Famiglia Cattolica

TRADIZIONALISTI ANGLICANI VERSO COMUNIONE CON ROMA

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    S_Daniele
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    00 10/11/2009 08:11
    Prima reazione alla pubblicazione della "Anglicanorum Coetibus"

    Forward in Faith: ora dobbiamo lavorare insieme


    ROMA, lunedì, 9 novembre 2009 (ZENIT.org).

    Pubblichiamo la dichiarazione di John Broadhurst, Vescovo di Fulham (Gran Bretagna) e Provincial Episcopal Visitor per la Chiesa d'Inghilterra nelle Diocesi di Londra, Southwark e Rochester, dopo la pubblicazione della
    Costituzione Apostolica Anglicanorum Coetibus, che provvederà agli Ordinariati Personali per gli anglicani che vogliono entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica.
    Il Vescovo è presidente di Forward in Faith (Avanzare nella fede), un'associazione di sacerdoti e fedeli anglicani che si oppongono all'ordinazione di donne e di omosessuali attivi nella Comunione Anglicana, affermando che ciò è contrario alla Scrittura e rappresenta un ostacolo all'unità cristiana.

    * * *

    Pensavo che la notizia originale da Roma fosse estremamente generosa. Oggi sono stati pubblicati tutti i documenti di accompagnamento e sono decisamente impressionanti. Sono rimasto inorridito per il fatto che la Chiesa d'Inghilterra, mentre cercava di soddisfarci, abbia ripetutamente affermato che non possiamo avere la giurisdizione e la vita indipendente di cui la maggior parte di noi pensa di aver bisogno per continuare il nostro pellegrinaggio cristiano.

    Ciò che Roma ha fatto è offrire esattamente ciò che la Chiesa d'Inghilterra ha rifiutato. Di fatto, ha accettato la richiesta di consacrare le donne con la fine delle sue speranze ecumeniche. Tutti noi dobbiamo ora chiederci: 'E' quello che vogliamo?'. Per alcuni di noi sospetto che sia il momento di scoprire le carte! Quello attuale è un momento eccitante e allo stesso tempo pericoloso per il cristianesimo in questo Paese. Chi accetterà questa offerta dovrà entrare in negoziato con la Chiesa d'Inghilterra sull'accesso alle chiese parrocchiali e molte altre questioni. Questa situazione non deve essere usata per danneggiare la Chiesa d'Inghilterra, ma credo che abbiamo una valida rivendicazione sulla nostra eredità nella storia.

    Lo standard dottrinale chiesto da Roma è il Nuovo Catechismo che molti di noi già usano. Ci verrebbe permesso di usare il rito anglicano o romano e i nostri ordinari avrebbero giurisdizione. Dovremo tutti incontrarci e parlare. Spero che questo possa avvenire in collaborazione con i PEV (Provincial Episcopal Visitors) e con altri Vescovi cattolici. Non è mia abitudine compiere un'estesa analisi di un documento che ho ricevuto solo oggi e non risponderò alla domanda: "Cosa farete?". E' una cosa su cui dobbiamo lavorare insieme.

    Con ogni benedizione,

    +John Fulham

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    S_Daniele
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    00 10/11/2009 16:22
    Nascono gli «Ordinariati personali»

    Questa struttura canonica «flessibile» consente agli ex anglicani di conservare la loro tradizione spirituale, liturgica e pastorale. Resta la regola del celibato ecclesiastico


