegría las huellas de Cristo, haciéndoos conformes a su imagen y siendo obedientes en todo a la voluntad del Padre. ¡No tengáis miedo a ser santos! Es el mejor servicio que podéis prestar a vuestros hermanos. Muchas gracias.

    Serdecznie pozdrawiam Polaków. W Uroczystość Wszystkich Świętych nasza myśl biegnie do tych, którzy już osiągnęli chwałę nieba. Uczą nas oni świętości życia, miłości Boga i bliźnich, abyśmy byli „solą ziemi i światłem świata" (por. Mt 5, 13-14). W duchu tajemnicy świętych obcowania stajemy w zadumie nad grobami naszych bliskich, polecając wszystkich wiernych zmarłych Bożemu Miłosierdziu. Niech Bóg przyjmie nasze modlitwy za nich i nam błogosławi.

    [Saluto cordialmente i Polacchi. Nella Solennità di Tutti i Santi il nostro pensiero corre a coloro che hanno già raggiunto la gloria del cielo. Questi ci insegnano la santità della vita, dell’amore di Dio e del prossimo, affinché diventiamo "il sale della terra e la luce del mondo" (cfr. Mt 5, 13-14). Nello spirito della comunione dei santi ci fermiamo in meditazione davanti ai sepolcri dei nostri cari, raccomandando tutti i fedeli defunti alla Divina Misericordia. Dio accetti le nostre preghiere per loro e ci benedica.]

    Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai partecipanti alla "Corsa dei Santi", iniziativa che unisce lo sport e l’impegno umanitario. Saluto inoltre i ragazzi di Modena che hanno ricevuto la Cresima, con i genitori e i catechisti, come pure la Fondazione Ente Cassa di Faetano, della Repubblica di San Marino. Il mio pensiero va anche ai fedeli radunati a Paderno Dugnano, presso Milano, per la conclusione della peregrinatio della statua della Madonna di Fatima, nel 50° della consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria. A tutti auguro una buona domenica, nella gioia di far parte della grande famiglia dei Santi.

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    [Modificato da S_Daniele 01/11/2009 13:09]
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    00 13/11/2009 06:46

    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza Paolo VI - Brescia
    Domenica, 8 novembre 2009

    Al termine di questa solenne celebrazione, ringrazio cordialmente quanti ne hanno curato l’animazione liturgica e coloro che in diversi modi hanno collaborato alla preparazione e alla realizzazione della mia visita pastorale qui a Brescia. Grazie a tutti! Saluto anche quanti ci seguono mediante la radio e la televisione, come pure da Piazza San Pietro, in modo speciale i numerosi volontari dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia. In quest’ora dell’Angelus desidero ricordare la profonda devozione che il Servo di Dio Giovanni Battista Montini nutriva per la Vergine Maria. Egli celebrò la sua Prima Messa nel Santuario di Santa Maria delle Grazie, cuore mariano della vostra città, non molto lontano da questa Piazza. In tal modo, pose il suo sacerdozio sotto la materna protezione della Madre di Gesù, e questo legame lo ha accompagnato per tutta la vita.

    Via via che le sue responsabilità ecclesiali aumentavano, egli andava infatti maturando una visione sempre più ampia ed organica del rapporto tra la Beata Vergine Maria e il mistero della Chiesa. In tale prospettiva, rimane memorabile il Discorso di chiusura del 3° Periodo del Concilio Vaticano II, il 21 novembre 1964. In quella sessione venne promulgata la Costituzione sulla Chiesa Lumen gentium, che – sono parole di Paolo VI – “ha come vertice e coronamento un intero capitolo dedicato alla Madonna”. Il Papa fece notare che si trattava della più ampia sintesi di dottrina mariana, mai elaborata da un Concilio Ecumenico, finalizzata a “manifestare il volto della santa Chiesa, alla quale Maria è intimamente congiunta” (Enchiridion Vaticanum, Bologna 1979, p. [185], nn. 300-302). In quel contesto proclamò Maria Santissima “Madre della Chiesa” (cfr ibid., n. 306), sottolineando, con viva sensibilità ecumenica, che “la devozione a Maria… è mezzo essenzialmente ordinato ad orientare le anime a Cristo e così congiungerle al Padre, nell’amore dello Spirito Santo” (ibid., n. 315).

    Facendo eco alle parole di Paolo VI, anche noi oggi preghiamo: O Vergine Maria, Madre della Chiesa, a Te raccomandiamo questa Chiesa bresciana e l’intera popolazione di questa regione. Ricordati di tutti i tuoi figli; avvalora presso Dio le loro preghiere; conserva salda la loro fede; fortifica la loro speranza; aumenta la carità. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria (cfr ibid., nn. 317.320.325).

    Angelus Domini…


     

     

     

     

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    00 29/11/2009 15:50

    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro
    Domenica, 15 novembre 2009

    Cari fratelli e sorelle!

    Siamo giunti alle ultime due settimane dell’anno liturgico. Ringraziamo il Signore che ci ha concesso di compiere, ancora una volta, questo cammino di fede – antico e sempre nuovo – nella grande famiglia spirituale della Chiesa! E’ un dono inestimabile, che ci permette di vivere nella storia il mistero di Cristo, accogliendo nei solchi della nostra esistenza personale e comunitaria il seme della Parola di Dio, seme di eternità che trasforma dal di dentro questo mondo e lo apre al Regno dei Cieli. Nell’itinerario delle Letture bibliche domenicali ci ha accompagnato il Vangelo di san Marco, che oggi presenta una parte del discorso di Gesù sulla fine dei tempi. In questo discorso, c’è una frase che colpisce per la sua chiarezza sintetica: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mc 13,31). Fermiamoci un momento a riflettere su questa profezia di Cristo.

    L’espressione “il cielo e la terra” è frequente nella Bibbia per indicare tutto l’universo, il cosmo intero. Gesù dichiara che tutto ciò è destinato a “passare”. Non solo la terra, ma anche il cielo, che qui è inteso appunto in senso cosmico, non come sinonimo di Dio. La Sacra Scrittura non conosce ambiguità: tutto il creato è segnato dalla finitudine, compresi gli elementi divinizzati dalle antiche mitologie: non c’è nessuna confusione tra il creato e il Creatore, ma una differenza netta. Con tale chiara distinzione, Gesù afferma che le sue parole “non passeranno”, cioè stanno dalla parte di Dio e perciò sono eterne. Pur pronunciate nella concretezza della sua esistenza terrena, esse sono parole profetiche per eccellenza, come afferma in un altro luogo Gesù rivolgendosi al Padre celeste: “Le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato” (Gv 17,8).
     
    In una celebre parabola, Cristo si paragona al seminatore e spiega che il seme è la Parola (cfr Mc 4,14): coloro che l’ascoltano, l’accolgono e portano frutto (cfr Mc 4,20) fanno parte del Regno di Dio, cioè vivono sotto la sua signoria; rimangono nel mondo, ma non sono più del mondo; portano in sé un germe di eternità, un principio di trasformazione che si manifesta già ora in una vita buona, animata dalla carità, e alla fine produrrà la risurrezione della carne. Ecco la potenza della Parola di Cristo.

    Cari amici, la Vergine Maria è il segno vivente di questa verità. Il suo cuore è stato “terra buona” che ha accolto con piena disponibilità la Parola di Dio, così che tutta la sua esistenza, trasformata secondo l’immagine del Figlio, è stata introdotta nell’eternità, anima e corpo, anticipando la vocazione eterna di ogni essere umano. Ora, nella preghiera, facciamo nostra la sua risposta all’Angelo: “Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38), perché, seguendo Cristo sulla via della croce, possiamo giungere pure noi alla gloria della risurrezione.


    Dopo l'Angelus

    Rivolgo anzitutto un cordiale saluto ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Commissione Episcopale Europea per i Media, i cui lavori si sono svolti in questi giorni in Vaticano. Carissimi, vi siete confrontati sulla cultura di internet e la comunicazione nella Chiesa. Vi ringrazio per il vostro qualificato contributo su questa tematica di grande attualità.

    Desidero inoltre ricordare che oggi ha luogo ad Ivrea, in Piemonte, la celebrazione nazionale della Giornata del Ringraziamento. Volentieri mi unisco spiritualmente a quanti sono riconoscenti al Signore per i frutti della terra e del lavoro dell’uomo, rinnovando l’invito pressante al rispetto dell’ambiente naturale, risorsa preziosa affidata alla nostra responsabilità.

    Je vous accueille avec joie, pour la prière de l’Angélus, chers pèlerins francophones. En cette fin d’Année liturgique qui s’approche, nous sommes invités à faire mémoire du temps qui passe non pour le regretter mais pour en apprécier toute la nouveauté. Dans l’Évangile de ce jour, Jésus nous dit qu’il est inutile de s’interroger sur la fin des temps. Vivons chaque instant de notre vie sous le regard du Christ. En nous faisant le don de sa vie, il a tout accompli. C’est lui notre espérance, car chaque jour il introduit notre histoire dans l’éternité! Que Dieu vous bénisse avec tous ceux que vous aimez! Bon dimanche!

    I extend heartfelt greetings to the English-speaking visitors here today. During this month of November, we remember especially the Holy Souls in Purgatory. In recent days we prayed for those who lost their lives in war, and on this World Day of Remembrance for Road Traffic Victims, we pray for all who have been killed or injured in road accidents. As we commend their souls to the loving mercy of Almighty God, we also invoke his consolation upon their families and loved ones. For those of you who have travelled long distances to be here today, I pray that you may have a safe homeward journey. May God bless all of you, and your families and friends.

