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Delude il progetto che differisce da quello già approvato dai deputati

Sulla riforma sanitaria i vescovi degli Stati Uniti scrivono al Senato


Washington, 21. La Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha sollecitato il Senato a introdurre cambiamenti sostanziali al progetto di riforma sanitaria al fine di mantenere in vigore quanto disposto dalla legge federale riguardo al finanziamento dell'aborto e alla protezione del diritto all'obiezione di coscienza. I presuli ribadiscono la necessità di assicurare l'accesso all'assistenza sanitaria agli immigrati e di fare in modo che vi si possa accedere a costi affrontabili.
I vescovi hanno definito il progetto di riforma presentato in Senato - diverso dal progetto già approvato alla House of Representatives - un'"enorme delusione" poiché creerebbe una nuova e inaccettabile politica federale che consentirebbe di finanziare l'aborto e di introdurre la sua copertura assicurativa, oltre a non tutelare il diritto all'obiezione di coscienza
Le preoccupazioni dei vescovi sono state affidate a una lettera inviata ai senatori a firma del cardinale Daniel N. DiNardo, della commissione episcopale per le attività pro vita, e dei vescovi William Murphy e John Wester, presidenti rispettivamente delle commissioni Pace, Giustizia e sviluppo umano e Migrazioni. La lettera - accompagnata da una documentazione sull'emendamento Stupak che ha accolto le osservazioni dei presuli, già approvato dalla House of Representatives - sollecita i senatori a migliorare il progetto di riforma nelle aree chiave dei costi, dell'immigrazione, del finanziamento federale, della copertura dell'aborto e dell'obiezione di coscienza. Secondo i vescovi, il progetto "non conferma l'impegno preso dal presidente Obama" riguardo alla riforma del sistema sanitario. I presuli, inoltre, hanno fatto riferimento al costo suppletivo cui gli assicurati sono costretti a far fronte al fine di pagare gli aborti praticati da altri. Disposizioni, queste, che consentirebbero al segretario dell'Health and Human Service di imporre la copertura illimitata dell'aborto su tutto il territorio nazionale. Non solo. Se fosse approvato, il progetto non consentirebbe alle strutture religiose di offrire ai loro impiegati una copertura assicurativa conforme ai propri principi. "I vescovi cattolici - si scrive nella lettera - hanno chiesto per decenni una riforma sanitaria accessibile a tutti, specialmente per i poveri e gli emarginati. Il progetto del Senato introduce grandi progressi nell'assistenza alla popolazione. Ciò nonostante, se approvato, lascerebbe 24 milioni di persone fuori dalla copertura assicurativa sanitaria. Questo non è accettabile". Per tale motivo i vescovi incoraggiano a espandere la possibilità di accedere ai servizi Medicaid per quanti finora ne sono esclusi in base ai livelli di reddito stabiliti dalla legge. Inoltre sollecitano la fine del divieto quinquennale che impedisce agli immigrati regolari di accedere a benefici derivanti da programmi sanitari e del divieto da parte degli irregolari di stipulare assicurazioni sanitarie pagandole con il proprio denaro. "Fornire un'assistenza sanitaria accessibile - ricordano i vescovi - che rifletta questi fondamentali principi, è un bene comune, un imperativo morale e un'urgente priorità nazionale".


(©L'Osservatore Romano - 22 novembre 2009)