00 20/05/2010 11:18

Una replica di Rodari

Dal blog di Rodari, riportiamo la sua risposta al nostro post di stamani, per un giusto riguardo e per diffondere la sua replica. I nostri lettori sanno quale alta opinione abbiamo espresso sempre su di lui: nell'elenco dei link, per il suo sito c'è questo commento: "Un giovane vaticanista il cui blog merita visite frequenti per l’alto livello dei post, le informazioni che fornisce, i commenti acuti e analitici ai fatti di Chiesa. E un’ottima opinione della Messa gregoriana e un’ispirazione religiosa assolutamente ortodossa. Che cosa di meglio?". Se lo critichiamo, è proprio perché teniamo a lui. E, passando al merito della questione, ovvio che nessuno voglia impedirgli di parlare dell'agenda progressista, e pure 'senza acredine'. Ma resta l'impressione che il suo modo di affrontare il tema sia, più che imparziale, come minimo indulgente. Per essere onesti, ci piace molto di più come ne ha parlato oggi, ad es., Galeazzi (che non è un tradizionalista) in un articolo sulla Stampa, in cui pur riportando i fatti, e nient'altro che i fatti, ricorda com'è la situazione di questi vescovi austriaci che voglion dare lezioni alla cattolicità: "La Chiesa austriaca è un’istituzione duramente provata da una serie di abusi liturgici (come il «Corpus Domini» infilzato e issato in processione) e irregolarità disciplinari. Più volte il Papa ha richiamato all’ordine i vescovi indicando «l’urgenza dell’approfondimento della fede e della fedeltà integrale al Concilio». Un declino tra calo di vocazioni e di fedeli, forte polarizzazione interna conservatori-progressisti, crescente sentimento antiromano. E una raffica di scandali nelle diocesi: dai parroci concubini ai mancati provvedimenti contro la fronda dei sacerdoti che hanno rivendicato la convivenza con una compagna". Ricordare questi fatti (fatti, non commenti), non ci sembra 'acredine'.
Ma lasciamo parlare Rodari:



Non sono diventato “il corifeo del cardinal Schönborn-pensiero, ossia delle sbandate filoprogressiste dell’ondivago arcivescovo di Vienna” come il bel sito messainlatino.it dice in questo post: “Schönborn, i vescovi austriaci e l’agenda progressista“.
E nemmeno, come dice ancora il sito qui sopra, “cerco altre strade” da quando mi sono “scottato col caso Boffo (insistendo che dietro c’era la mano di Bertone, tanto che dovette intervenire il Papa a difendere il suo Segretario di Stato)”. Anche perché, sia detto per inciso, il caso Boffo non mi ha per nulla scottato, anzi…
E’ che Schönborn ha detto delle cose. Ha stilato di fatto un’agenda progressista per la chiesa. Ed essendo io un giornalista questa agenda dovevo in qualche modo descriverla. Se poi l’ho fatto senza acredine – tanto che i “conservatori” ci sono rimasti male – tanto meglio.
Comunque, non è soltanto che Schönborn ha detto delle cose grosse. E’ queste cose – qui sta il problema – continua a dirle.
Leggete questo lancio dell’Ansa di oggi:
L’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schoenborn, ha detto di capire ”le preoccupazioni” del vescovo del Burgenland Paul Iby, che nei giorni scorsi si era detto per una revoca del celibato obbligatorio per i preti. ”Le preoccupazioni sollevate dal vescovo Iby sono le preoccupazioni di tutti noi”, ha dichiarato Schönborn a una conferenza stampa, sottolineando però che ciò non vuol dire, tuttavia, che si debba necessariamente condividere le soluzioni prospettate. Le parole dell’arcivescovo, riportate dall’agenzia cattolica Kathpress, sono state pronunciate a una conferenza stampa in chiusura di un congresso delle comunita’ parrocchiali svoltosi lo scorso fine settimana a Mariazell. Schönborn, che conosce bene e da lunga data Joseph Ratzinger, e’ considerato piuttosto vicino al Papa. Iby aveva detto che la revoca del celibato obbligatorio per i sacerdoti sarebbe sicuramente una cosa positiva, e che la chiesa cattolica dovrebbe anche riflettere, in una prospettiva più lunga, anche sull’ipotesi di aprire il sacerdozio alle donne. Temi, questi, finora tabu’ nel dibattito nelle comunità cattoliche. “Sono felice di vivere in una chiesa dove esiste libertà di espressione e di opinione’”, ha detto Schönborn, anche se ”non necessariamente” – ha aggiunto – condivido tutti gliapprocci”.

Messainlatino