Tipo iconografico e breve storia dell'icona
Nella raffigurazione dell’icona, Maria si presenta generalmente in busto, avvolta dai soliti abiti: tunica e maforio, o velo-mantello, che le copre il capo e il resto del corpo. Essa regge però il Bambino in un modo alquanto insolito che la differenzia visibilmente dai due principali tipi mariani conosciuti, quello ieratico dell'Odigítria e quello tenero dell’Eléousa. Infatti, in queste icone Gesù Bambino, raffigurato a pieno corpo, non siede sul braccio della Madre ma si tiene in piedi sulle sue ginocchia, con il volto accostato a quello della Vergine. Inoltre, con una mano le cinge il collo e con l'altra si regge alla sua veste e – dettaglio alquanto insolito nell'iconografia orientale – il suo vestito lascia vedere le gambe nude fin sopra le ginocchia. Altro dettaglio insolito che si incontra in alcune repliche è costituito da tre ciocche di capelli visibili che escono da sotto il velo della Madre e le cadono sulle spalle.
L'esempio più antico di questo modello iconografico è attestato nell'icona che un tempo si trovava nella chiesa di San Georgio a Bolchov, nel distretto di Orel. Secondo la tradizione, l'icona è stata dipinta nel 1707, ma la sua venerazione ha avuto inizio verso la metà del XVIII secolo per aver miracolosamente salvato dalla morte Feodor Obuchov, un devoto contadino abitante a Bor nel distretto di Kaluga.
L'icona "Madre di Dio, ricerca dei perduti".
Il fatto è così riferito: nel giorno di festa del Battesimo del Signore, mentre stava tornando dalla città di Bolchov, egli fu sorpreso da una forte tempesta di neve. Persa la strada, i suoi cavalli si fermarono. Il contadino, senza alcuna speranza di salvezza, sciolse un cavallo e lo attaccò alla slitta, dove egli stesso si mise a giacere, coprendosi il volto. Rendendosi conto di poter morire congelato, egli invocò la Madre di Dio e fece il voto di commissionare una copia dell'icona ‘Ricerca dei perduti’, conservata nel tempio di Bolchov.
La sua fervente preghiera fu ascoltata: nel vicino villaggio, sotto la finestra della casa di un contadino, improvvisamente si era sentita una voce: "Andate a prenderlo!". Il contadino uscì in cortile e vide l'amico perduto giacente sulla slitta e lo mise in salvo. Guarito, Feodor Obuchov adempì la sua promessa alla Madre di Dio e da allora l'icona ‘Ricerca dei perduti’ cominciò ad essere venerata dal popolo credente.
Ufficio della festa
La Chiesa, spinta dai tanti miracoli operati dalla Madonna per mezzo di questa sua icona, non tardò a solennizzarne la festa con la composizione di un Ufficio liturgico composto di numerosi inni destinati alla celebrazione dei Vespri nel giorno di vigilia, del Mattutino e della Messa nel giorno della festa. Da notare che il testo è anonimo e vi manca ogni riferimento che permetta di precisare la data della composizione.
Non potendo pubblicare tutto l’Ufficio, proponiamo ai nostri lettori tre diversi testi: il Tropario cantato in tutte le Ore dell’Ufficio, il lungo Canone del Mattutino e le tre Preghiere recitate dai fedeli davanti all’icona.
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L’icona riunisce quattro immagini della Vergine. In alto, da sinistra: Madonna "Gioia inaspettata" [= Un uomo peccatore, nel vedere l’immagine animarsi e le piaghe di Cristo che emanano sangue, si converte e cambia vita]. – A destra: l’icona "Madre di Dio, Ricerca dei perduti". – In basso, a sinistra: "Madonna d’Arabia" [= l’icona si riferisce alla predicazione dell’apostolo Tommaso in Etiopia, Arabia e India: da notare che, al posto delle tre stelle tradizionali, ci sono tre teste d’Angelo]. – A destra: "Madonna delle sette spade", meglio conosciuta in Occidente come ‘Vergine Addolorata’. |
Tropario
Il Tropario, formato da una sola strofa, costituisce un piccolo capolavoro che sintonizza la mente e il cuore dei fedeli, e mette sulle loro labbra sentimenti di lode capaci di intenerire la divina Madre. Esso così suona:
"Rallegrati, Piena di grazia, Vergine Madre di Dio, che hai portato tra le braccia come bambino il Dio di prima dei secoli. Supplicalo di largire al mondo la pace e alle nostre anime la salvezza. Il tuo Figlio, o Madre di Dio, ci fa sapere che tutte le tue richieste vengono esaudite. Chini noi ti preghiamo e invochiamo il tuo nome con la speranza di non perire: tu sei difatti, o nostra Signora, la ‘Ricerca delle anime perdute’ " .
