00 21/11/2009 19:22

Richiamo alla coscienza cristiana dai leader religiosi Usa


Washington, 21. Citando Martin Luther King e la sua rivendicazione alla disobbedienza civile, un gruppo di personalità religiose americane, fra le quali vescovi cattolici ed esponenti delle chiese evangeliche, cristiane e ortodosse, ha lanciato venerdì "un pubblico richiamo alla coscienza cristiana", per invitare i fedeli a non seguire le proposte dell'attuale amministrazione americana in tema di aborto, matrimoni omosessuali, ricerca sulle cellule staminali.
Nella dichiarazione, i firmatari precisano di parlare "come singoli individui, non in nome delle nostre organizzazioni, ma per conto delle nostre comunità". E chiedono ai loro fedeli che su temi come "vita umana, matrimonio, libertà religiosa venga seguita la parola di Dio e non quella di Cesare".
"Anche in un regime democratico - si legge nella dichiarazione - possono esserci leggi ingiuste. La nostra fede ci insegna che di fronte a leggi gravemente ingiuste o che ci conducono a comportamenti immorali, è necessaria la disobbedienza civile".
Per questo motivo i firmatari hanno messo nero su bianco sottolineando che "non obbediranno a leggi che possano condurre a facilitare gli aborti, la ricerca che distrugge gli embrioni, l'eutanasia, il suicidio assistito, o qualsiasi altro atto che vìoli la dignità dell'uomo", né si sentiranno vincolati a norme che consentano i matrimoni tra coppie dello stesso sesso.
La dichiarazione, illustrata nella capitale statunitense alla vigilia dell'apertura in Senato del dibattito sulla riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama, è stata firmata, tra gli altri, dal cardinale Justin Francis Rigali, arcivescovo di Philadelphia e presidente della Commissione episcopale per le Attività Pro Vita, dall'arcivescovo di Washington, monsignor Donald William Wuerl, dal vescovo della Chiesa cristiana di Washington, Harry Jackson, dal primate della Chiesa Ortodossa d'America, metropolita Jonah Paffhausen, e da Chuck Colson, ex consigliere del presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon.

"Noi tutti intendiamo rendere a Cesare ciò che è di Cesare - concludono i firmatari della dichiarazione - ma in nessun modo renderemo a Cesare ciò che è di Dio".


(©L'Osservatore Romano - 22 novembre 2009)