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Progresso è difesa della vita


Il 29 giugno 1978, solennità dei santi Pietro e Paolo. Per il XV anniversario della sua incoronazione Paolo VI pronunciò un'omelia che costituisce un vero e proprio bilancio dell'intero pontificato. È l'ultimo grande discorso pubblico di Papa Montini e in un passaggio - che qui di seguito riportiamo - richiama alcuni punti della Populorum progressio e dell'Humanae vitae ai quali l'odierna Caritas in veritate si richiama in modo esplicito e continuo.

Noi consideriamo imprescindibile la difesa della vita umana. Il Concilio Vaticano II ha ricordato con parole gravissime che "Dio, padrone della Vita, ha affidato agli uomini l'altissima missione di proteggere la vita"! (Gaudium et spes, 51). E noi, che riteniamo nostra precisa consegna l'assoluta fedeltà agli insegnamenti del Concilio medesimo, abbiamo fatto programma del nostro pontificato la difesa della vita, in tutte le forme in cui essa può esser minacciata, turbata o addirittura soppressa.

Rammentiamo anche qui i punti più significativi che attestano questo nostro intento.
Abbiamo anzitutto sottolineato il dovere di favorire la promozione tecnico-materiale dei popoli in via di sviluppo, con l'enciclica Populorum progressio (26 marzo 1967).

Ma la difesa della vita deve cominciare dalle sorgenti stesse della umana esistenza. È stato questo un grave e chiaro insegnamento del Concilio, il quale, nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, ammoniva che "la vita, una volta concepita, dev'essere protetta con la massima cura; e l'aborto come l'infanticidio sono abominevoli delitti" (51). Non abbiamo fatto altro che raccogliere questa consegna quando, dieci anni fa, promanammo l'enciclica Humanae Vitae (25 luglio):  ispirato all'intangibile insegnamento biblico ed evangelico, che convalida le norme della legge naturale e i dettami insopprimibili della coscienza sul rispetto della vita, la cui trasmissione è affidata alla paternità e alla maternità responsabili, quel documento è diventato oggi di nuova e più urgente attualità per i vulnera inferti da pubbliche legislazioni alla santità indissolubile del vincolo matrimoniale e alla intangibilità della vita umana fin dal seno materno. Di qui le ripetute affermazioni della dottrina della Chiesa cattolica sulla dolorosa realtà e sui penosissimi effetti del divorzio e dell'aborto, contenute nel nostro magistero ordinario come in particolari atti della competente Congregazione. Noi le abbiamo espresse, mossi unicamente dalla suprema responsabilità di maestro e di pastore universale, e per il bene del genere umano!

(©L'Osservatore Romano - 8 luglio 2009)
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