Canone
Il lungo Canone destinato al Mattutino si divide in nove Odi, ognuna delle quali composta da quattro strofe. L’Autore anonimo ci offre dei contrappunti meditativi pieni di umili sentimenti di lode e di penitenza che cercano di commuovere il cuore della divina Madre verso i figli bisognosi di aiuto e di consolazione.
Ne riportiamo alcune.
Ode I
Di noi che siamo sul punto di soccombere abbi pietà, santissima Madre di Dio; al posto delle angosce donaci la gioia, così da poter inneggiare a te, o Signora. Consola le nostre anime piene di tristezza; su di noi infatti si sono rovesciate molte pene e tristezze; possiamo non perire travolti dal malessere.
Tu sei la nostra forza, il nostro sostegno e difesa contro i demoni; per questo noi non abbiamo paura dagli assalti del nemico e senza sosta a te cantiamo e ti glorifichiamo.
Sofferenze, miserie e afflizioni in gran numero sono cadute su di noi; per questo noi ti preghiamo con tutto il cuore: ‘Divina Genitrice, liberaci dalle colpe che ci affliggono e colmaci di gioia’ ".
Ode III
"Santissima Sovrana, tu sei la nostra ardente protezione e nostro forte soccorso: liberaci dalle prove che ci affliggono, o tu che medichi i caduti.
O Tuttapura, liberaci dalle prove e dal malessere, da ogni tristezza e disperazione; allontana da noi le passioni, e noi non smetteremo di glorificarti. Presso di te, o Purissima, noi accorriamo; non disdegnare i nostri pianti e gemiti; guarda invece a noi che siamo al collasso, e trasforma, o Beata, la nostra tristezza in gioia.
Guarda, o nostra Signora, i nostri tormenti e la nostra afflizione mentre il nemico cerca di ingoiarci; smaschera le sue perfide macchinazioni affinché, salvati, possiamo glorificare la tua solida protezione".
Ode VI
"Ascolta il pianto dei tuoi servi bisognosi del tuo soccorso, o Madre di Dio; tu sei infatti la nostra speranza: affrettati a cambiare in gioia il nostro lutto.
O Sovrana, liberaci dalla lingua dell’inganno e dall’uomo iniquo proteggici: tu che sei la Madre del nostro Dio e Creatore. Tu sei la pronta ‘Ricerca delle anime perdute’, o Piena di grazia; tu infatti sei la forza dei deboli e loro sostegno; noi a te gridiamo con bocca e cuore: ‘Sovrana nostra, libera da ogni disperazione noi che ci rifugiamo presso di te’.
Divina Sposa, liberaci dalle prove e dal disagio: Dio ti ha stabilita come mediatrice, soccorso e aiuto; anche a noi, malgrado la nostra indegnità, procura la liberazione da ogni angoscia".
Ode IX
"Per la disperazione la nostra forza come argilla si è prosciugata ed è vicina alla morte per la lingua dei nostri oppressori: o Madre di Dio, affrettati e liberaci da quanti ci affliggono con la tua mano soccorritrice, ché ti possiamo glorificare, o Vergine immacolata.
O Vergine immacolata, potente ausilio dei credenti e speranza dei Cristiani, intercedi per noi presso il tuo divin Figlio, ché possiamo essere preservati dalle minacciose ingiustizie, e possiamo inneggiare a te: ‘Rallegrati, o Madre pura e sempre vergine’.
Tu sei la nostra forza, o Madre di Dio, nostro rifugio e nostro incrollabile baluardo; e tu intercedi con forza presso Dio: liberaci da ogni prova e malessere, o sola fra le donne benedetta; così potremo inneggiare: ‘Rallegrati, divina Madre beata e sempre Vergine’ ".
George Gharib
Processione con l'Icona della Dormizione della Madre di Dio (1521).
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