martinicm, 13/05/2010 20.00:
Tornando alle due paroline ho soltanto detto che erano interessanti e non ho inteso affatto smontare tutto quello scritto sul pensiero del papa sulla liturgia, ma d'altro canto non si può negare che siano state dette e che sono indice di uno stato di cose e di situazioni avvenute e di posizioni assunte.
Anche io sono stato estremista di sinistra, anzi tendenzialmente anarchico e il fatto che ora non lo sono più non nega l'evidenza dei fatti, nemmeno il fatto che lo sia stato più di trenta anni fa.
A te sfugge, e non è la prima volta, la portata del problema che non riguarda la sola Liturgia anche se dogma fondamentale per la Chiesa è sempre stato la Lex orandi Lex credendi.
Detto questo andiamo ad esaminare quelle paroline di Ratzinger, e solo quelle:
«forzare il muro del latino» «riconoscere che la necessaria riforma non può avvenire mediante una correzione puramente stilistica, ma, perché il rinnovamento non sia soltanto una correzione superficiale, esige anche una rinnovata teologia della liturgia>>
Queste sono le parole di Ratzinger il resto è speculazione dell'autore che in maniera subdola usa il nome del Papa a suo favore incurante di tutto ciò che il Papa avrebbe scritto e detto in seguito.
Ora queste parole non ci dicono nulla di cosa intendeva Ratzinger ne tanto meno abbiamo a portata di mano il testo completo poichè è chiaro che quelle frasi sono una estrapolazione di un testo molto più ampio.
Cosa vuol dire "forzare il muro del latino"?
La Sacrosanctum Concilium a cui sicuramente fa riferimento non dice di eliminare il Latino ma di mantenerlo saldo, solo che aggiunge di dare spazio, non la totalità poichè sarebbe un non sense al mantanere saldo il precetto precedente, agli idiomi nazionali e solo in particolari parti non influenti.
Dunque il forzare, volendolo interpretare in maniera ortodossa, può riferirsi a l'aggiungere la lingua volgare in determinati spazi, non di certo il sacco liturgico commesso poi dal Bugnini e Paolo VI in barba a l'anatema di San Pio V a chiunque avesse osato modificare o eliminare la Messa di sempre.
La seconda citazione è ancora più enigmatica, Ratzinger auspica che prima della Riforma ci sia una certa preparazione teologica della liturgia, cosa che invece non è avvenuta, Bugnini e la sua commissione pancristiana dato che c'erano anche protestanti (sic!) non erano nemmeno degli eccellenti Liturgisti, inutili furono le proteste degli esperti in materia, Paolo VI imperterrito se ne fregò salvo poi prima di morire ammettere la sua incapacità di governo della Chiesa, e dobbiamo ringraziare lui e Giovanni XXIII se il fumo di satana entrò nella Chiesa, ma questo è un altro discorso.
Dunque quelle frasi non ci dicono nulla e utilizzarle a scopo speculativo è da ritenersi arrogante (parlo dell'autore non di te) e pretestuoso oltre che irrealistico.