    Einen frohen Gruß richte ich an die Brüder und Schwestern deutscher Sprache. In Gott finden wir Menschen wahre Freiheit und bleibende Freude. Nach dem Willen Gottes zu leben macht frei, und ihm in Treue zu dienen schenkt vollkommene Freude (vgl. Tagesgebet). Dies wollen wir wieder neu mit dem Herzen begreifen und dabei auf Christus schauen. Er lehrt und zeigt uns, wie wir Gott und den Nächsten lieben sollen. Jesus Christus ist der Weg zum wirklichen, glücklichen Leben. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag.

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, en particular a los fieles provenientes de Colombia, y a quienes se unen a ella a través de la radio y la televisión. Que la contemplación del misterio de Cristo y la meditación asidua de la Palabra de Dios acreciente en nosotros el deseo de servirle para que, a ejemplo de la Virgen María, fundemos nuestra vida sobre la roca firme de la fe y aceptemos con prontitud la voluntad amorosa de Dios. Muchas gracias y feliz domingo !

    Szeretettel köszöntöm a budapesti Szent László Plébánia híveinek csoportját. A keresztségben új emberré váltunk, képessé arra, hogy a szekularizált társadalomban is meg tudjuk élni az evangéliumi örömhírt.

    [Saluto con affetto il gruppo di fedeli della Parrocchia di St. László a Budapest. Carissimi, rinati nel battesimo siate capaci di vivere la lieta novella del Vangelo in una società secolarizzata.]

    Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziś przypada Światowy Dzień Pamięci o Ofiarach Wypadków Drogowych. Tych, którzy zginęli, polecam Bożemu miłosierdziu. Wszystkich, którzy przemierzają drogi świata, zachęcam do zachowania ostrożności, w duchu odpowiedzialności za dar zdrowia i życia własnego i innych. Niech Pan bezpiecznie prowadzi podróżujących i niech wam błogosławi.

    [Saluto cordialmente i polacchi. Oggi ricorre la Giornata Mondiale della Memoria delle Vittime degli Incidenti Stradali. Affido alla misericordia di Dio i defunti. Incoraggio tutti coloro che percorrono le strade del mondo alla prudenza, nello spirito di responsabilità per il dono della salute e della vita propria e altrui. Il Signore protegga quanti viaggiano e benedica tutti.]

    Oggi sono presenti qui in Piazza anche il Cardinale Adrianus Simonis con alcuni Presuli, Autorità civili e fedeli dell'Olanda, che, celebrando in questi giorni il Santo Patrono Willibrordo, ricordano la loro presenza qui a Roma nella Chiesa nazionale dei Santi Michele e Magno dei Frisoni. Esorto tutti ad essere sempre pietre vive della Chiesa di Cristo e .ad intensificare i legami di comunione con la Sede dell'Apostolo Pietro.

    Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Trieste, Cingoli e Pizzo Calabro. Possa, cari fratelli, la sosta presso la tomba di san Pietro rafforzare in ciascuno la fede e la testimonianza evangelica. A tutti auguro una buona domenica.


     

     

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    00 29/11/2009 15:52

    SOLENNITÀ DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
    RE DELL'UNIVERSO

    BENEDETTO XVI

    ANGELUS

    Piazza San Pietro
    Domenica, 22 novembre 2009

    Cari fratelli e sorelle!

    In quest’ultima domenica dell’Anno liturgico celebriamo la solennità di Gesù Cristo Re dell’universo, una festa di istituzione relativamente recente, che però ha profonde radici bibliche e teologiche. Il titolo di “re”, riferito a Gesù, è molto importante nei Vangeli e permette di dare una lettura completa della sua figura e della sua missione di salvezza. Si può notare a questo proposito una progressione: si parte dall’espressione “re dei Giudei” e si giunge a quella di re universale, Signore del cosmo e della storia, dunque molto al di là delle attese dello stesso popolo ebraico. Al centro di questo percorso di rivelazione della regalità di Gesù Cristo sta ancora una volta il mistero della sua morte e risurrezione. Quando Gesù viene messo in croce, i capi dei Giudei lo deridono dicendo: “E’ il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui” (Mt 27,42).

    In realtà, proprio in quanto è il Figlio di Dio Gesù si è consegnato liberamente alla sua passione, e la croce è il segno paradossale della sua regalità, che consiste nella vittoria della volontà d’amore di Dio Padre sulla disobbedienza del peccato. E’ proprio offrendo se stesso nel sacrificio di espiazione che Gesù diventa il Re universale, come dichiarerà Egli stesso apparendo agli Apostoli dopo la risurrezione: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra” (Mt 28,18).

    Ma in che cosa consiste il “potere” regale di Gesù? Non è quello dei re e dei grandi di questo mondo; è il potere divino di dare la vita eterna, di liberare dal male, di sconfiggere il dominio della morte. È il potere dell’Amore, che sa ricavare il bene dal male, intenerire un cuore indurito, portare pace nel conflitto più aspro, accendere la speranza nel buio più fitto. Questo Regno della Grazia non si impone mai, e rispetta sempre la nostra libertà.

    Cristo è venuto a “rendere testimonianza alla verità” (Gv 18,37) – come dichiarò di fronte a Pilato –: chi accoglie la sua testimonianza, si pone sotto la sua “bandiera”, secondo l’immagine cara a sant’Ignazio di Loyola. Ad ogni coscienza, dunque, si rende necessaria – questo sì – una scelta: chi voglio seguire? Dio o il maligno? La verità o la menzogna? Scegliere per Cristo non garantisce il successo secondo i criteri del mondo, ma assicura quella pace e quella gioia che solo Lui può dare. Lo dimostra, in ogni epoca, l’esperienza di tanti uomini e donne che, in nome di Cristo, in nome della verità e della giustizia, hanno saputo opporsi alle lusinghe dei poteri terreni con le loro diverse maschere, sino a sigillare con il martirio questa loro fedeltà.

    Cari fratelli e sorelle, quando l’Angelo Gabriele portò l’annuncio a Maria, Le preannunciò che il suo Figlio avrebbe ereditato il trono di Davide e regnato per sempre (cfr Lc 1,32-33). E la Vergine Santa credette ancor prima di donarLo al mondo. Dovette, poi, senz’altro domandarsi quale nuovo genere di regalità fosse quella di Gesù, e lo comprese ascoltando le sue parole e soprattutto partecipando intimamente al mistero della sua morte di croce e della sua risurrezione. Chiediamo a Maria di aiutare anche noi a seguire Gesù, nostro Re, come ha fatto Lei, e a renderGli testimonianza con tutta la nostra esistenza.


    Dopo l'Angelus

    Oggi, a Nazaret si svolge la cerimonia di beatificazione di Suor Marie-Alphonsine Danil Ghattas, nata a Gerusalemme nel 1843 in una famiglia cristiana, che comprendeva ben diciannove figli. Scoprì ben presto la vocazione alla vita religiosa, a cui si appassionò, nonostante le iniziali difficoltà poste dalla famiglia. A lei va il merito di fondare una Congregazione formata solo da donne del posto, con lo scopo dell’insegnamento religioso, per vincere l’analfabetismo ed elevare le condizioni della donna di quel tempo nella terra dove Gesù stesso ne esaltò la dignità. Punto centrale della spiritualità di questa nuova Beata è l’intensa devozione alla Vergine Maria, modello luminoso di vita interamente consacrata a Dio: il Santo Rosario era la sua preghiera continua, la sua ancora di salvezza, la sua fonte di grazie. La beatificazione di questa così significativa figura di donna è di particolare conforto per la Comunità cattolica in Terra Santa ed è un invito ad affidarsi sempre, con ferma speranza, alla Divina Provvidenza e alla materna protezione di Maria.

    Ieri, nella memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio, ricorreva la Giornata pro orantibus, in favore delle comunità religiose di clausura. Colgo volentieri l’occasione per rivolgere ad esse il mio cordiale saluto, rinnovando a tutti l’invito a sostenerle nelle loro necessità. Sono lieto anche, in questa circostanza, di ringraziare pubblicamente le monache che si sono avvicendate nel piccolo Monastero in Vaticano: Clarisse, Carmelitane, Benedettine e, da poco, Visitandine. La vostra preghiera, care sorelle, è molto preziosa per il mio ministero.

    Chers pèlerins de langue française soyez les bienvenus. En ce jour où nous célébrons le Christ Roi de l’univers, l’Evangile nous invite à contempler le Crucifié et à nous laisser humblement sauver par Lui. Ainsi nous aurons accès à son Royaume de lumière. C’est dans l’abaissement du Christ en croix que nous pouvons découvrir la toute puissance divine. Confions-nous à la Vierge Marie, notre Mère et notre Reine, afin qu’elle nous conduise jusqu’au Royaume de justice et de paix de son Fils Jésus ! Bonne semaine à tous !

    I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present at this Angelus on the Solemnity of Christ the King.  His Kingdom is not built upon the power of this world but comes to us when we accept the presence of God in our hearts and live in his light.  Let us strive to follow closely in the footsteps of Christ the Servant King and bear constant witness to his merciful love and his saving truth!  God’s blessings upon you all!

    Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Gäste hier auf dem Petersplatz. Mit dem heutigen
    Christkönigssonntag findet das liturgische Kirchenjahr seinen Abschluß. Christus ist in die Welt gekommen, um mit der Hingabe seines Lebens für die Wahrheit der Liebe Gottes Zeugnis abzulegen. Hören wir auf seine Stimme und bitten wir um das Kommen seines Reiches der Heiligkeit und der Gnade, der Gerechtigkeit, der Liebe und des Friedens (Präfation). Christus, der Herrscher über Himmel und Erde, schenke uns sein Erbarmen und sein Heil.

