00 21/08/2009 09:17
Il tipo di società in cui viviamo riesce a realzzare queste anestesie totali (e noi lo sappiamo bene, perché in tante occasioni siamo come addormentati nel nostro torpore, nella nostra distrazione, nella fuga da noi stessi, dove la cosa più lontana è questa affezione a sé; basta pensare a quando fu l'ultima volta che ciascuno ha avuto (lo dico per primo a me stesso) un istante vero di tenerezza con se stesso, ha sentito vibrare dentro di sé questa tenerezza verso se stesso], però non possono essere permanenti.
Anche queste anestesie totali estremamente diffuse - perciò è una società caratterizzata totalmente dalla alienazione - hanno un limite, non possono essere permanenti e per questo la sofferenza [...] non è evitabile.
La sofferenza [...] indica la sospensione o la rottura o la fine di un'anestesia totale».

Attraverso queste circostanze il Mistero ci vuole ridestare da questa anestesia, educarci alla consapevolezza di noi stessi, alla nostra verità, ci ridesta alla coscienza per cui siamo fatti, non ci lascia andare verso il niente senza preoccuparsi di noi, per una passione per la nostra vita che è il segno più potente della tenerezza di Dio per noi.
 E come ci educa?
Non attraverso un discorso, non attraverso una riflessione - che tante volte noi non vogliamo ascoltare -, ma attraverso l'esperienza del reale, attraverso le circostanze a cui ci chiama, ci scuote («Ma ti rendi conto?!»).
L'abbiamo letto nella Scuola di comunità:
«La vita la impari nel concreto, non teoricamente», e un pezzo di realtà vale più di mille parole. Allora - amici - le circostanze, le sofferenze, le difficoltà ci mettono davanti alla serietà della vita, che tante volte noi vogliamo censurare.
«Normalmente nella vita, per tutta la gente, è serio il problema dei soldi, è serio il problema dei figli, è serio il problema dell'uomo e della donna, è serio il problema della salute, è serio il problema politico: per il mondo, tutto è serio eccetto che la vita.
Non dico la vita - la vita come salute è una cosa seria, facilmente -, ma "la vita" [occorrerebbe sentire vibrare don Giussani mentre dice:
 "La vita", e allora percepiremmo tutta la vibrazione della Sua passione per ciascuno di noi].
Ma cosa è "la vita" più che la salute, i soldi, il rapporto tra l'uomo e la donna, i figli, il lavoro? Cos'è la vita più di questo? Che cosa implica?
 La vita implica tutto questo, ma con uno scopo di tutto, con un significato».
E le circostanze ci sfidano a scoprire questo significato.
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