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Ma Pilato, replicando, esclama: « Che forse io sono giudeo? La tua gente e isacerdoti ti hanno consegnato a me: che hai fatto? » 12, volendo qui scusarsi. Poi,

siccome gli aveva detto: « Tu sei re? », Gesù in tono di rimprovero, gli risponde: «

Questo lo hai sentito dire dai giudei. Ma perché non svolgi un'inchiesta più accurata,

o Pilato? Costoro hanno detto che io sono un malfattore: indaga per sapere che cosa

ho fatto di male. Ma invece non lo fai per niente, e ti limiti semplicemente a esporre

qual è il capo di accusa ». Allora Pilato, non potendo subito rispondere a una domanda

del genere, si limita a invocare la folla: « Ti hanno consegnato a me », dice.

Proprio per questo dovrebbe chiederti che cosa hai fatto. Che dice dunque il Cristo? «

Il regno mio non è di questo mondo »33. Innalza così l'animo di Pilato che non era

tanto malvagio e non rassomigliava ai giudei; gli vuole dimostrare che non è soltanto

un uomo, ma è Dio e Figlio di Dio. E che dice? « Se
il regno mio fosse di questomondo, le mie guardie combatterebbero perché io non fossi consegnato ai giudei ».

Con queste parole fece dileguare ciò che intimoriva Pilato, cioè il sospetto che egli

aspirasse a diventare un dittatore.

Forse che il regno di Cristo non è di questo mondo? Certo che lo è. « Come mai

allora — tu obietterai — non è? ». Non perché egli non regni anche qui, ma perché

regni anche in cielo, e il suo regno non è umano, ma molto più grande e splendido.

Ma se è più grande, perché lui si è fatto arrestare da quello? Perché si è consegnato

spontaneamente. Veramente non tace questa verità, ma che cosa dice? « Se fossi di

questo mondo, i miei servi avrebbero certo combattuto, perché io non fossi

consegnato ». Con queste parole mostra la debolezza dei regni terreni, in quanto

hanno bisogno del sostegno dei servi; mentre il regno dei cieli basta a se stesso, e non

ha bisogno di nessuno. Prendendo occasione di qui, gli eretici affermano che egli è

estraneo al Creatore. Che significa allora, quando l'Evangelista dice: « è venuto nella

sua casa »
34, e quando egli stesso dichiara: « essi non sono del mondo, come io nonsono del mondo »35? Cosi dice anche che il suo regno non è di questo mondo, non per

privare il mondo della sua provvidenza e della sua alta sovranità, ma per far capire,

come ho già osservato, che il suo regno non è umano né effimero.

32 Gv. 18, 35.

33 Gv. 18, 36.

34 Gv. 1, 11.

35 Gv. 17, 14.

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