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de las parroquias de Santo Tomás Apóstol y Santo Domingo Savio, de Valencia. Con la Festividad de Jesucristo, Rey del Universo, concluimos el Año Litúrgico, ensalzando una vez más el señorío de Cristo. Él es “el Alfa y Omega, el que es, el que era y el que viene, el Todopoderoso”, como escuchamos este domingo en la lectura del libro del Apocalipsis. Os invito a que, a imitación de la Virgen María, “la esclava del Señor”, sirváis continuamente a Dios y a los hermanos y, junto con toda la Creación, glorifiquéis con vuestras vidas al Rey del Universo. Muchas gracias y feliz domingo.

    Drodzy Polacy, Bracia i Siostry! Uroczystość Chrystusa Króla przypomina, że celem dążeń człowieka nie jest doczesne królestwo przemocy, pieniądza czy przyjemności, lecz Boże Królestwo: „prawdy i życia, świętości i łaski, sprawiedliwości, miłości i pokoju”. Niech nasze życie będzie świadectwem realizacji tego ewangelicznego orędzia. Chrystus Król niech nam błogosławi!

    [Cari polacchi! Fratelli e sorelle! La Solennità di Gesù Cristo, Re dell’Universo ci ricorda che la meta delle aspirazioni dell’uomo non è il regno terreno della violenza, del denaro o dei piaceri mondani, ma il Regno di Dio: «di verità e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, d’amore e di pace». La nostra vita sia testimonianza della realizzazione di questo messaggio evangelico. Cristo Re ci benedica!]

    Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli venuti da Berchiddeddu – diocesi di Ozieri – e dalle parrocchie romane dell’Ascensione e dei Santi Antonio e Annibale Maria di Francia. Saluto inoltre i partecipanti all’incontro promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori sulla realtà dei lavoratori immigrati. A tutti auguro una buona domenica.

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    avvento angelis


    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 29.11.2009

    Alle ore 12 di oggi, prima Domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    In questa domenica iniziamo, per grazia di Dio, un nuovo Anno liturgico, che si apre naturalmente con l’Avvento, tempo di preparazione al Natale del Signore.
    Il Concilio Vaticano II,
    nella Costituzione sulla liturgia, afferma che la Chiesa “nel ciclo annuale presenta tutto il mistero di Cristo, dall’Incarnazione e Natività fino all’Ascensione, al giorno di Pentecoste e all’attesa della beata speranza e del ritorno del Signore“.
    In questo modo, “ricordando i misteri della Redenzione, essa apre ai fedeli le ricchezze delle azioni salvifiche e dei meriti del suo Signore, così che siano resi in qualche modo presenti in ogni tempo, perché i fedeli possano venirne a contatto ed essere ripieni della grazia della salvezza” (
    Sacrosanctum Concilium, 102).

    Il Concilio insiste sul fatto che il centro della liturgia è Cristo, come il sole intorno al quale, al modo dei pianeti, ruotano la Beata Vergine Maria – la più vicina – e quindi i martiri e gli altri santi che “in cielo cantano a Dio la lode perfetta e intercedono per noi” (ivi, 104).

    Questa è la realtà dell’Anno liturgico vista, per così dire, “dalla parte di Dio”. E dalla parte – diciamo – dell’uomo, della storia e della società? Che rilevanza può avere? La risposta ce la suggerisce proprio il cammino dell’Avvento, che oggi intraprendiamo.

    Il mondo contemporaneo ha bisogno soprattutto di speranza: ne hanno bisogno i popoli in via di sviluppo, ma anche quelli economicamente evoluti. Sempre più ci accorgiamo che ci troviamo su un’unica barca e dobbiamo salvarci tutti insieme. Soprattutto ci rendiamo conto, vedendo crollare tante false sicurezze, che abbiamo bisogno di una speranza affidabile, e questa si trova solo in Cristo, il quale, come dice la Lettera agli Ebrei, “è lo stesso ieri e oggi e per sempre” (13,8).

    Il Signore Gesù è venuto in passato, viene nel presente, e verrà nel futuro. Egli abbraccia tutte le dimensioni del tempo, perché è morto e risorto, è “il Vivente” e, mentre condivide la nostra precarietà umana, rimane per sempre e ci offre la stabilità stessa di Dio. E’ “carne” come noi ed è “roccia” come Dio.

    Chiunque anela alla libertà, alla giustizia, alla pace può risollevarsi e alzare il capo, perché in Cristo la liberazione è vicina (cfr Lc 21,28) – come leggiamo nel Vangelo di oggi. Possiamo pertanto affermare che Gesù Cristo non riguarda solo i cristiani, o solo i credenti, ma tutti gli uomini, perché Egli, che è il centro della fede, è anche il fondamento della speranza. E della speranza ogni essere umano ha costantemente bisogno.

    Cari fratelli e sorelle, la Vergine Maria incarna pienamente l’umanità che vive nella speranza basata sulla fede nel Dio vivente. Lei è la Vergine dell’Avvento: è ben piantata nel presente, nell’”oggi” della salvezza; nel suo cuore raccoglie tutte le promesse passate; ed è protesa al compimento futuro. Mettiamoci alla sua scuola, per entrare veramente in questo tempo di grazia e accogliere, con gioia e responsabilità, la venuta di Dio nella nostra storia personale e sociale.

    DOPO L’ANGELUS

    Il 1° dicembre prossimo ricorre la Giornata mondiale contro l’AIDS. Il mio pensiero e la mia preghiera vanno ad ogni persona colpita da questa malattia, in particolare ai bambini, ai più poveri, a quanti sono rifiutati. La Chiesa non cessa di prodigarsi per combattere l’AIDS, attraverso le sue istituzioni e il personale a ciò dedicato. Esorto tutti a dare il proprio contributo con la preghiera e l’attenzione concreta, affinché quanti sono affetti dal virus HIV sperimentino la presenza del Signore che dona conforto e speranza. Auspico infine che, moltiplicando e coordinando gli sforzi, si giunga a fermare e debellare questa malattia.

    Chers pèlerins francophones, en ce premier dimanche de l’Avent, nous sommes invités à tenir bon et à relever la tête car la venue de Dieu parmi nous est toute proche. Le Christ notre Espérance, notre présent et notre avenir vient à toute heure. Veillons donc afin de l’attendre ! Gardons notre cœur disponible et accueillant à cette venue et confions à la Vierge Marie notre désir de découvrir que son Fils est tout proche de nous dans chacune de nos vies ! A tous je souhaite de vivre une bonne Année liturgique !

    I welcome all the English-speaking pilgrims and visitors present for the Angelus. On this First Sunday of Advent let us join with Mary in prayerful trust, watchful for the presence of Jesus in our world, mindful of our need to grow in compassion and mercy, and ready to embrace God’s will as a sign of hope. Upon you and your families I invoke God’s abundant blessings of joy and peace.

    Mit Freude heiße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache willkommen. Mit diesem Sonntag treten wir in die liturgische Zeit des Advents ein. Advent bedeutet aufstehen, wach werden, aus der Nacht heraustreten. So lädt uns diese Zeit besonders ein, das Dunkel der Sorgen und der Lieblosigkeit hinter uns zu lassen und uns im Gebet, im Hören auf Gottes Wort und durch den Empfang des Sakraments der Versöhnung dem Licht Christi zu öffnen und die Welt mit seiner Liebe hell zu machen. Gott schenke euch und euren Familien eine gnadenreiche Adventszeit.

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, así como a quienes se unen a ella a través de la radio y la televisión. Al comenzar el Adviento, invito a todos a avivar el deseo de salir al encuentro de Cristo, que viene, intensificando la oración, participando frecuentemente en la Eucaristía y dando un testimonio elocuente de caridad. Que a ello os ayude la intercesión de la Virgen Santísima, a cuyas manos de Madre encomendamos el compromiso por la paz y la justicia entre los pueblos. Feliz Domingo.

    W adwentowym duchu pozdrawiam Polaków. Moi drodzy, Chrystus przychodzi do każdego z nas i do całej ludzkości jako Zbawca. Dlatego Ewangelia dzisiejszej liturgii wzywa: „nabierzcie ducha i podnieście głowy, ponieważ zbliża się wasze odkupienie” (Łk 21, 28). Niech ta myśl towarzyszy nam w czasie radosnego oczekiwania na przyjście Pana. Niech Bóg wam błogosławi!

    [Nello spirito dell’Avvento saluto i polacchi. Miei cari, Cristo viene ad ognuno di noi e a tutta l’umanità come Salvatore. Ecco perché il Vangelo della liturgia odierna ci invita: "Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" (Lc 21, 28). Questo pensiero ci accompagni nel tempo della gioiosa attesa della venuta del Signore. Dio vi benedica!]

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare coloro che hanno preso parte alla marcia promossa dal Movimento dell’Amore Familiare per manifestare profondo amore al Crocifisso, riconoscendone il valore religioso, storico e culturale. Saluto inoltre l’associazione “Insieme per crescere” di Durazzano e il gruppo “Regina della Pace” di Andria. A tutti auguro una buona domenica e un fruttuoso cammino di Avvento.

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    Angelus del 6 dicembre 2009: traduzione nelle diverse lingue (da Zenit)

    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 06.12.2009


    Alle ore 12 di oggi, seconda Domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    In questa seconda domenica di Avvento, la liturgia propone il brano evangelico in cui san Luca, per così dire, prepara la scena su cui Gesù sta per apparire e iniziare la sua missione pubblica (cfr Lc 3,1-6).

