00 11/06/2010 21:22

Quindicimila preti


Quindicimila presbiteri in paramenti bianchi hanno concelebrato stamane con Benedetto XVI la messa di chiusura dell'Anno sacerdotale in piazza San Pietro. Nonostante il caldo, è stata un'eucaristia senza precedenti a Roma per numero di concelebranti.
Nella solennità del Sacratissimo cuore di Gesù, i preti presenti hanno rinnovato le promesse sacerdotali, come nella messa crismale del Giovedì santo.
Lo hanno fatto sotto l'immagine di san Giovanni Maria Vianney - che diversamente da quanto annunciato non è stato proclamato loro patrono - ritratta nel grande arazzo collocato sulla loggia centrale della basilica Vaticana. Provenienti da quasi cento Paesi, in rappresentanza dei confratelli di tutto il mondo, al termine della liturgia sono stati consacrati alla Vergine Maria. In ginocchio, Papa Ratzinger ha ripetuto le parole dell'atto di affidamento - usate durante il viaggio a Fátima - davanti all'originale della Madonna Salus populi Romani. L'immagine mariana è stata portata sul Sagrato di San Pietro dalla basilica di Santa Maria Maggiore che la custodisce.
Benedetto XVI è arrivato a bordo della papamobile, preceduto da una processione di oltre cinquanta cardinali. Tra loro il segretario di Stato Bertone, e il decano del Collegio cardinalizio Sodano. Lo accompagnavano gli arcivescovi Harvey, prefetto della Casa pontificia, e del Blanco Prieto, elemosiniere; il vescovo De Nicolò, reggente; i monsignori Gänswein, segretario particolare, e Xuereb, della Segreteria particolare.
Poco prima avevano fatto ingresso circa 350 presuli - tra i quali il sostituto Filoni - e le migliaia di prelati e di sacerdoti concelebranti. Tra questi ultimi il sotto-segretario per i rapporti con gli Stati Balestrero e il capo del Protocollo Nwachukwu.
Dopo aver raggiunto la cattedra, Benedetto XVI ha introdotto la celebrazione e il rito dell'asperges, come atto penitenziale durante il quale quattro porporati dell'ordine dei vescovi hanno asperso l'assemblea con l'acqua benedetta, per richiamare il sangue e l'acqua sgorgati dal cuore del Signore come segni di salvezza e di purificazione.
A motivo del loro carisma vocazionale, il servizio liturgico è stato svolto da seminaristi rogazionisti. Particolarmente suggestivo il momento della comunione, svoltosi in un'atmosfera di silenzioso raccoglimento:  prima che centinaia tra preti e diaconi distribuissero il sacramento alla grande folla di fedeli presenti, Benedetto XVI ha elevato il calice usato da Giovanni Maria Vianney. È stato fatto giungere appositamente dalla parrocchia di Ars, per ribadire come la figura del santo curato, nel 150° della morte, sia stata al centro di questo speciale Anno per i sacerdoti.


(©L'Osservatore Romano - 12 giugno 2010)