00 13/09/2009 20:00

La prima porta: la lingua

28. Orsù dunque accostiamoci prima alla porta costituita dalla lingua, poiché questa è la più affollata, e prima di ogni cosa prepariamole frattanto dei battenti e delle sbarre non di legno né di ferro, ma d’oro.

Infatti è realmente d’oro la città che si sta così formando, poiché non un uomo, ma lo stesso re dell’universo sta per abitare questa città, non appena sarà costruita.

E, proseguendo il discorso, vedrete dove gli disponiamo la reggia.

Prepariamole dunque battenti e sbarre d’oro, le parole di Dio, come dice il profeta: "Per la mia bocca le parole di Dio sono superiori al miele ed al favo, all’oro ed alla pietra molto preziosa".

Impariamo ad avere sempre queste parole sulle labbra, anche durante le nostre passeggiate, non semplicemente né superficialmente né saltuariamente, ma costantemente.

Non bisogna porre sulle porte soltanto lamelle d’oro, ma fabbricarle tutte spesse e salde completamente d’oro, ed avere pietre preziose al posto di pietre comuni infisse al di fuori. E sbarra di queste porte sia la croce di Cristo, tutta interamente composta di pietre preziose e fissata trasversalmente in mezzo alle porte.

Quando avremo preparato le porte così spesse e d’oro ed avremo messo la sbarra, prepariamo anche i cittadini degni.

Chi sono questi? Le parole nobili e sante che insegniamo a pronunziare al bambino.

Ed espelliamo frequentemente gli stranieri, cosicché non si insinuino tra questi cittadini individui mescolati alla rinfusa ed uomini nocivi: i discorsi arroganti ed oltraggiosi, insensati, vergognosi, terreni, mondani cacciamoli tutti.

E nessuno entri attraverso queste porte, ma solo il re. E questa porta sia aperta a lui ed a tutti i suoi, affinché anche di essa si dica: "Questa è la porta del Signore, i giusti passeranno per essa". E secondo il beato Paolo: "Se c’è una buona parola ad edificazione, per concedere grazia a chi ascolta".

Le parole siano rendimento di grazie, inni santi trattino sempre di Dio, della saggezza di lassù.

29. Come dunque avverrà questo? Ed in che modo li educheremo? Se saremo sicuri interpreti della realtà: ampia infatti è la disponibilità del fanciullo.

Come? Non lotta per ricchezze, non per gloria: è ancora piccolo; non per donna, non per figli, non per casa. Così quale motivo avrebbe di violenza e di bestemmia? Tutta la sua lotta è con coetanei.

30. Impari subito una legge: non essere violento con nessuno, non calunniare nessuno, non giurare, non essere litigioso.

E se vedessi che trasgredisce la legge, rimproveralo, ora con uno sguardo severo, ora con parole che possono ferire, ora con biasimi; a volte invece blandiscilo e fagli delle promesse.

Nessuna pena corporale senza interruzione, perché non lo abitui ad essere educato in questo modo: se infatti imparerà ad essere educato continuamente così, imparerà pure a disprezzare tale educazione e, una volta imparato a disprezzarla, tutto è rovinato.

Tema invece sempre le pene corporali, senza però riceverne; e sia vibrata la sferza, senza però essere fatta cadere.

E le minacce non si traducano mai in realtà, senza però che sia palese questo, che le parole arrivano solo fino alle minacce: la minaccia infatti è un bene, quando si crede che si possa realizzare, mentre se chi sbaglia verrà a conoscere l’effettivo risultato, ne avrà disprezzo.

Sia preparato invece ad essere corretto, ma non venga corretto, affinché non svanisca il timore, ma rimanga come un fuoco vivo e che divora d’ogni parte le spine o come una vanga aguzza e profonda che scava sino in fondo.

29. Come dunque avverrà questo? Ed in che modo li educheremo? Se saremo sicuri interpreti della realtà: ampia infatti è la disponibilità del fanciullo.

Come? Non lotta per ricchezze, non per gloria: è ancora piccolo; non per donna, non per figli, non per casa. Così quale motivo avrebbe di violenza e di bestemmia? Tutta la sua lotta è con coetanei.

30. Impari subito una legge: non essere violento con nessuno, non calunniare nessuno, non giurare, non essere litigioso.

E se vedessi che trasgredisce la legge, rimproveralo, ora con uno sguardo severo, ora con parole che possono ferire, ora con biasimi; a volte invece blandiscilo e fagli delle promesse.

Nessuna pena corporale senza interruzione, perché non lo abitui ad essere educato in questo modo: se infatti imparerà ad essere educato continuamente così, imparerà pure a disprezzare tale educazione e, una volta imparato a disprezzarla, tutto è rovinato.

Tema invece sempre le pene corporali, senza però riceverne; e sia vibrata la sferza, senza però essere fatta cadere.

E le minacce non si traducano mai in realtà, senza però che sia palese questo, che le parole arrivano solo fino alle minacce: la minaccia infatti è un bene, quando si crede che si possa realizzare, mentre se chi sbaglia verrà a conoscere l’effettivo risultato, ne avrà disprezzo.

Sia preparato invece ad essere corretto, ma non venga corretto, affinché non svanisca il timore, ma rimanga come un fuoco vivo e che divora d’ogni parte le spine o come una vanga aguzza e profonda che scava sino in fondo.

più conviene che indossino questo abbigliamento regale coloro che si dedicano alla milizia celeste.

Impari dunque a salmodiare a Dio, per non perdere tempo in canti vergognosi ed in racconti sconvenienti.

35. E questa porta sia così assicurata e siano scelti quei determinati cittadini; uccidiamo invece dentro gli altri, come le api i fuchi, non lasciandoli uscire né ronzare.

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