    DI GIANNI CARDINALE

    Con la
    Costituzione apostolica Angli­canorum coetibus e con le annesse Norme complementari
    che sono sta­te pubblicate ieri la Chiesa cattolica si arric­chisce di una nuova struttura canonica per accogliere quei gruppi di fedeli e clero an­glicano che desiderano essere in piena co­munione con Roma.
    Confermando quanto reso noto dalla conferenza stampa con cui il 20 ottobre era stato annunciato il provvedi­mento, la Santa Sede ha deciso di costituire degli Ordinariati personali, in modo che gli ormai ex anglicani possano conservare la lo­ro tradizione spirituale, liturgica, pastorale, pur entrando a far parte della Chiesa catto­lica.
    Come
    ha spiegato
    padre Gianfranco Ghirlanda, rettore della Gregoriana e con­sultore della Congregazione per la dottrina della fede (Cdf ), quella dell’Ordinariato per­sonale è stata scelta perché «è una figura fles­sibile ». Non è completamente nuova, visto che già ci sono gli Ordinariati militari, con cui c’è qualche analogia ma anche alcune diffe­renze. Mentre negli Ordinariati militari – spiega Ghirlanda – «c’è un esercizio della po­testà cumulativa tra l’ordinario militare e i ve­scovi del luogo, invece nell’Ordinariato per­sonale, per gli anglicani, non c’è questo e­sercizio cumulativo, ma i fedeli – sia laici che di istituti di vita consacrata e i chierici – for­mano praticamente il popolo di Dio di una circoscrizione ecclesiastica che è analoga ad una Chiesa particolare». I nuovi Ordinariati poi non saranno una ul­teriore Chiesa particolare rituale, una sorta di chiesa uniate anglicana («avrebbe potuto creare problemi ecumenici», ha sottolinea­to Ghirlanda), ma faranno parte pienamen­te della Chiesa latina, come avviene ad e­sempio col rito ambrosiano. Gli Ordinariati poi, che potrebbero essere anche più di uno all’interno di un Paese, saranno guidati da un vescovo o da un sacerdote che faranno par­te a pieno titolo delle conferenze episcopa­li (mentre i vescovi già anglicani che non di­venteranno ordinari potranno parteciparvi senza diritto di voto, come gli emeriti). Così potranno essere nominati in questa carica anche i vescovi già anglicani che, essendo sposati, potranno essere accolti nella Chie­sa cattolica solo come semplici sacerdoti (an­che se potrà essere loro con­cesso il permesso di usare le insegne episcopali). Questi ultimi saranno quindi i pri­mi coniugati a partecipare organicamente ad una con­ferenza episcopale. Da se­gnalare che i nuovi ordina­riati verranno eretti – fatto unico – con competenza della Cdf, mentre gli ordina­ri verranno sì nominati dal Papa ma in base di una ter­na di nomi presentata dal
    Consiglio di governo degli or­dinariati che saranno quin­di qualcosa di più del nor­male consiglio presbiterale e del collegio dei consultori delle normali diocesi. I fedeli laici potranno aderire ai nuovi ordinariati facendo domanda per iscritto. Po­tranno farlo gli ex anglicani ma anche chi arriva alla chiesa cattolica attraverso l’ordinariato stesso. I bat­tezzati cattolici di norma non possono ade­rirvi a meno che non siano congiunti di una famiglia appartenente all’ordinariato.
    Infine la questione del celibato. «Non è nuo­vo il fatto – ha spiegato Ghirlanda – che dei ministri anglicani coniugati desiderino es­sere ordinati nel grado del presbiterato nel­la Chiesa cattolica, e quindi rimangano nel matrimonio. La regola generale – aggiunge – rimarrà sempre il celibato ecclesiastico, ma si ammette che in base a criteri oggettivi che verranno determinati di volta in volta e an­che in base alle necessità, l’ordinario di un Ordinariato possa chiedere al Santo Padre l’ordinazione di uomini sposati». Il che «co­stituisce tuttavia un’eccezione: la regola ri­mane il celibato». I vescovi comunque non potranno mai essere coniugati.

