00 04/06/2009 20:37

Omelia I per la dormizione della Santa Madre di Dio.- GERNANO DI COSTANTINOPOLI (VIII sec.)

 

 

 

 

 

 

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Quando tu partisti dalle cose terrene, indubbiamente ti elevasti a quelle celesti, ma tuttavia né prima tu eri non partecipe delle cose celesti, nè partendo ti estraniasti da quelle terrene: infatti, mentre tu ti ponesti più in alto degli ordini celesti, d'altra parte apparisti anche più elevata fra le creature terrene.

In verità tu, o Madre dl Dio, aggiungesti bellezza al cieli perché, appena sorsero le stirpi degli uomini, agli angeli fu ordinato di sovrintendere alla loro vita; di guidarli, di provvedere a loro, e di conservarli nell’immutabile centro della fede di Dio, infatti è detto: «costituì i confini dei popoli secondo il numero degli angeli di Dio» (Dt 32,8); e: «l’angelo del Signore — è detto — s’accampa intorno a quelli che lo temono, e li salverà» (Sl 34,8). Ma quando gli uomini vivevano nell’errore e nell’idolatria e deturpavano l’aria con l’odore dei sacrifici, allora anche gli angeli si sottrassero dalla comunanza degli uomini; e Dio a sua volta fece sparire da loro anche il suo santo Spirito.

Ma dopo che, negli ultimi tempi, tu (o Maria) generasti il Verbo dl Dio Padre già esistente «in principio» (Gv 1,1), subito dopo il tuo parto anche le schiere degli angeli guardarono dai cieli cantando il Dio incarnato da te generato, gridando che gloria era stata aggiunta negli altissimi cieli, proclamarono che la pace raggiunta sulla terra (cf. Lc 2,13): così che fra angeli e uomini, fra cielo e terra, cessò l’inimicizia e la separazione (cf. Ef 2,14) e iniziò una concorde cittadinanza, e da parte degli uni e degli altri, angeli e uomini, fu innalzata un’unica antifonetica glorificazione.

Omelia I per la dormizione della Santa Madre di Dio.

- GERNANO DI COSTANTINOPOLI (VIII sec.)

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