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Ma purtroppo nella Nota pastorale Cei sembra che non sia stato recepito

nulla di tale possibilità e le Istruzioni generali, spesso, sembrano non tener

conto di queste più ampie e approfondite riletture.

15 cfr. Congregatio pro Ecclesiis Orientalibus: Istruzione per l'applicazione delle prescrizioni liturgiche del Codice dei

Canoni delle Chiese Orientali "Il Padre : incomprensibile ", 6.1.1996, n. 107, (traduzione privata)

16 Cfr. Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum uctoritate Pauli PP. VI

promulgatum, editio typica, Typis Poliglottis Vaticani, Città del Vaticano, 1970, Ordo Missae cum populo, p. 391, n.

133 (ad populum versus) e p. 475, n. 142 (versus ad populum) ; Missale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici

Concili Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum Ioannis Pauli PP. II cura recognitum, editio

typica tertia, Typis Vaticanis, Città del Vaticano 2002, Ordo Missae p. 515, n. 29; p. 600, n. 127; p. 601, nn. 132-133, p.

603 n. 141. La questione è stata già trattata: cf. U.M. LANG, Rivolti al Signore, pp. 17-25.

Un immediato confronto fra ciò che la Nota Patorale Cei indica come

"normativo" e la Norma del Messale (n. 299) a cui si fa riferimento lascia

alquanto perplessi!

La Nota afferma:

["... La conformazione e la collocazione dell'altare devono rendere possibile

la celebrazione rivolti al popolo17 e devono consentire di girarvi intorno e

di compiere agevolmente tutti i gesti liturgici ad esso inerenti. Se l'altare

esistente soddisfa alle esigenze appena indicate, lo si valorizzi e lo si usi. In

caso contrario occorre procedere alla progettazione di un nuovo altare

possibilmente fisso e, comunque, definitivo. La forma e le dimensioni del

nuovo altare dovranno essere differenti da quelle dell'altare preesistente,

evitando riferimenti formali e stilistici basati sulla mera imitazione. Per

evocare la duplice dimensione di mensa del sacrificio e del convito

pasquale, in conformità con la tradizione, la mensa del nuovo altare18

dovrebbe essere preferibilmente di pietra naturale, la sua forma

quadrangolare (evitando quindi ogni forma circolare) e i suoi lati tutti

ugualmente importanti....]19.

La Norma del Messale Romano n. 299 a cui la Nota Pastorale si riferisce

così recita:

[299. Altare exstruatur a parete seiunctum, ut facile circumiri et in eo

celebratio versus populum peragi possit, quod expedit ubicumque possibile

sit. Altare eum autem occupet locum, ut revera centrum sit ad quod totius

congregationis fidelium attentio sponte convertatur. De more sit fixum et

dedicatum.] [L'altare sia costruito staccato dalla parete, per potervi

facilmente girare intorno e celebrare rivolti verso il popolo: la qual cosa è

conveniente realizzare ovunque sia possibile. L'altare sia poi collocato in

17 Cfr. Precis. C.E.I., n. 14; CEI, Benedizione degli Oli e Dedicazione della chiesa e dell'altare, nn. 159; vedi anche

CEI, Commissione episcopale per la liturgia, Nota pastorale, La progettazione di nuove chiese, Roma 18 febbraio 1993;

MESSALE ROMANO, Principi e norme, n. 269.

18 Cf. MESSALE ROMANO, 2002 Principi e norme, n. 263.

19 Cf. CEI, Commissione per la Liturgia, Nota pastorale, cit., n. 17; le sottolineature non sono nel testo ma proprie dell’autore.

modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente

converga l'attenzione dei fedeli. Normalmente sia fisso e dedicato.]20.

La Nota pastorale CEI fa propria questa norma recependola, però, nel

seguente modo:

[... La conformazione e la collocazione dell'altare devono rendere possibile

la celebrazione rivolti al popolo e devono consentire di girarvi intorno e di

compiere agevolmente tutti i gesti liturgici ad esso inerenti...].