    © Copyright Avvenire, 10 novembre 2009
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    S_Daniele
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    00 10/11/2009 16:24
    Costituzione apostolica. La “Anglicanorum coetibus” di Benedetto XVI, un salto nel futuro assetto della comunione cattolica

    Una rivoluzione in quattro mosse


    di Luigi Accattoli

    La
    Costituzione apostolica
    con cui il Papa accoglie nella Chiesa cattolica “gruppi di anglicani” (Anglicanorum coetibus è il titolo latino) è un testo davvero importante, forse epocale, che compie quattro passi - due dei quali audaci - in vista dei rapporti ecumenici e del futuro assetto della comunione cattolica.
    I quattro passi toccano - in ordine di importanza decrescente - il celibato, la nomina degli “ordinari”, la presenza di ordinari sposati nelle Conferenze episcopali e nei Concili, il pluralismo liturgico. Ritengo che qui vadano cercate le decisioni più aperte al futuro tra quante ne abbia prese fino a oggi Benedetto XVI.
    La più audace riguarda il celibato dei preti: si stabilisce che in deroga alla legge attuale - come è definita nel canone 277: «I chierici sono vincolati al celibato» - gli «ordinariati personali» anglicano-cattolici potranno chiedere al Papa «caso per caso» di poter ordinare preti «anche uomini sposati».
    Non solo dunque è previsto - come già avvenuto più volte lungo gli ultimi decenni - che vengano ammessi al sacerdozio della Chiesa Cattolica gli attuali preti anglicani sposati, ma che preti sposati vi siano anche in futuro «secondo criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede».
    Le “
    Norme complementari
    ” pubblicate insieme alla Costituzione specificano che tali criteri avranno di mira «le necessità dell’ordinariato».
    Vale a dire che l’autorizzazione verrà data quando l’ordinazione di un uomo sposato risulti necessaria per garantire la celebrazione dell’Eucarestia a una comunità che non possa essere servita altrimenti.
    Il giovane Ratzinger nel saggio Fede e futuro (Queriniana, Brescia 1971, p. 115) aveva previsto per l’intera Chiesa Cattolica che un giorno si sarebbe arrivati - per necessità e restando vigente la norma del celibato - all’ordinazione di «cristiani maturi» (viri probati) già sposati.
    Forse è per questa via degli ordinariati venuti dall’anglicanesimo che la Chiesa di Roma scioglierà domani il nodo del celibato anche per il resto delle sue comunità. È una decisione audace perché nella Chiesa cattolica di rito latino - e questi ordinariati faranno parte del rito latino - non vi sono più deroghe o tolleranze in tale materia dal Concilio di Trento. La seconda decisione audace riguarda la figura dell’ordinario, che è assimilato giuridicamente al vescovo diocesano e che sarà nominato dal Papa «in base a una terna presentata dal Consiglio di governo dell’ordinariato».
    Sarebbe come se il vescovo di Milano venisse scelto dal Papa all’interno di una terna fornita dal capitolo della cattedrale. Qui l’audacia è minore perché forme simili di nomina dei vescovi - seppure limitate a singole diocesi - sono state in vigore nella Chiesa latina fino al Vaticano II e sono cessate definitivamente solo con Giovanni Paolo II. Anche qui è facile intuire la portata di futuro legata a un’innovazione che reintroduce - per via ecumenica - quanto era arrivato “in reliquia” fino a noi per via di tradizione.
    La terza riguarda il fatto che “ordinario”potrà essere anche un sacerdote sposato e dunque avremo degli ordinari sposati che entreranno a far parte delle conferenze episcopali e dei Concili. La questione è complessa, specialistica e ipotetica (nel senso che in via normale si cercherà di nominare ordinari celibi), ma indubbiamente seria e simbolicamente rilevante. L’ordinario - cioè il responsabile di ognuno degli ordinariati anglicano-cattolici che ora si vanno a costituire - potrà essere un vescovo o anche un prete.
    Nel caso del vescovo sarà celibe, perché non potranno esservi vescovi sposati. Ma nel caso del prete potrà anche essere sposato ed è previsto espressamente che «un vescovo già anglicano e coniugato è eleggibile per essere nominato ordinario». Non sarà vescovo, sarà riordinato come prete, ma conserverà lo «stato matrimoniale» e sarà equiparato a tutti gli effetti ai vescovi della Chiesa cattolica. Potrà dunque partecipare alle convocazioni episcopali nazionali e universali. Per la prima volta in epoca moderna uomini sposati entreranno nella compagine gerarchica della Chiesa latina.
    Infine la novità in campo liturgico: questi ordinariati saranno integrati nella Chiesa Cattolica di rito latino ma continueranno a usare «i libri liturgici propri della tradizione anglicana». Potranno cioè celebrare la messa, i sacramenti, le “ore”e ogni altra azione liturgica «secondo i libri liturgici propri della tradizione anglicana» in modo da «mantenere vive» all’interno della Chiesa cattolica le loro tradizioni. È stata dunque fatta propria da Papa Benedetto la formula enunciata una volta da Papa Montini, che invitava a guardare per il futuro a una Chiesa Anglicana «unita ma non assorbita». Non è stato costituito un nuovo rito “anglicano-cattolico”, ma agli ordinariati di provenienza anglicana è stata accordata la facoltà di mantenere i propri riti.
    Sono quattro novità - quelle che abbiamo esaminato - che vanno tutte nella direzione della varietà e della pluriformità all’interno della compagine cattolica.

