00 09/09/2009 18:39
Morto Mike Bongiorno, pioniere della televisione in Italia

Il presentatore della poltrona accanto


di Marcello Filotei

La prima cosa che viene in mente a tutti di Mike Bongiorno - il presentatore televisivo per eccellenza - è una gaffe che non ha mai fatto. È strano perché il grandissimo showman italoamericano, morto ieri a Montecarlo all'età di 85 anni, di gaffe ne ha inanellate una quantità impressionante. Paradossalmente il ricordo va sempre a una frase che non possiamo avere udito né in diretta, né in filmati di repertorio, semplicemente perché non è mai stata pronunciata. Insomma la signora Longari, che non si presentava in ornitologia, avrà pure sbagliato una risposta, ma nessuno glielo ha mai fatto pesare nel modo che tutti siamo sicuri di ricordare.



Quest'allucinazione collettiva, che nemmeno smentite pubbliche sono riuscite a smontare, è diventato il segno distintivo di un professionista eccezionale che ha fatto della medietas culturale la sua eccellenza comunicativa. Pur non avendo mai pronunciato la frase incriminata, il re del quiz ha giocato proprio sulla sincerità inopportuna e goffa, autentica o costruita che fosse, facendone un marchio di fabbrica. "La gaffe nasce proprio quando si è sinceri per sbaglio o per sconsideratezza", spiegava all'inizio degli anni Sessanta Umberto Eco nella sua Fenomenologia di Mike Bongiorno, che lungi dall'essere una boutade è ancora oggi una valida analisi del sistema televisivo di quegli anni e un'anticipazione degli sviluppi che hanno portato alla strutturazione attuale dei palinsesti.

L'ostentata e autoironica ignoranza, ovviamente del personaggio televisivo non dell'uomo, la continua sottolineatura della distanza tra lui e l'"esperto" di turno - figura nella quale equiparava la nozione alla cultura - ha fatto di Mike Bongiorno non solo uno dei più grandi presentatori dell'ancor breve storia della televisione, ma anche il primo "uomo comune" a comparire in video nei panni di protagonista assoluto.

Una caratteristica presente già in "Arrivi e partenze" (1953-1955), in "Lascia o raddoppia?" (1955-1959) o in "Campanile sera" (1959-1961), ma man mano più definita in "Rischiatutto" (1970-1974), "Scommettiamo?" (1976-1978), nel venticinquesimo anniversario di "Lascia o raddoppia?" (1979), poi evidente dagli anni Ottanta in poi in "Flash" (1980-1982), "Bis" (1981-1990), "Superbis" (1984), "Superflash" (1982-1985), "Pentatlon" (1985-1987), "Parole d'oro" (1987-1988), "Telemike" (1987-1992), o ne "La ruota della fortuna" (1989-2003), fino a "Genius" (2003-2005), a "Il migliore" (2006-2007) o al "Mercante in fiera" (2006).

"Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto", argomentava Eco, ma non poteva sapere che pochi decenni dopo la sua analisi, proprio il vuoto culturale, autentico o costruito ad arte, sarebbe stato la principale fonte di successo televisivo (nonché letterario, soprattutto nel caso di alcuni best seller). In questo senso Mike Bongiorno, grazie a una eccezionale capacità di essere se stesso davanti alla telecamera, non è stato solo un grande protagonista della televisione del passato, ma è in sé il prototipo dei reality che non ha mai presentato. Lui stesso era un reality, un uomo vero in video, senza mediazioni.
Il gioco in fondo è sempre quello, funziona in tutte le forme di comunicazione, anche quelle artistiche, e consiste nell'accorciare le distanze culturali tra chi parla (suona, scrive, scolpisce, dipinge e così via) e chi ascolta (legge, guarda e così via).

Prima in Rai, dove è stato un pioniere, poi nelle reti private, delle quali tra i primi ha intuito le potenzialità, Bongiorno ha avuto l'incredibile capacità di annullare lo spazio fisico che intercorre tra lo studio televisivo e il divano di casa di chi sta di fronte alla televisione. Non ci saremmo stupiti se girandoci ce lo fossimo trovati seduto accanto, anche quando ce l'avevamo davanti che sorvolava in mongolfiera le maggiori vette europee, orgoglioso di portare a quelle altezze la stessa grappa che comodamente noi potevamo trovare nella nostra dispensa.


(©L'Osservatore Romano - 10 settembre 2009)
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