00 28/05/2010 10:50

della diocesi di lodi, e' stato fermato per fatti di tre anni fa

Violenze su un tredicenne
Arrestato il prete professore

Ex docente all’Università Cattolica, celebrava nella zona di via Padova. In casa materiale pornografico

Don Domenico Pezzini, 73 anni (Fotogramma)
Don Domenico Pezzini, 73 anni (Fotogramma)
MILANO - L’ha conosciuto in un parco, alla periferia di Milano. Il ragazzino, straniero, viveva in Italia con la famiglia. Pochi soldi in tasca, quasi niente, e mille paure addosso. L’ha aiutato, rassicurato. Parole buone, due spiccioli, don Domenico ci ha messo un attimo a conquistarlo. E tra lui e quel ragazzino triste, appena tredicenne, è nata una storia. Una storia sbagliata andata avanti per circa tre anni e finita, mesi fa, sul tavolo di un magistrato. Così lunedì scorso don Domenico Pezzini, 73 anni, sacerdote della diocesi di Lodi, ex docente dell’Università Cattolica e dell’ateneo di Verona, è stato arrestato. Violenza sessuale aggravata, questa l’accusa. Il sacerdote è stato fermato a Milano, la città in cui vive e dove, negli ultimi anni, ha celebrato messa in una parrocchia nella zona di via Padova.

Don Pezzini non è un prete come tanti, è stato fondatore e guida pastorale di gruppi di omosessuali cattolici, ha scritto libri e articoli. È uno studioso. La sua vittima, di questo si è convinta l’accusa, è rimasta intrappolata. Oggi è maggiorenne, e le indagini sono partite proprio dal suo racconto. Il ragazzino, dopo aver iniziato la relazione col prete, a causa delle difficoltà economiche viene allontanato dalla famiglia e ospitato in una comunità protetta. Ma la storia col sacerdote conosciuto per caso al parco va avanti. Secondo la ricostruzione dei magistrati, il religioso si prendeva in qualche modo cura del giovane, cercava di istruirlo, gli proponeva libri da leggere, musica da ascoltare, spesso gli consegnava piccole somme di denaro. Ed è proprio nelle pieghe di questa ambigua amicizia che sarebbero avvenuti i rapporti sessuali poi proseguiti per tre anni.

Negli ultimi mesi però gli educatori della comunità iniziano a notare qualcosa di strano. Il ragazzo era più chiuso, si isolava, aveva difficoltà di carattere che sembravano senza spiegazione. Col tempo e con cautela sono riusciti a farlo parlare. E ben presto i suoi racconti sono diventati una denuncia per la procura e un fascicolo nell’ufficio del magistrato Pietro Forno (che guida il pool contro i reati sessuali) e del pubblico ministero Cristiana Roveda. Da quel momento sono partite anche le indagini della Squadra Mobile diMilano, che dopo mesi di accertamenti, intercettazioni e riscontri al racconto del ragazzo, hanno portato all’ordine di custodia cautelare eseguito due giorni fa.

Nella casa del religioso è stata trovata una grossa quantità di materiale pornografico e venerdì, quando sarà interrogato dal gip, don Domenico dovrà spiegare tante cose. Passato pieno di iniziative, il suo. Nel 1980 don Pezzini, che non ha mai avuto incarichi pastorali nella diocesi di Milano, fondò un gruppo chiamato «Il guado», che poi lasciò nel 1986 per dare vita a «La fonte». Uno dei suoi ultimi libri si intitola «Le mani del vasaio: un figlio omosessuale. Che fare». Uomo molto colto, studioso, relatore in molte conferenze, ha sempre approfondito il tema dei dissidi interiori di chi si trova a dover conciliare l’omosessualità con il credo cattolico. Su questo prese posizione, molti anni fa, anche contro l’allora cardinale Ratzinger.

Al Corriere del Veneto, nel 2005, diceva così: «Criticai Ratzinger sui gay: mi cacciarono dal seminario». All’epoca già insegnava letteratura e linguistica inglese all’Università di Verona e in alcuni passaggi di quell’articolo spiegava: «In certi ambienti mi hanno anche accusato di gettare confusione nel popolo di Dio»; «Nell’ambiente gay, anche cattolico, il nome di Ratzinger non ha certo buon corso, ma tutti dal Papa in giù sanno che la Chiesa si fa con gli uomini, non con le astrazioni. Al di là della dottrina, se da me viene un cattolico omosessuale mica posso cacciarlo. Che direbbe Gesù?». Rilette oggi, dopo il suo arresto, queste frasi assumono un tono particolare. L’attrazione per quel ragazzino straniero conosciuto per caso, una relazione fondata sulla debolezza dei suoi tredici anni, della sua povertà, del suo disagio, sono un’ombra pesante per un uomo che delle sue missioni in Bangladesh ha scritto un diario ancora oggi disponibile sul sito del Pontificio istituto delle missioni.

Biagio Marsiglia Gianni Santucci
26 maggio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA


Dal Corriere della Sera .MilanoCronaca