    www.luigiaccattoli.it

    © Copyright Liberal, 10 novembre 2009


    Così il Papa ricuce una storica ferita

    CITTÀ DEL VATICANO. Il «santo desiderio» degli anglicani di tornare alla chiesa cattolica, potrà ora essere realizzato: lo prevede la Costituzione apostolica per i gruppi di anglicani approvata da Benedetto XVI lo scorso 4 novembre e pubblicata ieri. «Ogni divisione fra i battezzati in Cristo è una ferita» - afferma il Papa - tuttavia la Chiesa «non è solo una comunione invisibile, ma anche visibile» e si manifesta nella «società costituita di organi gerarchici» che insieme «formano una sola complessa realtà. L’unica
    Chiesa di Cristo sussiste nella Chiesa cattolica governata dal successore di Pietro», «ancorché al di fuori del suo organismo si trovino elementi di santificazione e di verità che spingono verso l’unità cattolica».
    Il Papa ha quindi fissato una normativa generale per regolare l’istituzione di Ordinariati personali per quei fedeli anglicani che intendano entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica.

    © Copyright Liberal, 10 novembre 2009
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    S_Daniele
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    00 11/11/2009 05:46
    Sì della Comunione Tradizionale Anglicana d'Inghilterra alla proposta del Papa

    Sottolinea la “generosità di Roma”


    di Inma Álvarez

    LONDRA, martedì, 10 novembre 2009 (ZENIT.org).

