00 25/09/2009 11:55
I Vescovi italiani riflettono sull'immigrazione dall'Est Europa

Nell'ultima giornata del Consiglio permanente della CEI


 (ZENIT.org).-

Il fenomeno del crescente flusso migratorio proveniente dall’Est Europa suscita sempre maggiore attenzione nei Vescovi italiani. E' quanto ha detto mons. Domenico Pompili, direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della CEI.

“La giornata conclusiva dei lavori del Consiglio permanente – ha fatto sapere mons. Domenico Pompili in una nota – ha visto la riflessione dei Vescovi concentrarsi su un fenomeno che sta facendosi consistente nel nostro Paese e cioè il numero degli immigrati provenienti dai Paesi dell’Est europeo”.
“Per lo più – ha aggiunto – si tratta di persone che appartengono alla Chiesa ortodossa, ma trovandosi nel nostro Paese cercano contatti con le nostre parrocchie per la preghiera e per la stessa formazione cristiana, oltre che per bisogni di varia necessità”.

Secondo il Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes 2008, sono 1 milione e 130 mila gli immigrati di confessione ortodossa presenti in Italia. “Tutto questo – ha spiegato mons. Domenico Pompili a “L'Osservatore Romano” – pone ovviamente delle questioni nuove che vanno esaminate con attenzione”.

Nell'ultima giornata i Vescovi italiani hanno ampiamente riflettuto anche sull’Anno sacerdotale, indetto da Benedetto XVI.A questo proposito, mons. Pompili ha notato che “la missione del prete sembra oggi ancor più necessaria ed originale in una società, segnata dal rarefarsi dei rapporti personali e gratuiti”.

Riguardo ai lavori del Consiglio episcopale permanente, ha quindi aggiunto che “in particolare si è sottolineata la spontanea adesione che si registra in molte Chiese particolari a momenti di riflessione che riscoprono il sacerdote come l’uomo dello preghiera e dell’ascolto prima ancora di qualsiasi sua azione pastorale”.

“Si è quindi auspicato che la Messa crismale quest’anno aiuti ancor più ad evidenziare la partecipazione all’unico sacerdozio di Gesù Cristo e una più consapevole rinnovazione delle promesse sacerdotali”, ha infine concluso.
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