    L’Evangelista punta il riflettore su Giovanni Battista, che del Messia fu il precursore, e traccia con grande precisione le coordinate spazio-temporali della sua predicazione.

    Scrive Luca: "Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto" (Lc 3,1-2).

    Due cose attirano la nostra attenzione. La prima è l’abbondanza di riferimenti a tutte le autorità politiche e religiose della Palestina nel 27/28 d.C.

    Evidentemente l’Evangelista vuole avvertire chi legge o ascolta che il Vangelo non è una leggenda, ma il racconto di una storia vera, che Gesù di Nazaret è un personaggio storico inserito in quel preciso contesto.

    Il secondo elemento degno di nota è che, dopo questa ampia introduzione storica, il soggetto diventa "la parola di Dio", presentata come una forza che scende dall’alto e si posa su Giovanni il Battista.

    Domani ricorrerà la memoria liturgica di
    sant’Ambrogio
    , grande Vescovo di Milano. Attingo da lui un commento a questo testo evangelico: "Il Figlio di Dio – egli scrive -, prima di radunare la Chiesa, agisce anzitutto nel suo umile servo. Perciò dice bene san Luca che la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria nel deserto, perché la Chiesa non ha preso inizio dagli uomini, ma dalla Parola" (Espos. del Vangelo di Luca 2, 67).

    Ecco dunque il significato: la Parola di Dio è il soggetto che muove la storia, ispira i profeti, prepara la via del Messia, convoca la Chiesa. Gesù stesso è la Parola divina che si è fatta carne nel grembo verginale di Maria: in Lui Dio si è rivelato pienamente, ci ha detto e dato tutto, aprendoci i tesori della sua verità e della sua misericordia. Prosegue ancora sant’Ambrogio nel suo commento: "Discese dunque la Parola, affinché la terra, che prima era un deserto, producesse i suoi frutti per noi" (ibid.).

    Cari amici, il fiore più bello germogliato dalla parola di Dio è la Vergine Maria. Lei è la primizia della Chiesa, giardino di Dio sulla terra. Ma, mentre Maria è l’Immacolata –
    così la celebreremo dopodomani
    –, la Chiesa ha continuamente bisogno di purificarsi, perché il peccato insidia tutti i suoi membri.

    Nella Chiesa è sempre in atto una lotta tra il deserto e il giardino, tra il peccato che inaridisce la terra e la grazia che la irriga perché produca frutti abbondanti di santità. Preghiamo dunque la Madre del Signore affinché ci aiuti, in questo tempo di Avvento, a "raddrizzare" le nostre vie, lasciandoci guidare dalla parola di Dio.

    DOPO L’ANGELUS

    Domani si aprirà, a Copenhagen, la Conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici, con cui la comunità internazionale intende contrastare il fenomeno del riscaldamento globale. Auspico che i lavori aiuteranno ad individuare azioni rispettose della creazione e promotrici di uno sviluppo solidale, fondato sulla dignità della persona umana ed orientato al bene comune. La salvaguardia del creato postula l’adozione di stili di vita sobri e responsabili, soprattutto verso i poveri e le generazioni future. In questa prospettiva, per garantire pieno successo alla Conferenza, invito tutte le persone di buona volontà a rispettare le leggi poste da Dio nella natura e a riscoprire la dimensione morale della vita umana.

    J’accueille avec joie les pèlerins francophones venus pour la prière de l’Angélus, et je salue particulièrement les responsables de la Communauté de Saint-Egidio qui réfléchissent sur des questions relatives au troisième âge. En ce dimanche nous recevons la mission d’annoncer et de préparer la venue du Sauveur qui nous invite à quitter notre robe de tristesse et de misère et à revêtir la parure de la gloire de Dieu. A la suite de Jean-Baptiste, laissons Dieu parler à notre cœur. Il nous parle de paix et de justice, de libération intérieure et de conversion véritable. Que la Vierge Marie, qui a accueilli la clarté de la lumière de Dieu, soit pour nous une source de paix, de joie et d’amour ! Bonne préparation à la fête de Noël !

    I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Angelus. In today’s Gospel we hear the voice of John the Baptist calling out in the wilderness, "Prepare the way of the Lord!" May this Advent season be for us a time of repentance so that, when Christ comes, we may welcome Him with joy, share in his wisdom and become one with him. Upon each of you and your loved ones at home, I invoke God’s abundant blessings!

    Ein herzliches Grüß Gott sage ich den Pilgern und Besuchern aus den Ländern deutscher Sprache. Der Advent ist eine Zeit der Umkehr und der Gnade. Dafür steht der Aufruf Johannes’ des Täufers: „Bereitet dem Herrn den Weg!" (Lk 3, 4). Was in unserem Leben krumm, uneben und schief ist, wollen wir vor Gott hintragen. Er macht alles recht und gerade, wenn wir uns von seiner heilenden Liebe anrühren lassen und anderen helfen, den Weg zu Gott zu finden. Dann sind wir bereit für Weihnachten, für sein Kommen und seine Gemeinschaft mit uns Menschen. Euch allen wünsche ich einen gesegneten zweiten Adventssonntag.

    Doy una cordial bienvenida a los fieles de lengua española que participan en esta oración del Ángelus. En el camino hacia la Navidad, la liturgia de hoy indica la conversión, la firme esperanza en la misericordia divina y el corazón justo como el modo de prepararnos a la venida del Jesús al mundo. Aprendamos de María a disponernos interiormente para acoger con gozo y grandeza de espíritu la Navidad. Feliz domingo.

    Serdecznie pozdrawiam Polaków. „Przygotujcie drogę Panu" (Łk 3, 4). Oto zadanie, które wyznacza nam Prorok Adwentu, Jan znad Jordanu. Ci, którzy je wypełnią „ujrzą zbawienie Boże" (Łk 3, 6). W kontekście tego zadania dziękuję wszystkim, którzy w Polsce i wśród Polonii modlą się dzisiaj w intencjach odradzającego się Kościoła na Wschodzie. Dobrej niedzieli, niech Bóg wam błogosławi.

    [Saluto cordialmente i Polacchi. "Preparate la strada per il Signore" (Lc 3, 4). Ecco il compito stabilito per noi dal Profeta dell’Avvento, Giovanni Battista, presso il fiume Giordano. Coloro che lo realizzeranno "vedranno la salvezza di Dio" (cfr. Lc 3, 6). Nel contesto di tale compito, ringrazio tutti per le preghiere che oggi vengono innalzate in Polonia e all’estero per la Chiesa dell’Est, che sta rinascendo. Buona domenica, Dio vi benedica.]

    Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare l’"Associazione nazionale famiglie numerose", che ha per motto "Più bimbi, più futuro". Cari amici, prego per voi, perché la Provvidenza vi accompagni sempre in mezzo alle gioie e alle difficoltà, ed auspico che si sviluppino dovunque efficaci politiche di sostegno alle famiglie, specialmente a quelle con più figli. Saluto i fedeli provenienti da Bergamo, Bracciano e Catania, i ragazzi di Petosìno e quelli di Gràssina, l’Associazione Volontari per la Cooperazione Internazionale di Cesena e il gruppo dei "Cercatori del Graal".

    A tutti auguro una buona domenica.

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    00 08/12/2009 16:03


    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 08.12.2009

    Alle ore 12 di oggi, Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    L’8 dicembre celebriamo una delle più belle feste della Beata Vergine Maria:
    la solennità della sua Immacolata Concezione
    .

    Ma che cosa significa che Maria è l’"Immacolata"? E che cosa dice a noi questo titolo?

    Anzitutto facciamo riferimento ai testi biblici della liturgia odierna, specialmente al grande "affresco" del capitolo terzo del Libro della Genesi e al racconto dell’Annunciazione del Vangelo di Luca. Dopo il peccato originale, Dio si rivolge al serpente, che rappresenta Satana, lo maledice e aggiunge una promessa: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, / tra la tua stirpe e la sua stirpe: / questa ti schiaccerà la testa / e tu le insidierai il calcagno" (Gen 3,15).

    E’ l’annuncio di una rivincita: Satana ai primordi della creazione sembra avere la meglio, ma verrà un figlio di donna che gli schiaccerà la testa. Così, mediante la stirpe della donna, Dio stesso vincerà. Quella donna è la Vergine Maria, dalla quale è nato Gesù Cristo che, con il suo sacrificio, ha sconfitto una volta per sempre l’antico tentatore. Per questo, in tanti dipinti o statue dell’Immacolata, Ella è rappresentata nell’atto di schiacciare un serpente sotto il suo piede.

    L’Evangelista Luca, invece, ci mostra la Vergine Maria che riceve l’annuncio del Messaggero celeste (cfr Lc 1,26-38). Ella appare come l’umile e autentica figlia d’Israele, vera Sion in cui Dio vuole porre la sua dimora. E’ il virgulto dal quale deve nascere il Messia, il Re giusto e misericordioso. Nella semplicità della casa di Nazaret vive il "resto" puro d’Israele, dal quale Dio vuole far rinascere il suo popolo, come un nuovo albero che stenderà i suoi rami nel mondo intero, offrendo a tutti gli uomini frutti buoni di salvezza. A differenza di Adamo ed Eva, Maria rimane obbediente alla volontà del Signore, con tutta se stessa pronuncia il suo "sì" e si mette pienamente a disposizione del disegno divino. E’ la nuova Eva, vera "madre di tutti i viventi", di quanti cioè per la fede in Cristo ricevono la vita eterna.

