Famiglia Cattolica

"Dalla Fede il Metodo"

  • Messaggi
  • (Zacuff)
    00 03/10/2009 14:02
    Prosperi. «Se il cristianesimo è l'Avvenimento, che senso ha impegnarci e difendere i valori cristiani?».

    Carrón. Questo è il terzo punto della seconda lezione, su cui voglio soffermarmi un attimo per approfondirlo: la questione della cultura.
    Mi sembra che adesso, dopo il percorso di quest'anno, possiamo capire un po' meglio che cosa c'è in gioco.
    Prendiamo, per esempio, il caso dell'esperienza che abbiamo fatto rispetto alla vicenda di Eluana.
    Tante volte noi che cosa abbiamo fatto?
     Una cosa giustissima, da un certo punto di vista: difendere il valore della vita.
     Ma io vi chiedo sinceramente: se qualcuno di noi fosse stato in quella situazione, gli sarebbe bastato difendere la vita?
    Noi avremmo potuto stare davanti a una situazione così soltanto con la difesa del valore della vita? Ditemelo!
    Guardiamo, amici: per difendere la vita don Giussani che cosa ha fatto con noi?
    Non è che non abbia affermato l'importanza della vita, l'importanza dell'uomo e della persona.
    Ma per farci capire questo - lo dico sinteticamente - ci ha comunicato una febbre di vita. Cristo, per spiegarci che cosa è la vita, che cosa è il valore dell'uomo, è diventato carne, è diventato uomo!
    I principi e i valori sono diventati carne e sangue, come continua a insistere il Papa. Ma tante volte noi, non avendo capito che i principi e i valori li abbiamo compresi grazie all'incontro che abbiamo fatto con Cristo nel movimento, che ci ha riempito la vita di significato, cambiarne metodo.
    Uno è il metodo che il Mistero ha usato con noi per farci capire (e che noi abbiamo sperimentato nell'incontro); un altro è il metodo che noi vogliamo applicare agli altri. Allora non abbiamo capito la portata conoscitiva dell'incontro, cioè che a noi questo amore alla vita viene dall'incontro fatto!
     E questo è quello che Romano Guardini ha detto molto bene nel suo La fine dell'epoca moderna:
    «Dall'inizio del tempo moderno si viene elaborando una cultura non-cristiana.
    Per lungo tempo la negazione si è diretta solo contro il contenuto stesso della Rivelazione; non contro i valori etici, individuali o sociali, che si sono sviluppati sotto il suo influsso [per tanto tempo si sono difesi i valori anche se non si era cristiani]. Anzi, la cultura moderna ha preteso di riposare precisamente su quei valori».
    Gli illuministi non volevano abolire i valori cristiani, avevano capito che erano una conseguenza della cosa più grande che era successa nella storia, ma non volevano seguire la Chiesa, non volevano continuare a riconoscere Cristo come decisivo per la vita.
    65
  • (Zacuff)
    00 03/10/2009 14:05
    Allora difendevano i frutti che Cristo aveva portato separandoli dall'origine; hanno voluto fare un cristianesimo senza Cristo, difendendo i valori cristiani a prescindere dalla fonte, dalla sorgente di questi valori.
    «In verità questi valori [...] sono legati alla Rivelazione», e noi lo capiamo bene, perché noi penseremmo come tutti, se non avessimo incontrato il movimento.
     Che cosa avremmo detto noi sulla vicenda di Eluana, se non avessimo incontrato il movimento?
    Ditemi... Come tutti! «Così si liberano nell'uomo delle forze che sono per sé "naturali" [noi possiamo raggiungere quasi naturalmente il riconoscimento di questi valori , ma che non si svilupperebbero al di fuori di quell'economia [del cristianesimo].
     L'uomo diviene consapevole di valori che per sé sono evidenti, ma divengono visibili solo in quell'atmosfera».
    Se noi non capiamo questo, che sono di per sé evidenti ma che noi possiamo capirli soltanto all'interno di quell'atmosfera dell'incontro cristiano, poi cerchiamo di bastonare gli altri con i valori pensando che così li capiranno.
    E poi ci lamentiamo chiedendoci perché non arrivano a capire. Anche noi non l'avremmo capito così!
     Non è che Gesù si è fatto carne per sbaglio! No, è diventato carne perché senza di questo noi non avremmo capito.
    Non è che non siano veri i valori, ma è che la strada per accoglierli, per capirli, per vederne l'umanità, l'abbiamo incontrata solo riconoscendo Cristo.
    Guardini annota, parlando di decenni fa (figuriamoci se vivesse adesso...), che si è «rivelato un vuoto che esisteva ormai da lungo tempo. |...|
