00 31/05/2010 19:08
La storia la racconta ancora una volta Paolo Crespi.
Uno zuccone testardo. Cocciuto, a volte arrogante quando vuole ottenere a tutti i costi qualcosa contro il nostro volere di genitori. Insistente, tenace, a volte al limite della sopportazione, al limite della pazienza. È come il rumore fastidioso della goccia che cade nella notte e non ti fa prendere sonno, il martello pneumatico dell’operaio che fora l’asfalto in strada.
Lui è così. Quando vuole qualcosa non cede. Ti si "attacca ai pantaloni" come un piccolo cane inferocito che non molla la presa. Come un "gatto attaccato ai maroni" per dirla in modo spiritoso.
I medici, poco più di un anno fa, durante un colloquio prima dell’intervento di ricostruzione di ginocchio avevano emesso una terribile sentenza: "Paolo non potrai più giocare a basket !" Un tonfo al cuore. Lui, non ha mai smesso di seguire la sua squadra, i suoi compagni, quella del Venegono, nemmeno quando calvo per le chemioterapie, nemmeno quando "bianchi" e neutrofili non lo permettevano perché con valori troppo bassi.
Cecco Vescovi gli regala la maglia ufficiale della Cimberio, la numero 18, il suo numero col nome inciso sulla schiena "Paolino". Quella maglia che non potrà mai usare su un campo da basket.
Ma lui non molla e quando si ritrova sul parquet con gli amici del basket scarica "bombe" da tre mirando il cesto. Nella primavera del 2008, prima della malattia, era il più alto della squadra, oggi lo cerco con gli occhi in mezzo a quei giganti e mi rendo conto che il suo metro e 75 non basta più. Lo vedo palleggiare, con la camminata ciondolante dei ragazzi dei nostri tempi con i pantaloni calati sotto il sedere. Non lo potrò più vedere correre su quel parquet.
Anche Barbara d’Urso gli ricorda durante l’intervista a Canale 5 che non potrà più giocare a basket. Un altro tonfo al cuore, sopportato "sembrerebbe" alla grande. Ma lei questa cosa se la poteva risparmiare ho pensato io. La trasmissione è stata vista da milioni di persone e tra queste Davide D.T che mi contatta su FaceBook.
" … Tuo figlio ha grinta ed entusiasmo da vendere, nonché un coraggio da invidiare.
Arrivo al dunque perché spero di potervi incontrare di persona. Paolo ha detto che NON PUO’ PIU’ GIOCARE a basket per il "problema al ginocchio"… problema? Paolo deve tornare a giocare! Come?
Hai mai sentito parlare della Briantea84? È una SOCIETA’ SPORTIVA per atleti diversamente abili, spero che il termine diversamente abili non ti spaventi ma credo e spero di no …"
Ed eccoci qui a raccontare questo "nuovo" … primo allenamento nel PalaFamila di Seveso, su un parquet, vero con i canestri. Rivedo con grande emozione il mio Paolo "correre" su quel campo da lui tanto desiderato. Con gli occhi un po’ lucidi lo vedo zigzagare tra i birilli per imparare a smarcare gli avversari. Sfreccia veloce come se non fosse la prima volta. Il tiro è un po’ arrugginito ma Alfredo, il presidente della Briantea84, ha detto che porterà dello "SVITOL" e tutto si risolverà. Ha grandi progetti per lui …
Lui quella maglia, regalata dal Cecco, la numero 18 con la scritta Paolino l’ha indossata "correndo" nuovamente su un campo di basket, ed io che non ci avevo creduto!
Permettetemi di dire che mio figlio è un "mito", un grande.

[Modificato da Vilucchio. 31/05/2010 19:12]