    Cari amici, che gioia immensa avere per madre Maria Immacolata! Ogni volta che sperimentiamo la nostra fragilità e la suggestione del male, possiamo rivolgerci a Lei, e il nostro cuore riceve luce e conforto. Anche nelle prove della vita, nelle tempeste che fanno vacillare la fede e la speranza, pensiamo che siamo figli suoi e che le radici della nostra esistenza affondano nell’infinita grazia di Dio. La Chiesa stessa, anche se esposta agli influssi negativi del mondo, trova sempre in Lei la stella per orientarsi e seguire la rotta indicatale da Cristo.

    Maria è infatti la Madre della Chiesa, come hanno solennemente proclamato il Papa Paolo VI e il Concilio Vaticano II. Mentre, pertanto, rendiamo grazie a Dio per questo segno stupendo della sua bontà, affidiamo alla Vergine Immacolata ognuno di noi, le nostre famiglie e le comunità, tutta la Chiesa e il mondo intero. Lo farò anch’io questo pomeriggio, secondo la tradizione, ai piedi del monumento a Lei dedicato in Piazza di Spagna.

    DOPO L’ANGELUS

    Anche quest’anno, nella ricorrenza odierna, ho la gioia di salutare la Pontificia Accademia dell’Immacolata, guidata dal Cardinale Andrea Maria Deskur. Caro Signor Cardinale, cari amici, affido con affetto ciascuno di voi e la vostra attività alla materna protezione della Vergine Maria.

    Rivolgo poi uno speciale pensiero all’Azione Cattolica Italiana, che oggi, in tante parrocchie, rinnova il suo impegno nella Chiesa. Incoraggio in particolare gli educatori dell’Azione Cattolica Ragazzi, presenti qui in Piazza alla conclusione del loro convegno annuale, ad essere generosi ed instancabili nell’educare i ragazzi alla fede e alla testimonianza.

    En ce jour de la fête de l’Immaculée Conception de la Vierge Marie, je suis heureux de saluer les pèlerins francophones. En contemplant le visage lumineux de la Vierge Marie nous sommes invités à accueillir son divin Fils dans le quotidien de notre vie. Demandons à la Vierge Immaculée, reflet de la beauté divine, de nous accompagner sur notre chemin de conversion et dans notre recherche de sainteté. Avec une confiance filiale prions Marie, notre Mère et notre Reine, afin que tous les hommes puissent accueillir en eux l’amour miséricordieux de Dieu notre Père !

    I am happy to greet all the English-speaking visitors present at this Angelus prayer. Today we celebrate the Immaculate Conception of Mary, the Mother of Jesus. As we venerate her life of holiness, full of grace from the beginning of her existence, we praise God and acclaim the power of his gifts. May all Christians, filled with joyful hope and following the example of Mary, be faithful to God’s grace and seek a life of holiness. I wish you all a happy feast day and a pleasant stay in Rome!

    Mit Freude grüße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache. Das heutige Hochfest führt uns vor Augen, daß Gott die Jungfrau Maria vom ersten Augenblick ihres Daseins an vor jedem Schaden der Erbsünde unversehrt bewahrt hat. An der Mutter Jesu sehen wir die Schönheit des Menschen, wie Gott ihn gewollt hat und zu der auch wir gerufen sind. Ihre Fürsprache erhalte uns in der Gnade Gottes und stärke uns in unserem täglichen Streben, damit wir mit reinem Herzen zu ihm gelangen. Die Gottesmutter breite ihren schützenden Mantel über euch und eure Familien. Gesegneten Festtag!

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana y a quienes se unen a ella a través de la radio y la televisión. La Iglesia celebra hoy la solemnidad de la Inmaculada Concepción de María Santísima, tan arraigada en España y en los países latinoamericanos. La Purísima, como es denominada la Virgen en la liturgia de este día, fue preservada de toda mancha de pecado para ser digna morada del Cordero Inocente, abogada de gracia y ejemplo de santidad. Que el Señor nos conceda el don, por intercesión de la "llena de gracia", de purificarnos interiormente en este tiempo de Adviento para acoger con prontitud la venida de Cristo a nuestras vidas. Muchas gracias.

    W Uroczystość Niepokalanego Poczęcia Najświętszej Maryi Panny serdecznie pozdrawiam obecnych w Rzymie Polaków. Oczekując w Adwencie na przyjście Zbawiciela, uczmy się od Maryi Niepokalanej, jak być „świętymi i nieskalanymi przed obliczem Boga" (por. Ef 1, 4). Niech Najświętsza Dziewica prowadzi nas przez życie drogą czystości, pokory i zawierzenia Bogu wszelkich spraw. Niech Bóg wam błogosławi.

    [Nella Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, saluto cordialmente tutti i Polacchi presenti a Roma. Durante l’Avvento, attendendo la venuta del Salvatore, impariamo da Maria Immacolata, come «essere santi e irreprensibili davanti a Dio» (cfr. Ef 1, 4). La Santissima Vergine ci conduca attraverso la vita sulla via della purezza, dell’umiltà e dell’affidamento a Dio di tutte le nostre vicende. Dio vi benedica.]

    Saluto infine i pellegrini di lingua italiana, in particolare i ragazzi di Imola, con il Parroco e i catechisti che li hanno preparati alla Cresima, come pure i fedeli e i cresimandi di Calcinate, e il gruppo di "Radio Zeta" di Caravaggio. A tutti auguro una buona festa di Maria Immacolata.

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    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 13.12.2009

    Rientrato in Vaticano dopo la visita all’Hospice Fondazione Roma, alle ore 12 il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
    In questa III Domenica di Avvento sono presenti tra gli altri i bambini del Centro Oratori Romani, per la benedizione dei "Bambinelli", le statuine di Gesù Bambino che i ragazzi metteranno nei presepi delle famiglie, delle scuole e delle parrocchie.
    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    Siamo ormai alla terza domenica di Avvento.
    Oggi nella liturgia riecheggia l’invito dell’apostolo Paolo: "Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti … il Signore è vicino!" (Fil 4,4-5). La madre Chiesa, mentre ci accompagna verso il santo Natale, ci aiuta a riscoprire il senso e il gusto della gioia cristiana, così diversa da quella del mondo. In questa domenica, secondo una bella tradizione, i bambini di Roma vengono a far benedire dal Papa le statuine di Gesù Bambino, che porranno nei loro presepi. E, infatti, vedo qui in Piazza San Pietro tanti bambini e ragazzi, insieme con i genitori, gli insegnanti e i catechisti.

    Carissimi, vi saluto tutti con grande affetto e vi ringrazio di essere venuti. È per me motivo di gioia sapere che nelle vostre famiglie si conserva l’usanza di fare il presepe. Però non basta ripetere un gesto tradizionale, per quanto importante. Bisogna cercare di vivere nella realtà di tutti i giorni quello che il presepe rappresenta, cioè l’amore di Cristo, la sua umiltà, la sua povertà.

    È ciò che fece san Francesco a Greccio: rappresentò dal vivo la scena della Natività, per poterla contemplare e adorare, ma soprattutto per saper meglio mettere in pratica il messaggio del Figlio di Dio, che per amore nostro si è spogliato di tutto e si è fatto piccolo bambino.

    La benedizione dei "Bambinelli" – come si dice a Roma – ci ricorda che il presepio è una scuola di vita, dove possiamo imparare il segreto della vera gioia. Questa non consiste nell’avere tante cose, ma nel sentirsi amati dal Signore, nel farsi dono per gli altri e nel volersi bene.

    Guardiamo il presepe: la Madonna e san Giuseppe non sembrano una famiglia molto fortunata; hanno avuto il loro primo figlio in mezzo a grandi disagi; eppure sono pieni di intima gioia, perché si amano, si aiutano, e soprattutto sono certi che nella loro storia è all’opera Dio, il Quale si è fatto presente nel piccolo Gesù. E i pastori? Che motivo avrebbero di rallegrarsi? Quel Neonato non cambierà certo la loro condizione di povertà e di emarginazione. Ma la fede li aiuta a riconoscere nel "bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia", il "segno" del compiersi delle promesse di Dio per tutti gli uomini "che egli ama" (Lc 2,12.14), anche per loro!

    Ecco, cari amici, in che cosa consiste la vera gioia: è il sentire che la nostra esistenza personale e comunitaria viene visitata e riempita da un mistero grande, il mistero dell’amore di Dio. Per gioire abbiamo bisogno non solo di cose, ma di amore e di verità: abbiamo bisogno di un Dio vicino, che riscalda il nostro cuore, e risponde alle nostre attese profonde. Questo Dio si è manifestato in Gesù, nato dalla Vergine Maria. Perciò quel Bambinello, che mettiamo nella capanna o nella grotta, è il centro di tutto, è il cuore del mondo. Preghiamo perché ogni uomo, come la Vergine Maria, possa accogliere quale centro della propria vita il Dio che si è fatto Bambino, fonte della vera gioia.

    DOPO L’ANGELUS

    Mentre ringrazio il Centro Oratori Romani, che ha organizzato la manifestazione dei "Bambinelli", desidero anche ricordare che oggi nella Diocesi di Roma ricorre la "Giornata per le nuove chiese". Infatti, nella nostra città, vi sono comunità che non dispongono di un adeguato luogo di culto, dove abita il Signore con noi, e di strutture per le attività formative. Rinnovo pertanto a tutti l’invito a contribuire, affinché possano essere presto realizzati i centri pastorali necessari. Grazie della vostra generosità!

