Ha ben ragione di parlare così. Egli descrive gli oltraggi e i vituperi, cose quindi
tutt'altro che grandi e mirabili, tali da non far nascere alcun sospetto sulla sua
veridicità; ma per ridurre al silenzio gli eretici, preannunciando i futuri misteri e
avendo presente il tesoro che in essi è racchiuso, ci espone minutamente i fatti
avvenuti.
queste parole vennero pronunciate a proposito dell'agnello dei giudei, la realtà però
venne preceduta da una prefigurazione che doveva trovare appunto in questo episodio
il suo pieno compimento. Per questo l'Evangelista citò la profezia: siccome,
presentando in ogni occasione soltanto se stesso come testimone, non sarebbe
apparso sufficientemente degno di fede, adduce come testimone Mosè, per far capire
che tutti questi eventi non si verificarono per caso, ma già da un pezzo erano stati
preannunciati dalle sacre Scritture. Da Mosè infatti è stato scritto: « Le sue ossa non
profeta. « Ho detto questo — precisa — perché apprendiate che grandissima è
l'affinità tra l'immagine e la verità ». Non vedi quanta cura ha posto nel persuaderci
che sono realmente accaduti fatti che appaiono ignominiosi e infamanti? Il fatto che il
suo corpo venisse oltraggiato da un soldato, era ancor più grave della stessa crocifissione.
« Tuttavia vi ho parlato anche di questo — aggiunge — e ho descritto
rifiuti di credergli e non rechi danno ai nostri per una falsa vergogna. Poiché anche i
fatti che appaiono i più infamanti, sono in realtà quelli che, tra tutti i nostri beni
spirituali, meritano maggiormente la nostra stima e la nostra venerazione.
non era uno dei dodici, ma forse uno dei settanta. Ritenendo che ormai, dopo la
crocifissione, si fosse placata la collera dei giudei, i discepoli si avvicinarono senza
paura, occupandosi del funerale.
22 Gv. 19, 36.
23 Es. 12, 46; Num. 9, 12.
24 Gv. 19, 35.
25 Gv. 19, 38.