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La quinta porta: il tatto

63. C’è poi un’altra porta, non simile a queste, ma che si estende a tutto quanto il corpo, quella che chiamiamo il tatto e che sembra essere chiusa, ma, come è aperta, così attira dentro ogni cosa.

Non permettiamo che questa sia in relazione con languide vesti né con corpi. Rendiamola dura. Noi alleviamo un atleta e pensiamo a questo. Non si serva dunque di tappeti delicati né di vestiti. Ciò sia disposto in questo modo per noi.

64. Orsù dunque, dopo essere entrati in questa città scriviamo e fissiamo delle leggi, poiché la disposizione delle porte va bene per noi.

Anzitutto impariamo a conoscere esattamente le case e le stanze interne dei cittadini, dove essi dimorano, quelli forti e quelli deboli.

65. Dicono dunque che la passione ha come sede e casa il petto e, nel petto, il cuore; il desiderio, il fegato; la ragione, il cervello.

Propri di quello sono virtù e vizio: virtù è temperanza e mitezza; vizio, impudenza ed arroganza; a sua volta virtù di questo è la continenza, vizio la lussuria;

e virtù della ragione è la saggezza, vizio la stoltezza. Facciamo dunque in modo che nascano in queste sedi le virtù e generino tali cittadini, non quelli malvagi: infatti come madri di pensieri cattivi si presentano questi elementi.

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