    Questa settimana mi sono giunte tristi notizie da alcuni Paesi dell’Africa circa l’uccisione di quattro missionari. Si tratta dei Sacerdoti Padre Daniel Cizimya, Padre Louis Blondel e Padre Gerry Roche e di Suor Denise Kahambu. Sono stati fedeli testimoni del Vangelo, che hanno saputo annunciare con coraggio, anche a rischio della propria vita. Mentre esprimo vicinanza ai familiari e alle comunità che sono nel dolore, invito tutti ad unirsi alla mia preghiera perché il Signore li accolga nella Sua Casa, consoli quanti ne piangono la scomparsa e porti, con la Sua venuta, riconciliazione e pace.

    En ce temps d’attente de Noël, chers pèlerins de langue française, nous sommes invités à témoigner de la Bonne Nouvelle en ouvrant notre cœur à nos frères et à nos sœurs. N’attendons pas que le temps passe, mais soyons, dès aujourd’hui, des témoins ardents de la miséricorde, de la tendresse et de la bonté de Dieu envers tous les hommes. Que notre espérance soit contagieuse et nos gestes fraternels spontanés ! Demandons à la Vierge Marie, Mère du Sauveur, de nous guider à la rencontre de son Fils qui vient sur nos chemins. A tous, bonne préparation à la fête de Noël!

    I welcome all the English-speaking pilgrims and visitors present for our Angelus prayer. The liturgy of this Third Sunday of Advent, marked by joyful expectation of the Lord’s coming, invites us to rejoice in the hope of our salvation. May these days of preparation for Christmas be a time of genuine conversion and interior renewal for all Christians. Upon you and your families I invoke joy and peace in Jesus our Saviour.

    Ganz herzlich heiße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen. Die Schriftlesungen des heutigen Adventssonntags laden uns ein, das Warten auf den Herrn als eine Zeit der Freude zu leben. „Jauchze Israel, frohlocke von ganzem Herzen", ruft der Prophet Zefánja dem Volk zu (3, 14). Diese Freude wollen wir mit allen Menschen teilen. Das tun wir, wenn wir sie als unsere Brüder und Schwestern annehmen und ihnen konkret geben, was sie zum Leben brauchen. Freude und Güte sind die Zeichen der Nähe des Herrn, der dieser Welt immer neu das Licht seiner Liebe schenken will. Euch allen wünsche ich einen gnadenreichen Advent.

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los Legionarios de Cristo que ayer fueron ordenados sacerdotes, acompañados de sus familiares, amigos y miembros del Regnum Christi, así como a los fieles de diversas Parroquias de Formentera, Zaragoza, Málaga y Valencia. En este tercer domingo de adviento, y ante la presencia ya cercana del Señor Jesús, la liturgia nos invita con insistencia a la alegría. En Cristo se cumplen las palabras del profeta Sofonías a Israel: «El Señor tu Dios, en medio de ti, es un guerrero que salva. Él se goza y se complace en ti, te ama y se alegra con júbilo». Exhorto a todos, y especialmente a los nuevos presbíteros, a proseguir, apoyados en la seguridad del amor infinito de Dios manifestado en Cristo, el camino de preparación espiritual para la Navidad, y celebrar así, con gozo y fruto abundante, el nacimiento del Salvador. Feliz domingo.

    "Radujcie się zawsze w Panu, jeszcze raz powtarzam radujcie się! Niech będzie znana wszystkim ludziom wasza wyrozumiała łagodność: Pan jest blisko!" (Flp 4, 4). W niedzielę Gaudete, tymi słowami św. Pawła pozdrawiam Polaków. Niech radość towarzyszy wszystkim w oczekiwaniu na przyjście Pana. Niech Bóg wam błogosławi!

    ["Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino!" (Fil 4,4). Nella domenica Gaudete, con queste parole di San Paolo saluto i polacchi. La gioia accompagni tutti voi nell’attesa della venuta del Signore. Dio vi benedica!]

    Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti da Montevarchi, Empoli, Arezzo e dalla parrocchia romana di Santa Edith Stein; i bambini della Scuola "Ravasco" di Pescara e i ragazzi di Palma Campania; il gruppo della Polizia Municipale di Agropoli, quello dell’Ospedale "San Giuseppe e Melorio" di Santa Maria Capua Vetere e l’associazione "Cambio-Passo" di Canicattì; come pure i partecipanti al corteo che rievoca alcune tradizioni storico-religiose italiane. A tutti auguro una buona domenica.

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    Angelus del 20 Dicembre 2009



    Angelus del 20 dicembre 2009:

    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 20.12.2009

    Alle ore 12 di oggi, IV domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!

    Con la IV Domenica di Avvento, il Natale del Signore è ormai dinanzi a noi.
    La liturgia, con le parole del profeta Michea, invita a guardare a Betlemme, la piccola città della Giudea testimone del grande evento: “E tu, Betlemme di Efrata, / così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, / da te uscirà per me / colui che deve essere il dominatore in Israele; / le sue origini sono dall’antichità, / dai giorni più remoti” (Mi 5,1).

    Mille anni prima di Cristo, Betlemme aveva dato i natali al grande re Davide, che le Scritture concordano nel presentare come antenato del Messia. Il Vangelo di Luca narra che Gesù nacque a Betlemme perché Giuseppe, lo sposo di Maria, essendo della “casa di Davide”, dovette recarsi in quella cittadina per il censimento, e proprio in quei giorni Maria diede alla luce Gesù (cfr Lc 2,1-7).

    In effetti, la stessa profezia di Michea prosegue accennando proprio ad una misteriosa nascita: “Dio li metterà in potere altrui – dice – / fino a quando partorirà colei che deve partorire; / e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele” (Mi 5,2). C’è dunque un disegno divino che comprende e spiega i tempi e i luoghi della venuta del Figlio di Dio nel mondo. E’ un disegno di pace, come annuncia ancora il profeta parlando del Messia: “Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, / con la maestà del nome del Signore, suo Dio. / Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande / fino agli estremi confini della terra. / Egli stesso sarà la pace!” (Mi 5,3).

    Proprio quest’ultimo aspetto della profezia, quello della pace messianica, ci porta naturalmente a sottolineare che Betlemme è anche una città-simbolo della pace, in Terra Santa e nel mondo intero.
     

    Purtroppo, ai nostri giorni, essa non rappresenta una pace raggiunta e stabile, ma una pace faticosamente ricercata e attesa. Dio, però, non si rassegna mai a questo stato di cose, perciò anche quest’anno, a Betlemme e nel mondo intero, si rinnoverà nella Chiesa il mistero del Natale, profezia di pace per ogni uomo, che impegna i cristiani a calarsi nelle chiusure, nei drammi, spesso sconosciuti e nascosti, e nei conflitti del contesto in cui si vive, con i sentimenti di Gesù, per diventare ovunque strumenti e messaggeri di pace, per portare amore dove c’è odio, perdono dove c’è offesa, gioia dove c’è tristezza e verità dove c’è errore, secondo le belle espressioni di una nota preghiera francescana.

    Oggi, come ai tempi di Gesù, il Natale non è una favola per bambini, ma la risposta di Dio al dramma dell’umanità in cerca della vera pace.

    Egli stesso sarà la pace!” – dice il profeta riferendosi al Messia.

    A noi spetta aprire, spalancare le porte per accoglierlo. Impariamo da Maria e Giuseppe: mettiamoci con fede al servizio del disegno di Dio. Anche se non lo comprendiamo pienamente, affidiamoci alla sua sapienza e bontà.

    Cerchiamo prima di tutto il Regno di Dio, e la Provvidenza ci aiuterà. Buon Natale a tutti!

    DOPO L’ANGELUS

    Rivolgo un cordiale saluto al personale de L’Osservatore Romano che, nel periodo natalizio, ogni domenica e mercoledì colloca una postazione mobile in Piazza San Pietro, dove è possibile acquistare il giornale insieme con una piccola icona della Natività. Auguro ogni bene per questa iniziativa che, oltre a diffondere il quotidiano vaticano, si propone di sostenere la realizzazione di una scuola nella Repubblica Democratica del Congo.

    Chers frères et sœurs de langue française, à quelques jours de la fête de Noël, la liturgie nous invite à reconnaître la présence de Dieu dans nos vies. A la suite de la Vierge Marie, prenons le temps de faire silence et d’écouter Dieu nous parler au plus profond de nous-mêmes ! Sachons faire confiance au Christ qui vient et rendons-nous disponibles pour nous abandonner librement à sa volonté ! Soyons déjà les porteurs de la Bonne Nouvelle de sa venue en notre monde ! Que Dieu comble tous les peuples de bonheur et de paix !

    I greet all the English-speaking visitors and pilgrims here today. On this fourth Sunday of Advent, we are filled with joy because the Lord is at hand. We heard in today’s Gospel about Mary’s journey to visit her cousin Elizabeth. Just as Mary travelled through the hill country of Judah, to share with her kinswoman the joyful news of Christ’s coming, so too the Church is called to journey through history, proclaiming the wondrous message of salvation. As the great feast of Christmas draws near, I invoke God’s abundant blessings upon all of you, and upon your families and loved ones at home.

    Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Teilnehmer am heutigen Angelusgebet. In diesen Tagen vor Weihnachten verdichtet sich die Erwartung zu freudiger Gewißheit: Der Herr ist nahe! Er kommt, um uns Menschen Heil und Rettung zu bringen. Wie Maria wollen wir Gottes Wort gläubig aufnehmen und weitertragen. Gott mache uns um so eifriger in seinem Dienst, je näher das Fest der Geburt seines Sohnes heranrückt (vgl. Schlußgebet vom IV. Adventssonntag). Euch allen wünsche ich einen guten vierten Advent und ein frohes, gnadenreiches Weihnachtsfest!

    Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana y a todos los que se unen a ella a través de la radio y la televisión. La Virgen Santísima, llevando en su seno y en su corazón al Hijo de Dios, fue causa de alegría para su pariente Isabel. Os invito a que, acogiendo en vuestro interior la divina Palabra, dando un testimonio fiel y convencido de la fe y prodigándoos en obras de caridad, seáis también para los demás testigos y mensajeros de Cristo Jesús, fuente de gozo y esperanza para el mundo. Os animo igualmente, estando ya próximas las fiestas de la Navidad, a prepararos con fervor a la celebración del nacimiento del Verbo, hecho carne en las purísimas entrañas de María. Feliz domingo.

    Serdecznie pozdrawiam Polaków. Od wczoraj Arcybiskup Gnieźnieński jest Prymasem Polski. Ten honorowy tytuł powraca do najstarszej metropolii na ziemiach polskich, związanej z kultem świętego Wojciecha, Patrona Polski. Kardynałowi Józefowi Glempowi dziękuję za jego prymasowską posługę w trudnym okresie przemian. Arcybiskupowi Henrykowi Muszyńskiemu życzę wielu łask Bożych. Całemu Kościołowi w Polsce z serca błogosławię.

    [Saluto cordialmente i polacchi. Da ieri l’Arcivescovo di Gniezno è Primate della Polonia. Questo titolo onorario ritorna alla più antica Metropoli sulle terre polacche, legata al culto di San Adalberto, Patrono della Polonia. Ringrazio il cardinale Józef Glemp per aver svolto la sua missione primaziale nel difficile periodo di transizione. All’Arcivescovo Henryk Muszyński auguro abbondanti grazie di Dio. Benedico di cuore tutta la Chiesa in Polonia.]

    Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare la rappresentanza del Presepe Vivente di Pereto (provincia di L’Aquila), giunto alla sua quarantesima edizione. Saluto inoltre i partecipanti all’iniziativa organizzata dalla “Federazione Cultura, Sport, Spettacolo, Solidarietà nel Mondo”, in collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi. A tutti auguro una serena domenica e buone feste del santo Natale.

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    00 27/12/2009 07:32




    LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 26.12.2009

    Alle ore 12 di oggi, festa di Santo Stefano, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.

    Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:

    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle,

    con l’animo ancora colmo di stupore e inondato dalla luce che promana dalla Grotta di Betlemme, dove con Maria Giuseppe e i pastori abbiamo adorato il nostro Salvatore, oggi facciamo memoria del diacono Santo Stefano, il primo martire cristiano. Il suo esempio ci aiuta a penetrare maggiormente il mistero del Natale e ci testimonia la meravigliosa grandezza della nascita di quel Bambino nel quale si manifesta la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per gli uomini (cfr Tt 2,11). Colui che vagisce nella mangiatoia, infatti, è il Figlio di Dio fatto uomo, che ci chiede di testimoniare con coraggio il suo Vangelo, come ha fatto Santo Stefano il quale, pieno di Spirito Santo, non ha esitato a dare la vita per amore del suo Signore.

    Egli, come il suo Maestro, muore perdonando i propri persecutori e ci fa comprendere come l’ingresso del Figlio di Dio nel mondo dia origine ad una nuova civiltà, la civiltà dell’amore, che non si arrende di fronte al male e alla violenza e abbatte le barriere tra gli uomini, rendendoli fratelli nella grande famiglia dei figli di Dio.

    Stefano è anche il primo diacono della Chiesa, che facendosi servo dei poveri per amore di Cristo, entra progressivamente in piena sintonia con Lui e lo segue fino al dono supremo di sé.

    La testimonianza di Stefano, come quella dei martiri cristiani, indica ai nostri contemporanei spesso distratti e disorientati, su chi debbano porre la propria fiducia per dar senso alla vita. Il martire, infatti, è colui che muore con la certezza di sapersi amato da Dio e, nulla anteponendo all’amore di Cristo, sa di aver scelto la parte migliore.

    Configurandosi pienamente alla morte di Cristo, è consapevole di essere germe fecondo di vita e di aprire nel mondo sentieri di pace e di speranza. Oggi, presentandoci il diacono Santo Stefano come modello, la Chiesa ci indica, altresì, nell’accoglienza e nell’amore verso i poveri, una delle vie privilegiate per vivere il Vangelo e testimoniare agli uomini in modo credibile il Regno di Dio che viene.

    La Festa di santo Stefano ci ricorda anche i tanti credenti, che in varie parti del mondo, sono sottoposti a prove e sofferenze a causa della loro fede. Affidandoli alla sua celeste protezione, impegniamoci a sostenerli con la preghiera e a non venir mai meno alla nostra vocazione cristiana, ponendo sempre al centro della nostra vita Gesù Cristo, che in questi giorni contempliamo nella semplicità e nell’umiltà del presepe. Invochiamo per questo l’intercessione di Maria, Madre del Redentore e Regina dei Martiri, con la preghiera dell’Angelus.

    DOPO L’ANGELUS

    En ce lendemain de la solennité de Noël, je suis heureux d’accueillir les pèlerins rassemblés pour la prière de l’Angélus. Aujourd’hui l’Église nous présente la figure de Saint-Étienne, le premier des martyrs, modèle du témoin qui a donné sa vie pour le Christ. Comme lui, aujourd’hui encore à travers le monde, nombreux sont les hommes et les femmes qui acceptent de servir le Christ et son Évangile avec générosité, parfois jusqu’au don de leur vie. Que la Vierge Marie, Reine des martyrs, conforte les disciples de Jésus dans la foi et dans la fidélité ! Avec ma Bénédiction Apostolique !

    As we continue our celebration of this joyful Christmas season, I warmly greet all the English-speaking visitors and pilgrims gathered here in Saint Peter’s Square. Together with Christians across the globe, we rejoice at the birth of our Saviour, Prince of Peace and light of the world. Today we honour the Church’s first martyr, Saint Stephen, who was fearless in bearing witness to Christ and who shed his blood for love of him. We pray for those Christians who suffer persecution today. And we commend to the intercession of their heavenly patron, Saint Stephen, all deacons and altar servers. May God bless all of you!

    Am Fest des heiligen Märtyrers Stephanus grüße ich von Herzen alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Jesus „kam in sein Eigentum, doch die Seinen nahmen ihn nicht auf” (Joh 1,11), haben wir im Evangelium des Weihnachtstags gelesen. Der Märtyrer Stephanus teilt das Schicksal seines Herrn: Bedrängnis und Not gehören seit der ersten Stunde zum Leben der Christen. Bitten wir Maria, die Mutter Jesu und die Mutter der Kirche, daß sie all jenen beistehe, die auch heute unter schwersten Bedingungen Zeugnis für ihren Glauben ablegen. – Euch allen wünsche ich eine gesegnete Weihnachtszeit!

    Saludo con afecto a los fieles de lengua española presentes en esta oración mariana. En esta fiesta de San Esteban, que no vaciló en derramar su sangre para confesar su fe y amor a Cristo Jesús, nacido en Belén, supliquemos fervientemente en nuestra oración que nunca falten en la Iglesia hombres y mujeres sabios, audaces y sencillos, que den testimonio del Evangelio de la salvación allá donde se encuentren, para que, con la fuerza de la caridad y la luz de la verdad, se construya una sociedad cada vez más fraterna, justa y en paz. Santa y feliz Navidad a todos. Muchas gracias.

    Serdecznie pozdrawiam Polaków. Dziś wspominamy świętego Szczepana, pierwszego męczennika. Mądrość płynąca z wiary i odwaga, jaka rodzi się z miłości Chrystusa, zaprowadziły go na śmierć. Jednak wizja otwartego nieba już wtedy zwiastowała mu chwałę zmartwychwstania. Oby i nam w codziennym życiu nie brakowało mądrości i odwagi, wiary i miłości, które znajdują swoje zwieńczenie w chwale Pana. Wszystkim z serca błogosławię.

    [Saluto cordialmente i polacchi. Oggi commemoriamo santo Stefano, il primo martire. La saggezza che scaturisce dalla fede e il coraggio che nasce dall’amore di Cristo lo hanno condotto alla morte. La visione del cielo aperto, tuttavia, già allora gli ha preannunciato la gloria della risurrezione. Anche a noi non manchi nella vita quotidiana la saggezza e il coraggio, la fede e l’amore, che trovano il loro compimento nella gloria del Signore. Tutti benedico di cuore.]

    Rivolgo infine il mio cordiale saluto a voi, pellegrini di lingua italiana, ed auguro che la sosta di questi giorni presso il presepio per ammirare Maria e Giuseppe accanto al Bambino, possa suscitare in tutti un rinnovato impegno di amore vicendevole e di reciproca comprensione, affinchè all’interno delle famiglie e dell’intera Nazione si viva quel clima di intesa e di comunione che tanto giova al bene comune.

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    00 28/12/2009 06:25

    Pope Benedict XVI reads a statement before performing his Angelus prayers over Saint Peter's Square at the Vatican December 27, 2009.

    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle!


    Ricorre oggi la domenica della Santa Famiglia. Possiamo ancora immedesimarci nei pastori di Betlemme che, appena ricevuto l’annuncio dall’angelo, accorsero in fretta alla grotta e trovarono “Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia” (Lc 2,16). Fermiamoci anche noi a contemplare questa scena, e riflettiamo sul suo significato. I primi testimoni della nascita del Cristo, i pastori, si trovarono di fronte non solo il Bambino Gesù, ma una piccola famiglia: mamma, papà e figlio appena nato.

