00 12/03/2010 06:18

La grazia di Dio tocca l'uomo nella solitudine del confessionale


All'inizio dell'udienza il Penitenziere Maggiore, arcivescovo Fortunato Baldelli, dopo aver ringraziato il Papa per l'opportunità offerta ai partecipanti al corso, ha voluto presentare l'iniziativa, ricordandone le origini. "Sono qui convenuti, Santità - ha esordito - tanti sacerdoti e giovani di molte nazioni che stanno per essere ordinati sacerdoti. Sono presenti anche sacerdoti che già esercitano il loro ministero penitenziale in alcuni Santuari d'Italia".
"La Penitenzieria Apostolica - ha quindi proseguito - ormai da 21 anni, promuove queste giornate di studio sul Sacramento della Penitenza perché è profondamente convinta che la valorizzazione del ministero penitenziale, soprattutto quello della confessione, dipende in grande misura anche dai sacerdoti e dalla loro consapevolezza di essere depositari di un ministero prezioso ed insostituibile".
Soffermandosi poi sui frutti che tali corsi hanno portato. "Notiamo - ha detto - con viva soddisfazione che i frutti di questi incontri annuali hanno un concreto riscontro nell'attività quotidiana del nostro dicastero, il quale viene con crescente interesse interpellato e conosciuto per la sua missione fondamentale nella Chiesa che è la salus animarum".
Immancabile il riferimento all'Anno sacerdotale, al quale, ha detto l'arcivescovo, "abbiamo voluto dare un particolare rilievo al nostro servizio di servitori del mistero del Signore, tenendo presente la figura del santo curato d'Ars, modello eccezionale di presbitero fedele al sacramento della riconciliazione. Siamo intimamente convinti che l'attenzione per le anime si concretizza soprattutto nell'amministrare il sacramento della riconciliazione. È nella solitudine del confessionale, infatti, che si vive la battaglia più decisiva per le anime del mondo. È nel confessionale che la grazia di Dio tocca profondamente le persone per mezzo dell'umanità del sacerdote".
Quindi, dopo aver espresso ancora una volta l'emozione di poter vivere "questa gioiosa ora di vicinanza familiare concessaci", ha voluto rinnovare i sentimenti con i quali i partecipanti al corso attendevano da lui "preziosi orientamenti dottrinali e pastorali che ci saranno di guida nell'esercizio del sacramento della riconciliazione".
Ha quindi espresso l'affetto di tutti i presenti e l'assicurazione della loro intensa preghiera "che vuole essere promessa di incondizionata fedeltà a Lei, Padre Santo, che è visibile principio e fondamento dell'unità della Chiesa". "In questa desiderata udienza - ha concluso il suo discorso monsignor Baldelli - l'appello al maestro e pastore è rivolto specialmente alla missione del sacerdote, per la quale egli è costituito ministro di perdono e di resurrezione spirituale. Padre Santo, attendiamo la sua parola e sappiamo fin d'ora che sarà non solo, se fedelmente applicata, consolante forza e sicurezza che accompagnerà il nostro cammino sacerdotale, ma anche, nel futuro, ricompensa alle fatiche del nostro ministero".


(©L'Osservatore Romano - 12 marzo 2010)