    La Comunione Tradizionale Anglicana in Gran Bretagna è stata la prima ad accettare formalmente la Costituzione Apostolica
    Anglicanorum coetibus, secondo quanto è stato reso noto questo lunedì in un comunicato.
    L'accettazione formale ha avuto luogo durante il sinodo celebrato il 28 ottobre scorso al Priorato di Saint Catherine, un convento restaurato dopo la sua distruzione da parte di Enrico VIII. La votazione è stata unanime, anche se la Costituzione Apostolica non era ancora stata pubblicata.
    La risoluzione adottata offre “la sua gioiosa riconoscenza a Benedetto XVI” per aver permesso agli anglicani di entrare come corporazione in comunione con la Santa Sede, e chiede “al Primate della Comunione Tradizionale Anglicana e al Collegio dei Vescovi di compiere i passi necessari per implementare questa Costituzione”.
    Uno dei presenti, il Vescovo David Moyer, ha affermato che l'assemblea è diventata “una riunione piena di grazia in cui tutti i presenti si sono resi conto del movimento dello Spirito Santo. I Vescovi, i sacerdoti, i seminaristi e i rappresentanti laici hanno espresso il proprio pieno accordo, con un solo spirito, come San Paolo ha implorato per la Chiesa di Filippi”.
    Alla votazione era presenta il Primate della Comunione, l'Arcivescovo australiano John Hepworth, che ha partecipato a un incontro a Londra promosso dall'associazione Forward in Faith il 23 e il 24 ottobre.
    La riunione si è svolta dopo che era stata resa pubblica la decisione della Santa Sede di ammettere alla comunione con la Chiesa gli anglicani attraverso la creazione di Ordinariati Personali, che manterranno nel cattolicesimo la tradizione anglicana.
    In quell'occasione, l'Arcivescovo Hepworth ha ringraziato pubblicamente per la “generosità del Santo Padre”, dissolvendo dubbi e conquistando i pessimisti.
    Il presule ha suscitato entusiasmo tra i presenti assicurando di essere certo che i fedeli verranno trattati come cattolici anglicani, così come ci sono cattolici di rito latino, greco-cattolico o maronita.
    Ha spiegato che sarà offerto loro un organismo ecclesiale per gli anglicani che rispetterà “quegli elementi fondamentali di spiritualità, liturgia, teologia e storia, disciplina che fanno parte del patrimonio anglicano”.
    Per l'Arcivescovo Hepworth, è ciò che “avevano chiesto e per cui avevano pregato per secoli”, e che ora è stato loro concesso “generosamente”.
    Ricordando la parabola del figliol prodigo, si è rivolto ai cattolici in generale e a quanti si sono convertiti in precedenza, che “vogliono che la gente torni a testa bassa, castigata e intimidita”, per affermare che “è lo stesso Santo Padre che ha scelto di uccidere il vitello grasso”.
    Dal canto suo, il presidente dell'associazione Forward in Faith, John Broadhurst, Vescovo anglicano di Fulham (Inghilterra), ha diffuso questo lunedì un comunicato diretto ai membri di questa associazione in tutto il mondo per dirsi “impressionato” dal contenuto della Costituzione Apostolica, affermando che Roma offre “esattamente ciò che la Chiesa d'Inghilterra ha rifiutato”.
    “Lo standard dottrinale chiesto da Roma è il Nuovo Catechismo che molti di noi già usano. Ci verrebbe permesso di usare il rito anglicano o romano e i nostri ordinari avrebbero giurisdizione”, ha spiegato, cosa prevista dalla Costituzione.
    “Non risponderò alla domanda: 'Cosa farete?'. E' una cosa su cui dobbiamo lavorare insieme”, ha aggiunto.
    Il Vescovo ha concluso affermando che “quello attuale è un momento eccitante e allo stesso tempo pericoloso per il cristianesimo in questo Paese” e ha dichiarato che questa situazione “non deve essere usata per danneggiare la Chiesa d'Inghilterra”, anche se dovranno essere riconosciuti dei diritti, soprattutto sulle questioni patrimoniali.
    Per ulteriori informazioni,
    www.themessenger.com.au

    [Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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    00 20/11/2009 20:36
    Gli ordinariati, le prelature e le circoscrizioni personali: qualche chiarimenti

    Domani l’udienza del Papa al primate anglicano Rowan Williams

    [Modificato da S_Daniele 20/11/2009 20:37]
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    00 23/11/2009 16:57
    A Roma i colloqui tra Chiesa cattolica e Comunione anglicana. Intervista con l'arcivescovo Rowan Williams

    Al via oggi, a Roma, i lavori della Commissione incaricata di preparare la terza fase del dialogo teologico internazionale tra la Chiesa Cattolica e la Comunione Anglicana. Questo importante appuntamento segue l’incontro di sabato scorso in Vaticano tra il Papa e il primate della Comunione anglicana, l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. Al centro dei colloqui, la
    Costituzione apostolica
    approvata dal Pontefice per gli anglicani che desiderano entrare nella Chiesa cattolica. Su tale questione ascoltiamo quanto ha detto Rowan Williams al Papa. L’intervista è di Philippa Hitchen:

    R. – Naturally, I wanted to express some concerns…

    Naturalmente ho voluto esprimere alcune preoccupazioni riguardo il modo in cui è stata annunciata la Costituzione, perché molti anglicani, me compreso, si sono sentiti un po’ in difficoltà, non tanto per i contenuti quanto per alcuni messaggi che sono stati dati; perciò avevo bisogno di confrontarmi col Papa su alcune di queste preoccupazioni e ritengo che siano state espresse e ascoltate in uno spirito molto amichevole.

