Subdolamente il capo dei sacerdoti lo interrogò: Gesù invece gli rispose
correttamente e come si conveniva. Quale avrebbe dovuto essere la logica
conclusione di tutto ciò? O confutare, oppure starsene zitti. Invece accadde il
contrario; infatti un servo lo schiaffeggiò. Non si trattava quindi di un regolare
processo, ma soltanto di violenza e di disordine. E poi, siccome non trovano più
tu apprenda quanto sia grande la nostra debolezza, allorché Dio ci abbandona alla
nostra natura. Interrogato, di nuovo nega. Poi, un parente di quel servo, a cui Pietroaveva tagliato l'orecchio,
non gli viene in mente quanto affetto, a parole, aveva manifestato in quel luogo; ma
per la paura aveva dimenticato tutto. Perché gli evangelisti sono perfettamente
concordi nel narrare questo episodio? Non certo per accusare il discepolo, ma per
insegnarci quanto sia colpevole il non rimettere tutto a Dio, ma confidare
presuntuosamente in sé stessi. Ammira la provvidenza del Maestro, in quanto,
sebbene prigioniero e incatenato, si prese molta cura del suo discepolo, svegliandolo
dal suo torpore con un solo sguardo e movendolo al pianto.
durante la mattinata da Pilato. Con queste parole l'Evangelista ci fa intendere che
dalla mezzanotte in poi viene interrogato da Caifa, senza che si potesse provare a suo
carico alcun reato: perciò egli lo mandò da Pilato.
22 Gv. 18, 23.
23 Gv. 18, 24.
24 Gv. 18, 25.
25 Gv. 18, 26.
26 Gv. 18, 28.