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Insidie provenienti dai membri stessi della comunità. Superstizioni e malignità

VII. Chi potrebbe poi enumerare i pettegolezzi di questi, di casa? essi non sono minori degli assalti di quei di fuori anzi danno maggior briga a chi ha l’incarico d’ammaestrare. Gli uni spinti da zelo indiscreto, si occupano senza criterio e inutilmente di ciò che non reca alcun vantaggio a chi l’apprende, né é d’altra parte possibile apprenderlo; altri chiedono ragione a Dio dei suoi giudizi, sforzandosi come di scandagliare un grande abisso; però che "i tuoi giudizi, dice, sono un abisso grande" (Sl. 36,6). Pochi poi troveresti che siano solleciti della fede e del retto vivere, la maggior parte invece occupati nel fare e ricercare quello che non si può trovare e trovato muove Dio a sdegno. Ché quando ci sforziamo d’apprendere ciò che Egli non ha voluto che noi conoscessimo, non riusciremo a saperlo (e come potremmo se Dio non lo vuole?) e ci sovrasterà unicamente il pericolo derivante dall’essere andati investigandolo. Ma pur stando così le cose, quando uno riesca con l’autorità a chiudere la bocca a quelli che cercano tali arcani impossibili a conoscersi, si buscherà la taccia d’arrogante e ignorante; onde anche qui bisogna andar molto cauti, sì che il reggitore si sottragga a questioni fuor di luogo, e nello stesso tempo sfugga alle sopraddette accuse. Per tutte queste difficoltà non c’è offerto altro aiuto che quello che viene dalla parola; se taluno é privo di questa forza, le anime degli uomini a lui soggetti saranno in condizioni non migliori di navicelle continuamente sbattute da tempesta, dico degli uomini più infermi e più curiosi; onde il sacerdote ha da porre in opera ogni mezzo per acquistarsi tale potenza.

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