    D. – Cosa le ha detto il Papa, qual è stato il suo messaggio?

    R. – I think it was that the Constitution did not represent any change…

    Ritengo che il messaggio sia stato che la Costituzione non rappresenta alcun cambiamento nell’atteggiamento del Vaticano nei confronti della Comunione anglicana: e a questo proposito è stato pubblicato - riguardo al nostro incontro - un Comunicato molto chiaro che parla dei nuovi colloqui tra cattolici e anglicani e che il Papa vuole che proseguano.

    D. – Quali sono i suoi sentimenti verso gli anglicani che considerano la conversione al cattolicesimo la scelta migliore?

    R. – I think that people who become Catholic...

    Io ritengo che le persone che passano al cattolicesimo lo facciano con convinzione, con coscienza. Buon per loro. Ora, tra quelli che non diventano cattolici, ce ne sono alcuni che sono anglicani tradizionali e che non sono soddisfatti della direzione che la Comunione anglicana sta prendendo circa l‘ordinazione delle donne. Non toccherò qui la questione dell’omosessualità. Quindi, quello che vorrei dire è semplicemente che all’interno della Comunione anglicana è presente una gamma molto ampia di posizioni teologiche che varia dai favorevoli all’ordinazione delle donne, a quelli che credono si tratti di un tema che non dovremmo discutere da soli, ma che dovremmo risolvere con le altre Chiese. Ma è tutto all’interno di uno spettro di posizioni. Non voglio che questo spettro si restringa: ecco perché mi preoccupo di tenere più persone possibili attorno ad un tavolo.

    D. – All’inizio di dicembre lei presiederà una funzione ecumenica a Copenaghen, prima della Conferenza sui cambiamenti climatici. Questa è una vera priorità per lei, oggi?

    R. – Yes, it is definitely.

    Sì, lo è senz’altro.

    D. – Cosa spera venga raggiunto? Qual è il suo messaggio ai leader mondiali che si riuniranno a Copenaghen?

    R. – I think the main message...

    Penso che il messaggio principale sia di capire, prima di tutto, che non si può far finta che la questione dei cambiamenti climatici non sia urgente e importante. Qualunque siano i dettagli, il problema della degradazione dell’ambiente è davanti ai nostri occhi. Quindi, questa è la prima cosa: è un problema urgente, è visibile, e va affrontato subito. La seconda cosa è che essere impegnati nella salvaguardia dell’ambiente è una buona cosa, che si eviti o meno il disastro del cambiamento climatico. Vivere in armonia con la creazione di Dio è una vita migliore e non il contrario. Quindi, dobbiamo farlo perché è giusto, perché migliora la vita e significa servire Dio. Quindi, è urgente ed è giusto. Metta tutto questo insieme e la conclusione è abbastanza ovvia: facciamo qualcosa.

    D. – Come lei sa, si parla di una visita del Papa nel Regno Unito nel 2010. Che accoglienza potrebbe ricevere il Papa dai non cattolici?

    R. – I think it would depend…

    Penso che dipenderà molto da come il Papa parlerà a tutta la società britannica e non solo ai cattolici. Penso che sia molto significativo che il cardinale Newman sia il centro della visita, perché Newman non è solo proprietà della Chiesa cattolica romana: è stato uno dei grandi intellettuali e letterati del XIX secolo e io ho incoraggiato il Santo Padre a pensare a Newman in quel senso, come ispirazione di ciò che dirà alla società britannica.

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    00 25/11/2009 07:14

    Padre Longenecker spiega perchè ha lasciato gli Anglicani per diventare cattolico

    Clicca qui per leggere la riflessione di Padre Longenecker. Qui troviamo una traduzione.
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