    II tempo che viene creerà qui una chiarezza terribile, ma salutare.
    Nessun cristiano può rallegrarsi dell'avvento di una radicale negazione del cristianesimo [...].
     Ma è bene che si metta a nudo quella slealtà (operata dalla cultura moderna: volere difendere i valori senza Cristo; adesso, ormai, neanche più i valori, come vediamo]. Poiché allora si vedrà quale è effettivamente la realtà, quando l'uomo si è distaccato dalla Rivelazione, e vengono a cessare i suoi frutti».
    Adesso lo stiamo già toccando con mano, adesso che hanno incominciato a cessare i frutti.
     Quello che nessuno poteva immaginare - che si sarebbe potuti arrivare a negare la vita e le cose più evidenti - lo abbiamo davanti (infatti per noi rimangono evidenti per un uso della ragione educato all'interno della Chiesa).
    Le ambiguità vengono a cessare e ci portano a una purificazione e a un approfondimento della fede.
    Noi dobbiamo essere consapevoli di questo, perché ci troveremo sempre più a vivere senza patria, a non essere capiti.
    Allora qual è la modalità per resistere nel pericolo?
    Guardini ci indica, quali due condizioni, «la maturità del giudizio e la libertà dell'opzione».
    Senza questo tra un po' noi ci ritroveremo come tutti.
     65
  • (Zacuff)
    00 03/10/2009 14:07
    Don Giussani era ben consapevole di questa situazione quando ha creato il movimento, perché lui si era reso conto che questo processo era già incominciato nel 1954, quando tutto sembrava fiorire; e ha creato un ambito in cui noi potessimo riscoprire i valori attraverso la scoperta della fede.
     Allora noi non dobbiamo difendere astrattamente i valori, ma dobbiamo fare il movimento, come ha fatto don Giussani con noi: e questo si chiama testimonianza. Se non facciamo così, non siamo leali con la modalità con cui il Mistero ci ha introdotto a Sé.
     Per questo viene a crearsi il dualismo nella cultura, nella nostra espressione culturale.
    Invece don Giussani diceva della cultura che «la linea educativa del movimento tende a destare un avvenimento di vita».
    È soltanto all'interno di questo avvenimento di vita che possiamo comunicare i valori. Non è che non dobbiamo difendere i valori, ma dobbiamo capire che è soltanto un avvenimento di vita che li può fare destare in noi e negli altri.
    «Perché la vita si ridesti è necessaria l'abolizione di ogni dualismo.
     [... Ciò che distrugge il dualismo è il giudizio che l'amore a Cristo è la ragione per cui vale la pena vivere [capite? questa è la nostra vera espressione culturale].
    Se viene a mancare la fede come il valore adeguatamente unitario emergono giudizi di valore parziali e questo divide [...].
     Se viene distrutto il dualismo avviene una reale presenza culturale [una diversità visibile e pubblicai»."
     Questa è la questione fondamentale che noi dobbiamo capire.
    Dunque, come ha detto il cardinale Angelo Schola in un suo articolo su Avvenire la strada è proporre l'avvenimento cristiano in tutta la sua interezza e irriducibilità, arrivando a esplicitare anche gli aspetti, le implicazioni, i valori.
    67
  • (Zacuff)
    00 03/10/2009 14:10
    Per questo ci interessano tanto le elezioni europee, perché ne va di questo, tenuto conto che in tante leggi che si fanno adesso a livello europeo il primo bersaglio è la Chiesa.
     Per questo difendere nell'Europa la libertas Ecclesiae è la ragione del nostro interesse alle elezioni.
    Non perché pensiamo che una legge giusta possa risolvere da sola il problema umano - abbiamo visto che siamo partiti da leggi giuste sulla famiglia, sulla vita, e questo non ha fermato la distruzione che vediamo davanti ai nostri occhi -; se possiamo fare le leggi tanto meglio, ma anzitutto dobbiamo difendere la libertas Ecclesiae per potere continuare a fare un'esperienza di vita che ci consenta di recuperare l'evidenza dei valori che adesso si sono persi.
    E per questo abbiamo bisogno anche in Europa di testimoni che possano fare capire questo.
    Quel che ci giochiamo non è secondario. Ci giochiamo la possibilità di vivere, che l'istituzione non soffochi l'esperienza che facciamo.
    E questa la dobbiamo difendere a tutti i costi.

    FINE
     
    (In questo piccolo opuscoletto ho tralasciato, per comodità (mia), alcune pagine di omelie; messaggi ricevuti; telegrammi inviati e anche riferimenti a versetti biblici o di autori vari e me ne scuso).
3