00 05/10/2009 19:51
 

Concluso a Manaus l'incontro dei presuli della regione

L'Amazzonia dono di Dio per l'umanità


Manaus, 5. "Promuovere un'ecologia umana aperta alla trascendenza che rispetti la persona e la famiglia, gli ambienti e le città":  lo hanno chiesto, in un documento di sintesi, i partecipanti all'incontro organizzato dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), dedicato alle emergenze dell'Amazzonia, che si è concluso nei giorni scorsi a Manaus, in Brasile. L'incontro ha visto la partecipazione dei vescovi della regione, oltre a una nutrita rappresentanza di religiosi e laici impegnati nelle varie organizzazioni per la tutela dell'ambiente e delle culture locali.
In particolare, è stata approvata la proposta di creare all'interno delle strutture organizzative degli episcopati della regione delle apposite commissioni che si occupino dei problemi del vasto territorio forestale che copre, oltre al Brasile, la Bolivia, la Colombia, l'Ecuador, il Perú e il Venezuela. Si tratta di un ambito che costituisce quasi il 44 per cento del totale del territorio dell'America del Sud. Il vescovo ausiliare di Guadalajara e segretario generale del Celam, José Leopoldo González González, ha sottolineato che la creazione delle commissioni episcopali è "urgente". 
A queste commissioni, che dovranno raccordarsi con la struttura di coordinamento del Celam, inoltre, si dovrebbe poi affiancare, nelle intenzioni, la creazione di una commissione pan-amazzonica.
Nel documento "si osservano con preoccupazione le molteplici minacce" che circondano gli ecosistemi e le popolazioni che si affacciano lungo il Rio delle Amazzoni, il cuore della foresta. Nel testo si legge "che non solo sta peggiorando la qualità delle acque fluviali e si sta mettendo a rischio la salvaguardia della foresta, ma si stanno degradando anche le condizioni di vita delle persone, specialmente di coloro che vivono nei quartieri più poveri degli agglomerati urbani, oltre a perdere la loro memoria e tradizione".
Nella regione, si specifica, "si è sviluppato un modello di crescita economica basata sulla concezione dell'esistenza di fonti inesauribili di risorse naturali rinnovabili" che, inoltre, vede "nelle culture dei popoli che vi abitano, un potenziale commerciale, legato alla conoscenza che essi hanno del materiale biotico per l'utilizzo nel settore farmaceutico e cosmetico". Tale processo, è aggiunto, "risponde alla logica del mercato volta alla massimazione del profitto, spesso a scapito delle persone, al diritto dei popoli e all'ambiente".
Al centro delle critiche sono "le politiche degli Stati coinvolti nella regione e i loro megaprogetti di ammodernamento delle infrastrutture per promuovere l'integrazione delle società nella logica occidentale del mercato e della massimazione del profitto". Con queste politiche, si rileva, "si violano i diritti dei popoli indigeni, tra cui quelli alla vita, alla salute, all'istruzione e al lavoro, che sono contemplati nelle vigenti normative e nei trattati internazionali di cui i nostri Paesi sono firmatari".
"L'Amazzonia - è stato pertanto evidenziato durante l'incontro - va riconosciuta come un dono di Dio nella creazione e, come parte della creazione, nei cui confronti tutti hanno una responsabilità che muove a rispettare le biodiversità e a riconoscere l'antica saggezza delle popolazioni che vi abitano e la loro spiritualità". "È essenziale - si legge ancora - accompagnare le popolazioni indigene nella vita e nell'espressione della fede, nell'ambito di un processo che le renda protagoniste dell'evangelizzazione e della trasformazione della società". Fra l'altro, si sollecita il Celam a favorire l'articolazione e la collaborazione delle attività tra i Paesi della regione e gli altri dell'America Latina e dei Caraibi. Allo stesso tempo, si conclude, "andranno individuati dei meccanismi che incoraggino e promuovano gli sforzi degli indios volti a creare e sviluppare in maniera autonoma le proprie organizzazioni di base, per la rivendicazione e il consolidamento dei diritti e la ricerca di una vera giustizia ambientale".


(©L'Osservatore Romano - 5- 6 ottobre 2009)