00 21/10/2009 09:14
Storico Congresso missionario in India

Un Arcivescovo chiede che i missionari siano messaggio e non solo messaggeri



BOMBAY, martedì, 20 ottobre 2009 (ZENIT.org).-

Circa 1.500 delegati, inclusi più di cento Vescovi, centinaia di sacerdoti, monaci e dirigenti laici di 160 Diocesi dell'India, hanno partecipato al primo Congresso missionario che si celebra nel Paese.

Sul tema “Lascia brillare la tua luce”, il Congresso si è celebrato dal 14 al 18 ottobre al Collegio San Pio a Goregaon, una località suburbana di Bombay.L'ambasciatore vaticano in India e rappresentante del Papa, l'Arcivescovo Pedro López Quintana, ha inaugurato il Congresso mercoledì, ha reso noto la Conferenza Episcopale Indiana.

Il presule ha sottolineato che “la missione della Chiesa è diffondere la speranza” e ha affermato che “la Chiesa non lavora per far valere il suo potere o il suo dominio, ma solo per servire l'umanità, specialmente i poveri”.

La sessione inaugurale è iniziata con una processione in cui rappresentanti delle Chiese dei tre riti portavano la Bibbia. Uno di loro ha acceso una luce al suono di cantici e inni sul tema della luce.

Il presidente del Congresso Missionario, il Cardinale Oswald Gracias, ha pronunciato alcune parole di benvenuto e ha sottolineato il suo desiderio che l'incontro fornisca a ciascuno “una comprensione più profonda della nostra missione come discepoli di Cristo”.

E' intervenuto anche il presidente della Conferenza Cattolica dei Vescovi dell'India e guida della Chiesa siro-malabar, il Cardinale Varkey Vithayath, che ha esortato i partecipanti a dare una coraggiosa testimonianza di Cristo, visto che non c'è un sostituto alla Buona Novella di Cristo per la felicità.Nessuna ricchezza e nessun piacere in questo mondo possono dare la gioia profonda e duratura che dà Cristo, ha dichiarato.

Non solo messaggeri

Il Cardinale Varkey Vithayath ha sottolineato l'importanza dei mezzi di comunicazione nella proclamazione di questo messaggio, anche se ha rimarcato la necessità che i cristiani diventino non solo messaggeri, ma anche il messaggio di un'autentica sequela di Cristo.

Né Gesù Cristo né la Chiesa cattolica, ha aggiunto, costringe nessuno a convertirsi, ed è necessario respingere l'intolleranza nei confronti della fede altrui.Dal canto suo, il leader della Chiesa siro-cattolica malankar dell'India, l'Arcivescovo Moran Mar Baselios Mar Cleemis, ha affermato che quello di Gesù Cristo è un messaggio di pace e amore per tutti il mondo, e non per un unico gruppo etnico, linguistico o regionale.

Ha anche sottolineato che la Chiesa in India è piccola rispetto ad altri gruppi religiosi, ma il suo servizio che si estende a tutti i settori della popolazione, con un particolare impegno nei confronti dei poveri, è un importante contributo alla Nazione.

Durante l'atto, i cristiani dell'Orissa, duramente perseguitati l'anno scorso, sono stati proposti come esempio di cristiani coraggiosi che svolgono la missione evangelizzatrice.

Il Congresso ha incluso conferenze, esibizioni, attività culturali, celebrazioni liturgiche, testimonianze su vie nuove e creative che alcuni sacerdoti stanno mettendo in pratica nel Paese e preghiere nei tre riti della Chiesa in India.

L'evento si è ispirato all'appello di Papa Giovanni Paolo II a celebrare un Congresso missionario continentale.

Ha seguito anche la scia del Congresso missionario asiatico svoltosi in Thailandia nel 2006, al quale hanno partecipato 50 delegati dell'India, che hanno sentito che il Paese doveva organizzare un evento simile.

Il Cardinale Gracias ha spiegato che “il Congresso è una celebrazione dei duemila anni di storia della Chiesa in India” e “un appello al rinnovamento del nostro cammino di fede”.