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Siccome si sforza di accrescerlo sempre di più, non vuole mai spenderlo, ma

rinuncerà anche alle spese per se stesso, e sarà perciò più povero di tutti i poveri,

perché non riesce a porre un freno alla sua avidità. Eppure lo scopo del denaro non

deve essere quello di venire da noi tesaurizzato, ma utilizzato per i nostri bisogni. E

se vogliamo nasconderlo sotto terra per non farne godere gli altri, chi sarà più

miserabile di noi che corriamo a destra e a sinistra per procurarcelo, e poi lo

sotterriamo per sottrarlo alla comune utilità? C'è infatti anche un altro vizio non meno

grave di questo. Mentre alcuni lo nascondono sotto terra, altri lo sprecano per

riempirsi il ventre, per procurarsi piaceri illeciti, per ubriacarsi, e così si tirano

addosso, oltre al castigo da loro meritato per le ingiustizie commesse, anche quello

per la loro lussuria e intemperanza. Alcuni provano soddisfazione nello sperperare il

loro denaro per mantenere parassiti e adulatori, altri in spettacoli e in donne

pubbliche, altri ancora in altre spese come queste, avendo imboccato innumerevoli

vie che conducono all'inferno, dopo aver abbandonato l'unica via giusta stabilita per

condurci al cielo. Eppure qhi si mette in cammino per questa via, non solo ne ritrae

maggior profitto, ma si procura anche maggiori gioie di quelle che riescono a

procurarsi costoro. Chi spreca il suo denaro con le prostitute, sarà da tutti ritenuto

ridicolo e infamato, affronterà molte liti ed otterrà solo fugaci piaceri, anzi neppure

fugaci perché, per quanto siano grandi le somme che spreca con le sgualdrine, non

avrà da esse alcuna riconoscenza. « Botte senza fondo è la casa altrui »
20. D'altra

parte quel genere di donne sono petulanti, ed all'inferno ha paragonato Salomone il

loro amore; esse si fermano solo quando vedono i loro amanti spogliati di tutto; anzi

neppure allora si fermano, ma continuano a imbellettarsi e ad ingioiellarsi, insultano

gli amanti ridotti in miseria, li mostrano in giro perché siano derisi, e fanno loro tanto

male da non potersi neanche descrivere.

Non queste sono le gioie di coloro che raggiungono la salvezza eterna; nessuno di

costoro ha rivali, ma tutti godono ed esultano, tanto quelli che sono felici, quanto

quelli che li osservano. Non l'ira, non la tristezza, non la vergogna e l'insulto tocca

l'anima di essi; grande invece è la gioia che deriva dalla coscienza pura, molta la

speranza nella futura felicità, grande la gloria e grande lo splendore, e ancor più

grande è la benevolenza di Dio e la sicurezza; nessun abisso, nessun sospetto

reciproco li minaccia, perché vivono in un tranquillissimo porto, in un'atmosfera di

perfetta serenità.

Riflettendo su tutto questo, e paragonando gioia con gioia, scegliamo finalmente

quella migliore, se vogliamo conseguire i beni futuri, per la grazia e la bontà del

nostro Signore Gesù Cristo, cui sia gloria e regno nei secoli dei secoli. Cosi sia.

20 Prov. 23, 27.

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