    Dio ha voluto rivelarsi nascendo in una famiglia umana, e perciò la famiglia umana è diventata icona di Dio! Dio è Trinità, è comunione d’amore, e la famiglia ne è, in tutta la differenza tra il mistero divino e la sua creatura umana, una espressione che riflette il mistero insondabile del Dio amore. L’uomo e la donna, creati ad immagine di Dio, diventano nel matrimonio “un’unica carne” (Gen 2,24), cioè una comunione di amore che genera nuova vita. La famiglia umana , in un certo senso, è icona della Trinità sia per l’amore interpersonale, sia per la fecondità dell’amore.

    La liturgia odierna propone il celebre episodio evangelico di Gesù dodicenne che rimane nel Tempio, a Gerusalemme, all’insaputa dei suoi genitori, i quali, stupiti e preoccupati, ve lo ritrovano dopo tre giorni mentre discute con i dottori. Alla madre che gli chiede spiegazioni, Gesù risponde che deve essere nella proprietà nella Casa del suo Padre, cioè di Dio (cfr Lc 2,49). In questo episodio il ragazzo Gesù ci appare pieno di zelo per Dio e per il Tempio. Domandiamoci: da chi aveva appreso Gesù l’amore per le “cose” del Padre suo? Certamente, come Figlio ha avuto un’intima conoscenza di Dio, una profonda relazione personale, permanente, con suo Padre, ma nella sua cultura concreta ha certamente imparato le preghiere, l’amore del Tempio e delle istituzioni d’Israele dai suoi genitori. Dunque, possiamo affermare che la decisione di Gesù di rimanere nel Tempio era soprattutto frutto della sua intima relazione col Padre ma anche frutto dell’educazione ricevuta da Maria e da Giuseppe.

    Qui possiamo intravedere il senso autentico dell’educazione cristiana: essa è il frutto di una collaborazione sempre da ricercare tra gli educatori e Dio. La famiglia cristiana è consapevole che i figli sono dono e progetto di Dio. Pertanto, non li può considerare come proprio possesso, ma, servendo in essi il disegno di Dio, è chiamata ad educarli alla libertà più grande, che è proprio quella di dire “sì” a Dio per fare la sua volontà. Di questo “sì” la Vergine Maria è l’esempio perfetto. A lei affidiamo tutte le famiglie, pregando in particolare per la loro preziosa missione educativa.

    Ed ora mi rivolgo, in lingua spagnola, a quanti prendono parte alla festa della Santa Famiglia a Madrid.

    Saludo cordialmente a los pastores y fieles congregados en Madrid para celebrar con gozo la Sagrada Familia de Nazaret. ¿Cómo no recordar el verdadero significado de esta fiesta? Dios, habiendo venido al mundo en el seno de una familia, manifiesta que esta institución es camino seguro para encontrarlo y conocerlo, así como un llamamiento permanente a trabajar por la unidad de todos en torno al amor. De ahí que uno de los mayores servicios que los cristianos podemos prestar a nuestros semejantes es ofrecerles nuestro testimonio sereno y firme de la familia fundada en el matrimonio entre un hombre y una mujer, salvaguardándola y promoviéndola, pues ella es de suma importancia para el presente y el futuro de la humanidad. En efecto, la familia es la mejor escuela donde se aprende a vivir aquellos valores que dignifican a la persona y hacen grandes a los pueblos. También en ella se comparten las penas y las alegrías, sintiéndose todos arropados por el cariño que reina en casa por el mero hecho de ser miembros de la misma familia. Pido a Dios que en vuestros hogares se respire siempre ese amor de total entrega y fidelidad que Jesús trajo al mundo con su nacimiento, alimentándolo y fortaleciéndolo con la oración cotidiana, la práctica constante de las virtudes, la recíproca comprensión y el respeto mutuo. Os animo, pues, a que, confiando en la materna intercesión de María Santísima, Reina de las Familias, y en la poderosa protección de San José, su esposo, os dediquéis sin descanso a esta hermosa misión que el Señor ha puesto en vuestras manos. Contad además con mi cercanía y afecto, y os ruego que llevéis un saludo muy especial del Papa a vuestros seres queridos más necesitados o que se encuentran en dificultad. Os bendigo a todos de corazón.

    (Traduzione a cura della Radio Vaticana)

    Saluto cordialmente i pastori e i fedeli riuniti a Madrid per celebrare con gioia la festa della Santa Famiglia di Nazareth. Come non ricordare il reale significato di questa festa?
    Dio venendo al mondo nel seno di una famiglia, mostra che questa istituzione è un cammino sicuro per incontrarlo e conoscerlo, così come è una chiamata permanente a lavorare per l’unità di tutti intorno all’amore. Quindi uno dei più importanti servizi che noi cristiani possiamo rendere agli altri è offrire la nostra testimonianza, serena e ferma, della famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, salvaguardandolo e promovendolo, essendo tale istituzione di somma importanza per il presente e il futuro dell’umanità. In effetti, la famiglia è la migliore scuola nella quale si impara a vivere quei valori che danno dignità alla persona e fanno grandi i popoli. In essa, inoltre, si condividono i dolori e le gioie, sentendosi tutti avvolti dall’amore che regna in casa per il solo fatto di essere membri della stessa famiglia. Chiedo a Dio che nei vostri focolari si respiri sempre questo amore di totale dedizione e fedeltà che Gesù ha portato nel mondo con la sua nascita, alimentandolo e rafforzandolo con la preghiera quotidiana, la pratica costante delle virtù, la reciproca comprensione e il mutuo rispetto.

    Vi incoraggio pertanto a confidare nella materna intercessione di Maria Santissima, Regina della Famiglia e nella potente protezione di San Giuseppe, suo sposo, dedicandovi instancabilmente a questa meravigliosa missione che il Signore ha messo nelle vostre mani. Contate anche sulla mia vicinanza e sul mio affetto, e vi chiedo di rivolgere il saluto speciale del Papa ai vostri cari che hanno più bisogno o che si trovano in difficoltà. Benedico tutti di cuore.

    DOPO ANGELUS

    Chers pèlerins francophones, en cette fête de la Sainte-Famille de Jésus, Marie et Joseph, je suis heureux de saluer toutes vos familles et ma prière rejoint particulièrement celles qui connaissent des difficultés. Avec vous, je rends grâce à Dieu pour la Sainte-Famille de Nazareth : Marie et Joseph n’ont pas seulement procuré à l’Enfant-Jésus le pain de la terre ; ils lui ont donné un authentique témoignage de foi et d’amour. Que leur exemple guide toutes les familles et soit pour elles une source intarissable de joie et de bonheur ! A tous je souhaite une fin d’année sereine !

    I am happy to greet all the English-speaking visitors present at this Angelus prayer. Today we celebrate with joy the Feast of the Holy Family, who shared with us this fundamental human experience. I pray that the Lord may bless all Christian families and assist them in living their daily life in mutual love and in generosity to others, after the example of Jesus, Mary and Joseph. May Almighty God continue to bless you all with peace and joy during this Christmas Season!

    In weihnachtlicher Freude heiße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen. Am heutigen Sonntag feiern wir das Fest der Heiligen Familie. Wir blicken dabei auf die Familie von Nazaret, die wie alle Familien Sorgen und Nöte erlebt. Maria und Josef, so berichtet das Evangelium, verstehen zunächst nicht, warum ihr Sohn nicht mit ihnen gegangen, sondern im Tempel zurückgeblieben ist. Doch die Worte Jesu, daß er „im Hause seines Vaters sein muß“ (Lk 2, 49), lassen sie und uns erkennen, daß die lebendige Beziehung zu Gott auch die Liebe untereinander stärkt. Euch und euren Familien wünsche ich eine frohe Weihnachtszeit.

    Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana. En este domingo de la Sagrada Familia, invito a todos a poner los ojos en el hogar de Nazaret, escuela incomparable de virtudes humanas y cristianas, para aprender de Jesús, José y María a vivirlas personalmente y dar ejemplo de ellas ante los que os rodean con humildad y convicción. De nuevo os deseo que, en estas fiestas de Navidad, la alegría del Señor Jesús, nacido en Belén, sea vuestra fortaleza. En su Nombre os bendigo con gran afecto.

    Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziś niedziela świętej rodziny. Miłość, która jednoczyła Maryję i Józefa, i otaczała Boże Dziecię, niech jednoczy chrześcijańskie rodziny. Niech rodzi się z niej wzajemny szacunek między małżonkami, troska o każde nowe życie i o szczęśliwy rozwój przyszłych pokoleń. Wszystkie polskie rodziny polecam opiece Maryi i Józefa, i wypraszam dla nich Boże błogosławieństwo.

    [Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Oggi è la domenica della Santa Famiglia. L’amore che ha unito Maria e Giuseppe, e ha avvolto il Bambino Gesù, unisca tutte le famiglie cristiane. Nasca da esso il reciproco rispetto tra gli sposi, la premura per ogni nuova vita e per il felice sviluppo delle generazioni future. Affido tutte le famiglie polacche alla cura di Maria e di Giuseppe, e imploro per loro la Divina Benedizione.]

    Saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare il gruppo di fedeli venuti da Atri. In questa domenica della Santa Famiglia rivolgo un caloroso saluto a tutte le famiglie di Roma e d’Italia, con una preghiera speciale per quelle che attraversano maggiori difficoltà. Il Signore vi benedica! Auguri a tutti!

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